Ulisse e Nausicaa, di Jean Veber |
Mentre Odisseo dorme, Atena si reca nella casa di Alcinoo, re dei Feaci, nella cui isola l’eroe è approdato. La dea appare in sogno, sotto le spoglie di un’amica, a Nausicaa, figlia di Alcinoo, e la esorta a recarsi al fiume a lavare le sue vesti e il suo corredo perché si avvicina per lei il tempo delle nozze. Al risveglio, la fanciulla ottiene dal padre il carro con le mule e va al fiume con le ancelle. Dopo aver lavato le vesti, le giovani giocano a palla sulla sponda del fiume: un lancio più lungo e la palla cade nell’acqua: alle grida delle fanciulle Odisseo si risveglia. Incerto sul da farsi e temendo di essere fra uomini selvaggi, esita, finché decide di implorare le fanciulle di dargli una veste e di mostrargli la strada per raggiungere la città.
Al suo apparire, le ancelle fuggono spaventate; solo la figlia di Alcinoo resta, ascolta l’abile supplica e, dopo aver richiamato le ancelle, ordina loro di dare una veste allo straniero, senza timore, perché, dice, mai nessuno giunge fra i Feaci con intenzioni malvagie e, d’altra parte, è un dovere accogliere l’ospite.
Odisseo accetta la veste e, dopo essersi lavato nel fiume, riappare a Nausicaa, splendido, soprattutto grazie all’intervento di Atena che lo ha reso ancor più affascinante. La principessa risponde alle preghiere del forestiero con grande cortesia e affabilità, pensando in cuor suo che le piacerebbe averlo come sposo: gli consiglia di seguirla fin quasi in città, poi di fermarsi in un bosco sacro ad Atena, e quindi di proseguire, chiedendo a un passante la strada per raggiungere la reggia.
Giunto là - consiglia Nausicaa - egli supplicherà dapprima sua madre, la regina Arete, poi il padre, che le siede accanto. Quindi si avviano e, giunti nel bosco di Atena, Odisseo si ferma per un po’, mentre le fanciulle rientrano in città.
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