Riassunto:
Il naturalismo nasce e si sviluppa in Francia nel periodo identificabile nella prima metà dell'800. In Francia si è avviato il processo di industrializzazione, si è realizzata una nuova classe sociale egemone che è la borghesia, ciò dall'altro lato ha causato i primi mali di una società industrializzata. L'intellettuale si trova estraniato dai processi di industrializzazione, vede il prodotto di questa realtà lontano dal miglioramento a cui egli auspicava. La forma d'arte di questo periodo è caratterizzata da un verismo esasperato, da una utilizzazione errata di questi strumenti d'analisi che si difenderanno agli strumenti di quelle scienze esatte, quindi dinnanzi a questa realtà l'intellettuale non può non cogliere gli oggetti negativi. Il romanzo dovrebbe fotografare una realtà senza l'intervento dell'intellettuale che lo farà evolvere secondo la realtà stessa. Il romanzo, la narrazione procedono secondo le regole della scienza esatte (matematiche, fisiche, chimiche). Se la realtà francese è una realizzata in Italia, la realtà sociale è diversa, non abbiamo una nazione, una unità sociale, sì, abbiamo fatto l'Italia ma ora bisogna fare l'italiano. Non abbiamo una classe a cui fare riferimento intellettuale italiani guardano a queste trasformazioni con preoccupazione. Se in Francia era possibile far riferimento a quella società indicato con i suoi aspetti positivi e negativi, in Italia non abbiamo una borghesia quindi non c'è un proletariato e un sotto proletariato, quindi il protagonista del romanzo naturalistico, sottoproletariato urbano, cioè quel popolo che si sviluppa attorno a una realtà di miseria all'ombra del processo industrializzazione. In Italia il naturalismo diventa verismo . I nostri veristi portano come protagonista il mondo contadino in un momento in cui questa realtà sta transitando in qualcosa di nuovo, i valori del contadino contro il progresso.
Nel mondo contadino il fatto che uno si sia approfittato della tua donna, i valori ti costringono ad ucciderlo, queste regole che regolano il mondo contadino entrano in contrasto con il nuovo progredito. Verga è il nostro più grande scrittore del verismo (Nedda, primo racconto verista). Nedda si presenta da sé, i Malavoglia i loro valori (la casa del nespolo) si scontrano con la realtà in trasformazione. Verga è un proprietario terriero, che conserva i valori, la mentalità del contadino. In questa fase si trova l'accademia di alcune esperienze, contesti positivi immediati, altri esiti successivi.
La scapigliatura ebbe un significato rilevante perché essi rifiutano tutto ciò che gli è stato tramandato loro dal classicismo e dal romanticismo. I scapigliati si rappresentano come figli di padri malati. E' un movimento che in Italia si sviluppa intorno al 1860 al 1880, nasce dalla delusione che la gioventù post risorgimentale ha nei confronti degli esiti risorgimentali, rifiutano il passato dal punto di vista politico, sociale, letterario.
La scapigliatura è un movimento borghese che non produce esiti immediati perché li troveremo nei grandi del decadentismo, produce subito l'effetto di uscire dal provincialismo della nostra cultura per trovare agganci con la cultura straniera. La scapigliatura è un movimento sociologico, anarchico e borghese. Movimento borghese perché gli intellettuali che fanno parte del movimento sono borghesi. Questo movimento monotono nel senso che è complesso, distinguiamo una Scapigliatura milanese da una Torinese, i primi aderiscono per intero a una visione del mondo che si sviluppa soprattutto in Francia, mentre gli Scapigliati Torinesi sono più scapigliati di movimento ma la loro vita non rientra nel movimento vero e proprio. Gli scapigliati si definiscono i figli di una società borghese, che non ha saputo mettere qualcosa di costruttivo.
La scapigliatura è rottura con il passato che ricostruisce sulle macerie.
Anarchico perché ne accetta le regole del passato. Sociologo perché non dà risultati da punti di vista. Artistico perché è un movimento più di distruzione che di costruzione.
