Gli aggettivi possessivi indicano a chi appartiene un certo “elemento”, sia che si tratti di una persona, animale o cosa, sia che si tratti di una caratteristica fisica o mentale, di un sentimento o di una sensazione:
Quello è il tuo gatto? No, è di mia sorella.
La sua bellezza era notevole, ma ancor più la sua bontà.
Vogliamo manifestarti il nostro affetto.
La sua bellezza era notevole, ma ancor più la sua bontà.
Vogliamo manifestarti il nostro affetto.
Occorre però tenere presente che l’appartenenza espressa dall’aggettivo possessivo va intesa in senso largo. Quando poi diciamo:
la nostra brava Silvia, la mia scuola,
la nostra città, la sua solita distrazione
la nostra città, la sua solita distrazione
gli aggettivi nostra, mia e sua non indicano affatto un rapporto di possesso ma un legame di consuetudine, di affetti, di partecipazione ecc.
Gli aggettivi possessivi sono variabili e concordano con il genere e il numero del sostantivo a cui si riferiscono.
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Altri possessivi di 3° persona sono:
proprio, propria, propri, proprie
altrui = di un altro, di altri ecc. (variabile)
L’aggettivo loro è invariabile e quindi si mantiene uguale sua al maschile sia al femminile, al singolare e al plurale:
il loro cane, la loro gatta,
i loro soldi, le loro idee
i loro soldi, le loro idee
Suo, sua, suoi, sue si riferiscono sempre a persona singolare:
Nadia ama il suo lavoro.
Loro a più persone:
Fabio e Massimo amano il loro lavoro.
Attenzione, quindi a non confondere frasi come:
Essi fanno i loro (= propri) interessi.
Essi fanno i suoi (= di lui) interessi.
Essi fanno i suoi (= di lui) interessi.
Proprio, quando si riferisce alla 1° e 2° persona, è sempre rafforzativo di mio, tuo, nostro e vostro:
L’ho visto con i miei propri occhi.
(e non L’ho visto con i propri occhi);
(e non L’ho visto con i propri occhi);
quando si riferisce alla 3° persona può stare da solo:
L’ha visto con i propri occhi.
Anzi, proprio diventa obbligatorio nelle frasi impersonali:
Si vive bene nella propria casa;
e quando suo può far nascere dubbi.
Altrui può essere sostantivo e aggettivo:
Non desiderare l’altri (= la roba d’altri).
Rispetta l’altrui (= degli altri) volontà.
Rispetta l’altrui (= degli altri) volontà.
Possessivo e articolo davanti a nomi di parentela
L’aggettivo possessivo non vuole l’articolo:
quando precede nomi di parentela al singolare: mia madre, tuo fratello, sua zia.
Vuole invece l’articolo:
1. quando i nomi di parentela sono alterati:
la mia sorellina, il tuo cuginetto, la sua sorellastra;
2. con i nomi babbo, papà, mamma, matrigna, patrigno, figliolo, figliola:
il mio papà, la vostra figliola;
3. quando il nome di parentela è preceduto da un aggettivo qualificativo: la mia bella zia, il tuo simpatico cugino;
4. quando l’aggettivo possessivo è proprio o loro: il loro cugino, il proprio padre.
Frasi con aggettivi possessivi:
Il tuo cane è un corridore
Il mio gatto è un acrobata.
Il suo criceto è un pagliaccio.
I nostri animali sono straordinari animali da circo.
Il cane è di proprietà di colui che ascolta la frase, il gatto è di chi parla, il criceto è di una terza persona, gli animali sono di tutte tre le persone: gli aggettivi tuo, mio, suo, nostro indicano chi è il proprietario, chi ha il possesso degli animali di cui parla. Essi pertanto, come abbiamo già detto, si chiamano aggettivi possessivi.
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