Piccarda, illustrazione di Gustave Doré |
Tempo: 13 aprile 1300, mercoledì dopo Pasqua
Luogo: Cielo primo - Luna. L’atmosfera di questo cielo si presenta come una nube luminosa, densa, compatta e senza macchie, simile a un diamante colpito dal sole.
Intelligenze motrici: Angeli
Personaggi: Beatrice, Dante, Piccarda Donati, Costanza d’Altavilla
Spiriti beati: Spiriti mancanti ai voti. Sono le anime sante di coloro che, per violenza subita, non portarono a termine l’impegno preso nei confronti di Dio con i voti religiosi. Si presentano a Dante come ombre chiare e diafane, simili a immagini riflesse da uno specchio, che conservano ancora le fattezze terrene, ma trasfigurate dalla beatitudine celeste.
Sintesi
L'inosservanza dei votiDante alza gli occhi con riverenza verso Beatrice per ringraziarla della spiegazione ricevuta sulle macchie lunari e sugli influssi dei Cieli, ma non riesce a pronunciare parola. La sua attenzione è attratta dall'immagine di volti evanescenti, che sembrano riflessi da vetri trasparenti o da specchi d'acqua limpida. Il poeta volge lo sguardo indietro credendo che le anime si trovino alle sue spalle, ma il sorriso e le parole benevole di Beatrice gli fanno comprendere che quelle che a lui paiono figure riflesse sono in realtà gli spiriti del Cielo e della Luna, qui destinati per non aver mantenuto i voti religiosi pronunciati.
Piccarda Donati
Dante allora, su invito di Beatrice, chiede a colei che sembra più desiderosa di parlare quali siano il suo nome e la sua condizione. Si tratta di Piccarda Donati, trasfigurata nella bellezza in quanto beata. Dante le domanda quindi se le anime che sono con lei non desiderino poter godere maggiormente della visione di Dio, ma Piccarda risponde che tutte sono completamente appagate dalla propria sorte. Questa infatti deriva dalla volontà di Dio, alla quale ogni beato desidera conformarsi. Il poeta le chiede allora quale voto non abbia osservato in vita e Piccarda narra la sua vicenda. Entrata in convento presso l'ordine delle Clarisse, fu rapita da uomini scellerati e costretta alla vita matrimoniale.
L'imperatrice Costanza d'Altavilla
Indica poi al poeta l'imperatrice Costanza, moglie di Enrico VI, la quale, come lei, provò il dispiacere dell'allontanamento forzato dalla condizione monacale.
Infine, Piccarda invita a cantare Ave e piano piano scompare, mentre Dante è abbagliato dalla luminosità di Beatrice.
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