Gustave Doré, "Il terzo cerchio" |
Tempo: venerdì santo 8 aprile 1300, verso la mezzanotte.
Luogo: 3° cerchio: golosi. Una pioggia incessante di acqua sporca, neve e grandine cade sulla terra che esala fetore.
Personaggi: Virgilio, Dante, Ciacco, Cerbero
Golosi = Sono riversi a terra, flagellati dalla pioggia etterna maladetta, fredda e greve; su di essi infierisce il demonio Cerbero, graffiandoli, scuoiandoli e squartandoli.
Sintesi
Il terzo cerchi: fra i golosiRiprendendo coscienza dopo lo svenimento per la vicenda Paola e Francesca, Dante si accorge di essere nel terzo cerchio. La colpa dei dannati, in vita, è quella di aver amato troppo i cibi raffinati e ora sono martellati da un'incessante pioggia fetida, mista a grossa grandine e neve, e urlano di dolore con la testa nel fango puzzolente.
Cerbero
Custode del terzo cerchio è Cerbero, demone a tre teste dagli occhi rossi. Egli latra furioso e scortica e scuoia con le unghie gli infelici dannati. Vedendo i due poeti, il mostro ringhia paurosamente contro di loro, mostrando i denti. Virgilio si china, afferra una manciata di fango e la getta nelle bocche spalancate del mostro, che si zittisce.
Ciacco
Dante e Virgilio non possono fare a meno di camminare sopra i dannati che giacciono distesi nel fango, percossi dalla pioggia. Uno di essi, levatosi a sedere al passaggio dei poeti, rivolge la parola a Dante, chiedendogli se lo riconosca. Ricevuta risposta negativa, dice di essere nato a Firenze, città piena d'invidia, di chiamarsi Ciacco e di essere stato condannato a scontare in quel luogo i peccati della gola.
La profezia di Ciacco
Mostrandosi addolorato per la sorte di Ciacco, Dante gli domanda quale sarà il futuro di Firenze, tormentata dalle lotte tra le fazioni, quali siano le ragioni di tali discordie e se tra i fiorentini esista qualche uomo giusto. Ciacco profetizza allora che la lotta fra Bianchi e Neri si concluderà con la vittoria finale dei Neri attraverso l'aiuto del papa Bonifacio VIII. Pochissimi sono gli uomini giusti e restano inascoltati perché Firenze brucia ormai di superbia, invidia e avarizia. Dante chiede ancora se Farinata, il Tegghiaio, Jacopo Rusticucci, Arrigo, il Mosca e altri ragguardevoli fiorentini gustino le gioie del Paradiso o soffrano le pene dell'Inferno, venendo a sapere che tutti sono dannati e che potrà incontrarli nei cerchi più bassi.
Le pene dei dannati dopo il giudizio.
Finito questo, Ciacco si sdraia nel fango e Virglio spiega che non si alzerà mai più da lì fino al giorno del Giudizio Universale. Dante domanda a Virgilio, se dopo la sentenza finale, i tormenti delle anime, aumenteranno o diminuiranno e Virgilio gli conferma che le pene dei dannati aumenteranno.
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