Biografia
Vittorio Sereni è nato a Luino, sul Lago Maggiore, nel 1913, si trasferì nel 1925 a Brescia con la famiglia e ancora, nel 1933, a Milano. Qui si accostò alla cerchia di intellettuali che facevano capo al filosofo Antonio Banfi e divenne amico della poetessa Antonia Pozzi. Si laureò in lettere con una tesi su Guido Gozzano. Cominciò quindi a lavorare come insegnante di italiano e latino nei licei milanesi. Frequentava intanto l’ambiente di letterati e artisti che facevano capo alla rivista Corrente. Nel 1941 pubblicò appunto con le edizioni di Corrente il suo primo libro di versi, Frontiera (riedito nel 1942 con il titolo Poesie), ancora vicino alla poetica dell’Ermetismo.
Richiamato alle armi, come ufficiale di fanteria, soffrì le dolorose esperienze della Seconda guerra mondiale. Venne fatto prigioniero dagli inglesi in Africa settentrionale e fu perciò recluso per due anni in campo di prigionia, tra Algeria e Marocco. Tali vicende ispirarono le liriche del Diario d’Algeria (stampato nel 1947).
Finita la guerra, Sereni riprese l’insegnamento liceale, che lasciò nel 1952 per lavorare prima all’ufficio stampa della Pirelli (1952-58) e poi come dirigente editoriale alla Arnoldo Mondadori (1958-75). Dopo alcuni anni di silenzio poetico, nel 1965 uscì il suo terzo libro, Gli strumenti umani, che si lascia alle spalle le soluzioni ermetiche, a favore di un linguaggio più discorsivo, vicino al parlato, adatto ad affrontare le tematiche della disumanizzazione del mondo contemporaneo e della solitudine dell’uomo nella società delle macchine e del benessere. Nel 1981 uscì il quarto libro di versi, Stella variabile. Sereni fu autore anche di prose saggistiche e di memoria (Gli immediati dintorni, 1962; Letture preliminari, 1973 ecc.) e di traduzioni poetiche. E morto a Milano nel 1983.
Vittorio Sereni è nato a Luino, sul Lago Maggiore, nel 1913, si trasferì nel 1925 a Brescia con la famiglia e ancora, nel 1933, a Milano. Qui si accostò alla cerchia di intellettuali che facevano capo al filosofo Antonio Banfi e divenne amico della poetessa Antonia Pozzi. Si laureò in lettere con una tesi su Guido Gozzano. Cominciò quindi a lavorare come insegnante di italiano e latino nei licei milanesi. Frequentava intanto l’ambiente di letterati e artisti che facevano capo alla rivista Corrente. Nel 1941 pubblicò appunto con le edizioni di Corrente il suo primo libro di versi, Frontiera (riedito nel 1942 con il titolo Poesie), ancora vicino alla poetica dell’Ermetismo.
Richiamato alle armi, come ufficiale di fanteria, soffrì le dolorose esperienze della Seconda guerra mondiale. Venne fatto prigioniero dagli inglesi in Africa settentrionale e fu perciò recluso per due anni in campo di prigionia, tra Algeria e Marocco. Tali vicende ispirarono le liriche del Diario d’Algeria (stampato nel 1947).
Finita la guerra, Sereni riprese l’insegnamento liceale, che lasciò nel 1952 per lavorare prima all’ufficio stampa della Pirelli (1952-58) e poi come dirigente editoriale alla Arnoldo Mondadori (1958-75). Dopo alcuni anni di silenzio poetico, nel 1965 uscì il suo terzo libro, Gli strumenti umani, che si lascia alle spalle le soluzioni ermetiche, a favore di un linguaggio più discorsivo, vicino al parlato, adatto ad affrontare le tematiche della disumanizzazione del mondo contemporaneo e della solitudine dell’uomo nella società delle macchine e del benessere. Nel 1981 uscì il quarto libro di versi, Stella variabile. Sereni fu autore anche di prose saggistiche e di memoria (Gli immediati dintorni, 1962; Letture preliminari, 1973 ecc.) e di traduzioni poetiche. E morto a Milano nel 1983.