Penelope si avvia con le ancelle in una stanza dove conserva i tesori di Odisseo e prende l’arco: quindi lo porta nella sala e propone la gara; Telemaco approva la proposta della madre e, dopo aver disposto le scuri piantate in fila, i cui anelli dovranno essere tutti attraversati dalla freccia scoccata da quell’arco straordinario, tenta egli stesso la prova, senza successo. Prova quindi Leode, che fallisce e cede sconfortato; poi, dopo che Melanzio ha preparato un gran fuoco per scaldare l’arco di corno e del grasso per la corda, altri pretendenti si cimentano nella gara, senza riuscire a tendere l’arma. Nel frattempo Odisseo esce dalla sala con Filezio ed Eumeo e, dopo aver avuto un’altra prova della loro fedeltà, rivela loro la sua identità, mostrando la cicatrice; quindi ordina a Eumeo di portargli l’arco, quando egli glielo dirà, a Filezio di far chiudere tutte le porte della sala e di ingiungere alle donne di non abbandonare le loro opere, anche se sentiranno gemiti e urla nella sala. Intanto Antinoo, il solo a doversi ancora cimentare, propone di interrompere la gara per fare libagioni ad Apollo, il dio arciere; approfittando di questa pausa, Odisseo chiede di provare anche lui: nonostante le proteste e gli insulti dei pretendenti, Telemaco ordina che l’arco gli sia consegnato e Penelope promette doni allo straniero se tenderà l’arma; Telemaco però invita la madre a lasciare la sala ed essa obbedisce, raggiunge le sue stanze ove in breve tempo è colta dal sonno versato sulle sue palpebre da Atena. Eumeo quindi porta l’arco allo straniero, che, dopo averlo osservato a lungo, fra gli sguardi perplessi e increduli dei Proci, tende l’arma con facilità e, presa la mira, trapassa tutti i fori delle dodici scuri.
CONTINUA SU: Riassunto Libro 22 Odissea
CONTINUA SU: Riassunto Libro 22 Odissea