L'articolo (dal latino articulus = piccola articolazione) è quella parola che precede il nome e che ne indica il genere e il numero. L'articolo è perciò l'indicatore delle parole, l'etichetta delle parole. Da solo non ha alcun senso, ma messo davanti a qualunque parola la trasforma in nome.
È la parte variabile del discorso che si premette al nome per indicarlo in modo determinato (articolo determinativo) o in modo indeterminato (articolo indeterminativo).
L'articolo davanti a nomi propri e cognomi
Si usa con i nomi propri se preceduti da aggettivo o da nome comune: il bell'Antonio - la duchessa Matilde.
Nelle regioni settentrionali è di uso frequente nel linguaggio familiare premettere l'articolo ai nomi propri: Salutami la Giovanna.
Mentre non si usa con i nomi propri di persona: Ho salutato Vittorio - Ho incontrato Anna.
Si usa con i nomi propri se assumono significato di nome comune: Quegli uomini sono proprio dei mecenati.
Si usa con i nomi propri quando sono titoli di opere: Ho visto l'Aida.
Si usa con il cognome riferito a donna e nel plurale: Alla terza ora abbiamo la Pieri. - A cena abbiamo i Torrisi.
Si usa quando il cognome indica l'opera di un autore: Ho letto il Manzoni. - Ho ammirato il Picasso.
Mentre non si usa quando il cognome è preceduto dal nome: Giacomo Leopardi fu un grande poeta.
Si usa con i soprannomi: Filippo il Bello - Ivan il terribile.
L'articolo davanti a nomi che indicano parentela
Si usa con i nomi di parentela al plurale preceduti da un aggettivo possessivo: i miei fratelli - le nostre sorelle.
Mentre non si usa con i nomi di parentela al singolare preceduti da un aggettivo possessivo: (mio padre - tua zia - suo cugino).
Si usa quando l'aggettivo possessivo segue il nome: il padre suo.
Si usa quando il nome di parentela è preceduto da un aggettivo: il mio buon fratello - la sua ottima madre - il caro zio.
Si usa quando il nome di parentela è alterato: il vostro fratellino - la tua zietta.
Si usa con i nomi mamma, babbo, papà, che sono considerati vezzeggiativi: la mia mamma, il mio babbo.
L'articolo davanti ai nomi geografici
Si usa con i nomi di monti e fiumi, laghi, mari, oceani: il Cervino, il Reno, l'Atlantico.
Si usa con i nomi di regioni, di Stati e di continenti: la Sardegna, la Francia, l'Europa.
Si usa con i nomi di grandi isole: la Sicilia - la Corsica.
Ma ci sono delle eccezioni: Cipro - Malta.
Si usa con i nomi di città accompagnati da un aggettivo o da un complemento di specificazione: la Firenze medievale, la Parigi del XVIII secolo.
Fanno eccezione alcuni nomi di città in cui l'articolo fa parte integrante del nome: La Spezia, L'Aquila, Il Cairo.
Mentre non si usa con i nomi di città, paese, villaggio: Visiteremo Firenze.
L'articolo davanti ai nomi dei giorni della settimana
Non si usa con i nomi indicanti i giorni della settimana quando sono sottintesi gli aggettivi prossimo e scorso:
Giovedì (prossimo) andremo a sciare.
Lunedì (scorso) ti telefonai due volte.
Si usa in ogni altro caso:
L'ufficio è aperto il martedì e il venerdì.
Lo spettacolo della domenica è divertente.
Maschile e femminile
Per evitare errori nell'uso dell'articolo indeterminativo bisogna tenere presente che "un" non è una forma elisa di "uno" ma una forma tronca. Per questo un non vuole mai l'apostrofo (un animale e non un'animale).
L'apostrofo nell'articolo indeterminativo è presente solo per elidere la forma femminile "una" quando si trova davanti a una parola che inizia per vocale (un'amica, un'idea).
Anzi, è interessante notare che in alcuni casi l'apostrofo è l'unico elemento in grado di far comprendere il genere del nome cui l'articolo indeterminativo si riferisce, come nei casi già citati di un'insegnante (femminile) o di un artista (maschile) e un'artista (femminile).
I partitivi
Abbiamo visto che l'articolo indeterminativo (un, uno, una) non ha plurale. Per il plurale dell'articolo indeterminativo si ricorre alle preposizioni articolate dei, degli, delle, che in questo caso significano "alcuni", "alcune".
In altri casi, invece, la preposizione articolata è singolare e significa "un po' di", "alquanto".
Le preposizioni articolate (del, dello, della, dei, degli, delle) in casi del genere servono come articoli partitivi.
Hanno valore simile all'articolo indeterminativo e indicano una parte indefinita.
Osservate ora questa frase:
In questo caso sarebbe meglio dire Mi ricevette con parole cortesi.
Se invece dicessimo: Quella gazza ha delle penne azzurre, vuol dire che ha alcune penne azzurre. Togliendo il partitivo la frase cambia completamente: La ragazza ha le penne azzurre vuol dire che tutte le penne sono azzurre.
SEI PREPARATO? = Verifica sugli articoli determinativi e indeterminativi
È la parte variabile del discorso che si premette al nome per indicarlo in modo determinato (articolo determinativo) o in modo indeterminato (articolo indeterminativo).
Articoli determinativi
Articoli che si premettono a un nome per indicare una persona, un animale, una cosa ben definita e nota a chi parla e a chi ascolta, o di cui si è già parlato.Maschile: | Femminile: | |
Singolare: | IL, LO, L' | LA, L' |
Plurale: | I, GLI | LE |
Articoli indeterminativi
Articoli che si premettono a un nome per indicare una persona, un animale, una cosa indefinita, imprecisa e non nota a chi si parla e a chi ascolta.Maschile: | Femminile: | |
Singolare: | UN, UNO | UNA, UN' |
Articoli partitivi
Articoli che si premettono a un nome per indicare una parte di un tutto (cioè di un insieme di persone o animali o cose), senza precisare la quantità.Maschile: | Femminile: | |
Singolare: | DEL, DELLO | DELLA |
Plurale: | DEI, DEGLI | DELLE |
Uso dell'articolo
L'articolo davanti a nomi propri e cognomi
Si usa con i nomi propri se preceduti da aggettivo o da nome comune: il bell'Antonio - la duchessa Matilde.
Nelle regioni settentrionali è di uso frequente nel linguaggio familiare premettere l'articolo ai nomi propri: Salutami la Giovanna.
Mentre non si usa con i nomi propri di persona: Ho salutato Vittorio - Ho incontrato Anna.
Si usa con i nomi propri se assumono significato di nome comune: Quegli uomini sono proprio dei mecenati.
Si usa con i nomi propri quando sono titoli di opere: Ho visto l'Aida.
Si usa con il cognome riferito a donna e nel plurale: Alla terza ora abbiamo la Pieri. - A cena abbiamo i Torrisi.
Si usa quando il cognome indica l'opera di un autore: Ho letto il Manzoni. - Ho ammirato il Picasso.
Mentre non si usa quando il cognome è preceduto dal nome: Giacomo Leopardi fu un grande poeta.
Si usa con i soprannomi: Filippo il Bello - Ivan il terribile.
L'articolo davanti a nomi che indicano parentela
Si usa con i nomi di parentela al plurale preceduti da un aggettivo possessivo: i miei fratelli - le nostre sorelle.
Mentre non si usa con i nomi di parentela al singolare preceduti da un aggettivo possessivo: (mio padre - tua zia - suo cugino).
Si usa quando l'aggettivo possessivo segue il nome: il padre suo.
Si usa quando il nome di parentela è preceduto da un aggettivo: il mio buon fratello - la sua ottima madre - il caro zio.
Si usa quando il nome di parentela è alterato: il vostro fratellino - la tua zietta.
Si usa con i nomi mamma, babbo, papà, che sono considerati vezzeggiativi: la mia mamma, il mio babbo.
L'articolo davanti ai nomi geografici
Si usa con i nomi di monti e fiumi, laghi, mari, oceani: il Cervino, il Reno, l'Atlantico.
Si usa con i nomi di regioni, di Stati e di continenti: la Sardegna, la Francia, l'Europa.
Si usa con i nomi di grandi isole: la Sicilia - la Corsica.
Ma ci sono delle eccezioni: Cipro - Malta.
Si usa con i nomi di città accompagnati da un aggettivo o da un complemento di specificazione: la Firenze medievale, la Parigi del XVIII secolo.
Fanno eccezione alcuni nomi di città in cui l'articolo fa parte integrante del nome: La Spezia, L'Aquila, Il Cairo.
Mentre non si usa con i nomi di città, paese, villaggio: Visiteremo Firenze.
L'articolo davanti ai nomi dei giorni della settimana
Non si usa con i nomi indicanti i giorni della settimana quando sono sottintesi gli aggettivi prossimo e scorso:
Giovedì (prossimo) andremo a sciare.
Lunedì (scorso) ti telefonai due volte.
Si usa in ogni altro caso:
L'ufficio è aperto il martedì e il venerdì.
Lo spettacolo della domenica è divertente.
Per non sbagliare
Maschile e femminile
Per evitare errori nell'uso dell'articolo indeterminativo bisogna tenere presente che "un" non è una forma elisa di "uno" ma una forma tronca. Per questo un non vuole mai l'apostrofo (un animale e non un'animale).
L'apostrofo nell'articolo indeterminativo è presente solo per elidere la forma femminile "una" quando si trova davanti a una parola che inizia per vocale (un'amica, un'idea).
Anzi, è interessante notare che in alcuni casi l'apostrofo è l'unico elemento in grado di far comprendere il genere del nome cui l'articolo indeterminativo si riferisce, come nei casi già citati di un'insegnante (femminile) o di un artista (maschile) e un'artista (femminile).
I partitivi
Abbiamo visto che l'articolo indeterminativo (un, uno, una) non ha plurale. Per il plurale dell'articolo indeterminativo si ricorre alle preposizioni articolate dei, degli, delle, che in questo caso significano "alcuni", "alcune".
Ho letto dei (= alcuni) libri di storia.
In altri casi, invece, la preposizione articolata è singolare e significa "un po' di", "alquanto".
Dammi del (= un po' di) vino.
Le preposizioni articolate (del, dello, della, dei, degli, delle) in casi del genere servono come articoli partitivi.
Hanno valore simile all'articolo indeterminativo e indicano una parte indefinita.
Ci sono dei (= alcuni) bambini nel giardino;
C'è del (= un po' di, alquanto) traffico nella via.
Osservate ora questa frase:
Mi ricevette con delle parole cortesi.
In questo caso sarebbe meglio dire Mi ricevette con parole cortesi.
Se invece dicessimo: Quella gazza ha delle penne azzurre, vuol dire che ha alcune penne azzurre. Togliendo il partitivo la frase cambia completamente: La ragazza ha le penne azzurre vuol dire che tutte le penne sono azzurre.
SEI PREPARATO? = Verifica sugli articoli determinativi e indeterminativi