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Riassunto Libro 23 Iliade

Riassunto del libro XXIII (ventitreesimo) dell'Iliade.
Mentre a Troia si piange Ettore, i guerrieri Mirmidoni rientrati all’accampamento insieme ad Achille danno inizio al compianto funebre per Patroclo, finché Agamennone non li esorta a ristorarsi nella sua tenda; di rimando, Achille gli chiede, allora, di far preparare il rogo per il cadavere di Patroclo.
Mentre tutti gli Achei dormono, Achille, appena assopito, sogna l’amico che ricorda i momenti felici della loro amicizia, gli chiede di celebrare i riti per consentirgli di entrare nell’Ade, auspicando che una stessa urna raccolga le ossa sue e di Achille, destinato anch'egli a morire entro breve tempo.
Innalzata la catasta di legna per sorreggere la salma, e incendiatala, la pira prende a bruciare sotto gli occhi dei guerrieri. Achille intanto si è reciso le lunghe chiome per offrirle in onore di Patroclo e le ha poste nelle sue mani, perché lo accompagnino nel viaggio all’oltretomba; poi decide di immolare i dodici giovani Troiani catturati, oltre a una gran quantità di animali: il rogo brucia tutta la notte.
In seguito Achille bandisce i giochi funebri e i migliori eroi greci, con vivace spirito di competizione, si cimentano in otto specialità sportive: nella corsa dei carri, nel pugilato, nella lotta, nella corsa podistica, nel duello, nel lancio del disco, nel tiro con l’arco e nel lancio dell’asta. Le contese che sorgono fra i partecipanti sono tutte facilmente sedate e il canto si chiude con il riconoscimento da parte di Achille dell’eccellenza di Agamennone nel lancio con l’asta.


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