di Giovanni Verga
Riassunto:
Si tratta di uno dei racconti più realistici e più belli del Verga, ma certamente uno dei meno conosciuti, se non addirittura dimenticati, tratto molto probabilmente da un tragico aneddoto ben noto allo scrittore catanese. Vi è ritratto senza finzioni l’ambiente sociale della campagna siciliana alla fine del Regno delle Due Sicilie.
In tutta la produzione verghiana non si trova un’accusa più esplicita e più dura contro l’ipocrisia e la corruzione morale della classe dominante, contro la sua cosiddetta giustizia, cinicamente così efficaci come quello del protagonista, servo di Dio, nelle apparenze ma, in realtà, odioso corruttore, una specie di barone antico capace di crudeli prepotenze.
Riassunto:
Si tratta di uno dei racconti più realistici e più belli del Verga, ma certamente uno dei meno conosciuti, se non addirittura dimenticati, tratto molto probabilmente da un tragico aneddoto ben noto allo scrittore catanese. Vi è ritratto senza finzioni l’ambiente sociale della campagna siciliana alla fine del Regno delle Due Sicilie.
In tutta la produzione verghiana non si trova un’accusa più esplicita e più dura contro l’ipocrisia e la corruzione morale della classe dominante, contro la sua cosiddetta giustizia, cinicamente così efficaci come quello del protagonista, servo di Dio, nelle apparenze ma, in realtà, odioso corruttore, una specie di barone antico capace di crudeli prepotenze.