di Eugenio Montale
Parafrasi:
Non tagliare, forbice, quel viso,ormai solo sopravvissuto che svanisce nella memoria Non far diventare lo sforzo che trattiene l’immagine del viso che mi ascolta, l’incapacità di distinguere i ricordi. Cala il gelo della lama del potatore... il colpo è secco e deciso alla cima della pianta e l’acacia abbattuta fa cadere dal legno il corpo secco della cicala nel primo fango di novembre.
Il poeta chiede alle forbici di non rovinare il ricordo che sta emergendo a fatica nella memoria; non lo taglino, come fa invece l’accetta quando recide la cima del albero. Dai rami si stacca in quel caso il guscio vuoto della cicala, l’animale che aveva cantato in precedenza l’estate che adesso è sfumata nei freddi autunnali.
Parafrasi:
Non tagliare, forbice, quel viso,ormai solo sopravvissuto che svanisce nella memoria Non far diventare lo sforzo che trattiene l’immagine del viso che mi ascolta, l’incapacità di distinguere i ricordi. Cala il gelo della lama del potatore... il colpo è secco e deciso alla cima della pianta e l’acacia abbattuta fa cadere dal legno il corpo secco della cicala nel primo fango di novembre.
Il poeta chiede alle forbici di non rovinare il ricordo che sta emergendo a fatica nella memoria; non lo taglino, come fa invece l’accetta quando recide la cima del albero. Dai rami si stacca in quel caso il guscio vuoto della cicala, l’animale che aveva cantato in precedenza l’estate che adesso è sfumata nei freddi autunnali.