di Eugenio Montale
Analisi del testo
L’ispiratrice di questa poesia, una delle più belle del Novecento italiano, è Annette (o Arletta). Montale la frequentò in gioventù, dal 1920 al 1924, al tempo dei soggiorni estivi a Monterosso. Poi non la vide più e a quel punto Annetta entrò nella sua poesia. Molto tempo è passato da allora. Il poeta si ricorda della casa dei doganieri e dei momenti che li trascorse con Annetta e le manda con questi versi una cartolina d’amore, tenera e desolata. La casa dei doganieri sulla balza rocciosa a picco sul mare è l’occasione, il tema intorno a cui il poeta intesse la trama fonica. Egli evoca qui un attimo di felicità della sua giovinezza, la nostalgia d’un ricordo d’amore lontano. Ma questo ricordo, anziché gioia, gli suscita un senso di smarrimento profondo e, insieme, la consapevolezza dello scorrere inesorabile del tempo che distugge il passato e della triste solitudine che lo isola dal mondo.
Ecco in sintesi i motivi trattati nella lirica, motivi che si allacciano a quelli che abbiamo visto negli Ossi di seppia:
- la casa dei doganieri, a strapiombo sul mare, è un accenno al paesaggio ligure
- la viva nostalgia di un ricordo d’amore
- lo smarrimento dell’animo di fronte allo scorrere inesorabile del tempo e della vita
- ricerca di un varco per uscire dal cerchio dei ricordi del passato e del vivere quotidiano
- il senso di solitudine e di incomunicabilità perché è solo il poeta a ricordare il passato
Tale ricordo che si innesta nel presente, lo porta a meditare sull’esistenza; di qui la sua speranza di poter trovare un varco e salvare almeno il ricordo della rovina operata dal tempo. (come Meriggiare: non recidere, forbice)
La sintassi non è sempre facile: le frequenti notazioni spazzano qua e là il filo del periodo.
Il lessico comune si mescola con parole di tono letterario
Le figure retoriche: “desolata” riferito a casa, “sciame” inteso come sciame di pensieri e non di api.
Anno:1930
Temi: il vagheggiamento della donna – la labilità dei legami con il proprio passato – la poesia che si nutre di ricordi – essa però non può vincere il tempo
La Metrica: Quattro strofe di versi liberi con prevalenza di endecasillabi. Varietà di rime e assonanze, con lo scopo di ricreare la realtà del presente e l’eco del passato.
L’ispiratrice di questa poesia, una delle più belle del Novecento italiano, è Annette (o Arletta). Montale la frequentò in gioventù, dal 1920 al 1924, al tempo dei soggiorni estivi a Monterosso. Poi non la vide più e a quel punto Annetta entrò nella sua poesia. Molto tempo è passato da allora. Il poeta si ricorda della casa dei doganieri e dei momenti che li trascorse con Annetta e le manda con questi versi una cartolina d’amore, tenera e desolata. La casa dei doganieri sulla balza rocciosa a picco sul mare è l’occasione, il tema intorno a cui il poeta intesse la trama fonica. Egli evoca qui un attimo di felicità della sua giovinezza, la nostalgia d’un ricordo d’amore lontano. Ma questo ricordo, anziché gioia, gli suscita un senso di smarrimento profondo e, insieme, la consapevolezza dello scorrere inesorabile del tempo che distugge il passato e della triste solitudine che lo isola dal mondo.
Ecco in sintesi i motivi trattati nella lirica, motivi che si allacciano a quelli che abbiamo visto negli Ossi di seppia:
- la casa dei doganieri, a strapiombo sul mare, è un accenno al paesaggio ligure
- la viva nostalgia di un ricordo d’amore
- lo smarrimento dell’animo di fronte allo scorrere inesorabile del tempo e della vita
- ricerca di un varco per uscire dal cerchio dei ricordi del passato e del vivere quotidiano
- il senso di solitudine e di incomunicabilità perché è solo il poeta a ricordare il passato
Tale ricordo che si innesta nel presente, lo porta a meditare sull’esistenza; di qui la sua speranza di poter trovare un varco e salvare almeno il ricordo della rovina operata dal tempo. (come Meriggiare: non recidere, forbice)
La sintassi non è sempre facile: le frequenti notazioni spazzano qua e là il filo del periodo.
Il lessico comune si mescola con parole di tono letterario
Le figure retoriche: “desolata” riferito a casa, “sciame” inteso come sciame di pensieri e non di api.
Anno:1930
Temi: il vagheggiamento della donna – la labilità dei legami con il proprio passato – la poesia che si nutre di ricordi – essa però non può vincere il tempo
La Metrica: Quattro strofe di versi liberi con prevalenza di endecasillabi. Varietà di rime e assonanze, con lo scopo di ricreare la realtà del presente e l’eco del passato.