Ritratto di Venere, la dea padrona del cielo dove si svolge il canto nono |
Tempo: 13 aprile 1300, mercoledì dopo Pasqua
Luogo:
CIELO TERZO: VENERE
Si presenta come una sfera luminosa.
Intelligenze motrici: Principati
Personaggi: Beatrice, Dante, Carlo Martello, Cunizza da Romano, Folchetto da Marsiglia, Raab
Spiriti beati: Spiriti amanti.
Sono le anime di coloro in cui eccelse la virtù dell’amore, limitata però da una passione eccessiva per i beni del corpo. Si presentano come splendori che cantano e danzano, con diversa velocità a seconda del loro grado di beatitudine.
Sintesi
Invettiva contro la vanitàRivolgendosi metaforicamente a Clemenza, moglie di Carlo Martello, Dante afferma che questi ha predetto gli inganni che la sua discendenza subirà, ai quali però seguirà una giusta vendetta. Mentre l'anima di Carlo si rivolge verso Dio, che la sazia della sua luce, Dante prorompe in una dura invettiva contro le creature che mirano alle vanità.
Cunizza da Romano
Cunizza da Romano, sorella d'Ezzelino, dichiara di essere stata dominata dall'influsso del Cielo di Venere, cioè dall'amore. Senza nominarlo, parla di uno spirito a lei vicino che ebbe grande fama in terra. Poi narra della vittoria dei vicentini sui padovani, dell'assassinio di Rizzardo da Camino e del tradimento del crudele vescovo di Feltre, Alessandro Novello, rivelando che grandi sciagure si abbatteranno sui corrotti abitanti della Marca Trevigiana.
Folchetto da Marsiglia
Cunizza riprende la danza e Dante chiede all'anima a lei vicina di soddisfare le sue domande inespresse. Si tratta del trovatore Folchetto da Marsiglia, che gli racconta come in terra sia stato influenzato dal Cielo di Venere e gli spiega come in Paradiso si provi gioia per la disposizione ad amare e come si comprenda il provvidenziale disegno divino della creazione.
Raab: invettiva contro l'alto clero
Folchetto indica a Dante l'anima più luminosa di questo cielo, Raab, la meretrice di Gerico, degna del Paradiso perché aiutò Giosue in Terrasanta. Dall'esempio di Raab, Folchetto trae spunto per l'invettiva contro l'alto clero, preso dai beni materiali e dimentico dei propri sacri doveri, e predice che ormai è vicina la liberazione di Roma dalla corruzione.
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