Il duello di Enea e Turno, olio su tela di Luca Giordano. |
Analisi dei temi trattati, il tempo, lo spazio, il narratore e descrizione dei personaggi del dodicesimo libro dell'Eneide.
I temi
Nell'ultimo libro si narra ancora la guerra, diventata, se possibile, più inutile: solo l'ira cocciuta di Giunone impedisce la conclusione e costa nuove stragi, quando ormai la sorte è segnata e a nulla possono valere l'eroismo e il sacrificio per la patria.La struttura del libro
Lo schema apparentemente lineare del libro, suddivisibile in tre parti, è in realtà complicato da una serie di vicende.Nella prima, (vv. 1-310), che si apre con la decisione di Turno di sfidare Enea, si inserisce l'intervento di Giunone e di Giuturna, che dà origine alla seconda parte (vv. 311-613), caratterizzata da nuove battaglie e complicata dall'azione di Giuturna, dal suicidio di Amata e dal progettato attacco alla città. In seguito a questo ultimo evento, si snoda l'ultima parte (vv. 614-952), che contiene l'addio di Turno alla sorella, il ritorno sul campo di battaglia, la fuga dell'eroe infine il duello decisivo.
Le fonti
Il modello omerico del duello fra Achille ed Ettore è seguito in modo abbastanza fedele, soprattutto nell'episodio della fuga; d'altra parte, come in Omero, la sconfitta dell'eroe è dovuta soprattutto all'intervento divino, che scioglie le forze dell'avversario; analogamente, l'ultimo colpo sul nemico è provocato dalla vista delle armi del compagno ucciso. Altri punti di contatto sono rappresentati da singoli spunti, quali la conclusione e la violazione dei patti. Tuttavia la costruzione del libro e il tono delle vicende sono decisamente originali.Il narratore
Il poeta domina dall'esterno una narrazione costruita in modo sapiente soprattutto per la capacità di inserire eventi che ritardano la vicenda centrale, il duello fra Enea e Turno: in tal modo lo scioglimento definitivo della vicenda viene continuamente rimandato e accresce l'attesa del lettore.Lo spazio
Nonostante il libro sia dominato da scene di battaglia, lo spazio è molto aperto, e ciò è determinato dall'intervento di Giuturna che, dopo aver di fatto profanato lo spazio sacro individuato dai patti, trasforma la guerra in una lunga fuga.Il tempo
L'azione si riduce a una giornata, ma è in un certo senso dilatata dagli eventi secondari che si intromettono nella linea della narrazione. In particolare, alcuni interventi divini rappresentano in un certo senso una pausa; quello poi fra Giunone e Giove garantisce con una profezia (prolessi) il permanere dei costumi e della lingua dei Latini sconfitti.I personaggi
La scena è dominata da Turno, che pensa ancora di poter risolvere con le sue forze una situazione ormai decisa, confidando anche nell'aiuto della sorella Giuturna, la ninfa immortale che invano, nel momento in cui capirà di dover abbandonare il fratello, invocherà la morte.Enea, anche in questo momento decisivo, mantiene la sua caratteristica di eroe saggio e pietoso: disarmato, avanza a fermare le schiere, poi esita a riprendere la lotta e a uccidere Turno. Di fronte al nemico caduto ai suoi piedi egli comprende tutta l'inutilità del sacrificio e prova pietà verso il nemico: solo il balteo di Pallante, che gli ricorda un altro giovane innocente ucciso, gli impone il dovere della vendetta.
Gli dei
Giunone e la sua adiutrice Giuturna sono le responsabili dell'ultima vana strage: Giunone è accecata dal desiderio di autoaffermazione, di vendetta, nonostante la consapevolezza della fine segnata; essa rivela la sua freddezza, quando, ottenuta da Giove la promessa voluta, allontana anche lo sguardo dal campo di battaglia, che ormai non la riguarda più.La sorella di Turno, Giuturna, dopo aver rinfocolato la mischia, vista ormai perduta ogni speranza, si abbandona alla disperazione con toni tutti umani e rimpiange di avere in sorte proprio ciò che gli uomini invidiano agli dei, l'immortalità, e di non poter perciò rifiutare una vita che le è divenuta insostenibile.