Tempo: Lunedì di Pasqua 11 aprile 1300, prime ore pomeridiane
CORNICE II: La ripa e la via sono di pietra liscia, col livido color de la petraia. La cornice è percorsa da voci che gridano esempi di carità premiata e di invidia punita.
Personaggi: Dante, Virgilio, Guido del Duca, Rinieri da Calboli
Penitenti e pena: Invidiosi. Sono gli spiriti che guardarono con malevolenza la felicità altrui. Per contrappasso, ora sono coperti di cilicio e hanno gli occhi cuciti con il fil di ferro. Stanno seduti con le spalle poggiate contro la parete del monte e si reggono a vicenda. Ascoltano esempi di carità premiata e di invidia punita gridati da voci invisibili, e recitano le litanie dei santi.
Sintesi
Guido del Duca e Rinieri da CalboliDue spiriti chini l'uno sull'altro, i romagnoli Guido del Duca e Rinieri da Calboli, sono desiderosi di sapere chi sia Dante. Il poeta tace il proprio nome dichiarando di essere ancora poco noto ma, alludendo all'Arno, rivela che la sua città natale è situata lungo il suo corso. Rinieri vuol sapere dal compagno di pena perché Dante eviti di pronunciare il nome del fiume; l'altro, nonostante non ne conosca la ragione, afferma che sarebbe cosa degna che il nome di quella valle scomparisse dall'umano ricordo.
Il bestiario offerto dalle città toscane
I suoi abitanti hanno dimenticato che cosa sia la virtù e sono diventati simili alle bestie nutrite dalla maga Circe. Nel suo primo tratto il fiume scorre tra i brutti porci del Casentino, poi scende tra gli abitanti di Arezzo, i botoli che ringhiano più di quanto consentano le loro capacità, quindi passa attraverso i lupi di Firenze e infine fra i pisani, volpi fraudolente che non temono alcun inganno. Guido predice poi al compagno Rinieri le sanguinose uccisioni che avverranno in Firenze per opera di suo nipote Fulcieri da Calboli. Allora Dante prega il suo interlocutore di rivelare la propria identità e quella del suo vicino.
Guido inveisce contro la Romagna
Guido del Duca narra la sua vicenda terrena di uomo pieno di invidia, quindi, parlando di Rinieri, esempio di onore della sua casata, pronuncia un'invettiva contro la Romagna, priva ormai di uomini virtuosi ma colma di figli degeneri, e afferma che faranno bene i Fantolini da Cerfugnano a non procreare, per non far degenerare la stirpe. Infine, addolorato, Guido congeda Dante perché non ha più desiderio di parlare ma solo di piangere.
Esempi di invidia punita
Improvvisamente si ode una voce simile al tuono, che grida le parole pronunciate da Caino dopo aver ammazzato per invidia il fratello ("Mi ucciderà chiunque mi troverà") e poco dopo si ode un'altra dichiarazione: "Io sono Aglauro, che diventai sasso". Timoroso, Dante si stringe a Virgilio, ma questi lo rassicura e gli spiega che le voci udite sono esempi di invidia punita.
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