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Capitolo 17 I Promessi Sposi - Riassunto

Riassunto del diciassettesimo capitolo (cap. XVII) del romanzo I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni.
Renzo prega nella capanna


Dove: sulla strada da Gorgonzola all'Adda e dall'Adda al paese di Bortolo, vicino a Bergamo.

Quando: la sera e la notte del 12 novembre, la mattina del 13 novembre 1628.

Chi: Renzo, un pescatore, Bortolo.



Sintesi

Il cammino di Renzo nelle tenebre, da Gorgonzola all'Adda
Uscito dall'osteria, Renzo si incammina per strade secondarie in direzione dell'Adda. Indignato da quanto ha ascoltato, sfoga in un immaginario colloquio con il mercante la sua ira per quel travisamento della realtà. In un secondo tempo, però, tutte le sue energie sono assorbite dal difficile cammino nell'oscurità, senza un'indicazione precisa, in luoghi solitari e sempre più selvatici: nell'animo di Renzo si insinua cosi la paura che gli toglie ogni vigore, anche fisico.
Proprio nel momento in cui, sentendosi sopraffatto, Renzo si ferma per riflettere, gli giunge il rumore dell'Adda. Le forze gli tornano all'improvviso: corre in direzione del fiume, lo vede dall'alto e, oltre
quello, scorge Bergamo. Decide di passare la notte in una capanna, per tentare poi, la mattina successiva, l'attraversamento dell'Adda.


La notte nella capanna
Prima di sdraiarsi, Renzo recita le preghiere, domandando perdono di essersene dimenticato la sera prima, a causa dell'ubriachezza. Non riesce però a prendere sonno, perché le memorie degli ultimi casi sono ancora troppo vive e non gli danno pace. Le uniche immagini che lo confortano sono quelle di Lucia, Agnese e fra Cristoforo, ma nei loro confronti Renzo si sente colpevole per averne tradito la fiducia comportandosi in una maniera che essi non avrebbero approvato.


L'attraversamento dell'Adda e la strada verso Bergamo
All'alba, Renzo si dirige verso l'Adda; vede la barca di un pescatore, gli dà una voce e riesce a farsi traghettare sull'altra sponda, in territorio della Repubblica veneta. Fermatosi un momento a contemplare la riva milanese, Renzo pronuncia il suo «Addio monti», concludendolo con un'affermazione di fiducia nella Provvidenza. Si incammina poi in direzione di Bergamo, osservando lungo la via i segni della povertà causata dalla carestia. All'uscita da un'osteria, dove si è fermato per rifocillarsi, dà in elemosina gli ultimi denari che possiede.


Renzo arriva al paese di Bortolo e viene accolto da lui
Arrivato al paese di Bortolo, Renzo si fa indicare la filanda dove il cugino lavora. Bortolo lo accoglie presso di sé, anche se non è quello il momento più adatto a nuove assunzioni; ma egli gode della stima del padrone e promette di procurare un lavoro al cugino, soprattutto dopo averne sentito la storia dolorosa. Renzo dovrà però adattarsi a sentirsi chiamare «baggiano», perché è questo l'epiteto che i bergamaschi applicano a chi proviene dallo stato di Milano.


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