di Giosue Carducci
Analisi e commento:
Ancora una volta il Carducci ritrova una sincera vena poetica ripiegandosi su sé stesso e sui ricordi. Infatti, in un caldo pomeriggio estivo, si addormenta sui libri nel suo studio, e si perde in una visione di sogno: si rivede fanciullo nella Maremma toscana, in un lontano giorno di primavera, quando teneri affetti confortavano la sua vita (la madre ancora giovane, il fratello Dante ancora bambino coi riccioli d'oro, i profumi delicati delle colline in fiore). Ma quelle immagini lontane nel tempo e irripetibili procurano al poeta soltanto una lieve nostalgia, perchè al risveglio trova altri conforti e altre felicità: la dolcezza della casa, la presenza gioiosa delle figlie, la sua tenerezza di padre che le guarda e le ascolta.
La Metrica: ricalca l'esametro latino.
E' una lirica intimamente affettiva, lucida nella classica compostezza dello stile e della lingua. Il verso con la sua ampia cadenza musicale conferisce un tono di nostalgia serena e insieme pensosa al canto che si svolge con semplicità e naturalezza di trapassi. Dalla Realtà di un'occupazione, lo studio, e di un luogo, la casa di Bologna, e di una stagione, l'estate, si passa al sogno di una primavera lontana nel paese amato. Sullo sfondo delle note colline si muove la madre con il piccolo Dante. Il poeta guarda pensoso il fratello, quasi presago della sua tragica fine. La visione è così intensamente emotiva che egli si risveglia e si ritrova nella casa dove nuovi affetti confortano la sua vita. Senz'altro la parte più suggestiva della lirica è la descrizione del paesaggio: il poeta commosso, indugia a ritrarre i particolari della primavera che si ridesta indossando la sua veste smagliante intessuta di erbe di fior bianchi e vermigli, gialli e turchini, in una profusione di luci, di colori e di profumi. E' il suo dolce paese, la sua Maremma, con quel mare d'un purissimo azzurro su cui palpita il biancore di quattro vele che andavano cullandosi lente nel sole.
Analisi e commento:
Ancora una volta il Carducci ritrova una sincera vena poetica ripiegandosi su sé stesso e sui ricordi. Infatti, in un caldo pomeriggio estivo, si addormenta sui libri nel suo studio, e si perde in una visione di sogno: si rivede fanciullo nella Maremma toscana, in un lontano giorno di primavera, quando teneri affetti confortavano la sua vita (la madre ancora giovane, il fratello Dante ancora bambino coi riccioli d'oro, i profumi delicati delle colline in fiore). Ma quelle immagini lontane nel tempo e irripetibili procurano al poeta soltanto una lieve nostalgia, perchè al risveglio trova altri conforti e altre felicità: la dolcezza della casa, la presenza gioiosa delle figlie, la sua tenerezza di padre che le guarda e le ascolta.
La Metrica: ricalca l'esametro latino.
E' una lirica intimamente affettiva, lucida nella classica compostezza dello stile e della lingua. Il verso con la sua ampia cadenza musicale conferisce un tono di nostalgia serena e insieme pensosa al canto che si svolge con semplicità e naturalezza di trapassi. Dalla Realtà di un'occupazione, lo studio, e di un luogo, la casa di Bologna, e di una stagione, l'estate, si passa al sogno di una primavera lontana nel paese amato. Sullo sfondo delle note colline si muove la madre con il piccolo Dante. Il poeta guarda pensoso il fratello, quasi presago della sua tragica fine. La visione è così intensamente emotiva che egli si risveglia e si ritrova nella casa dove nuovi affetti confortano la sua vita. Senz'altro la parte più suggestiva della lirica è la descrizione del paesaggio: il poeta commosso, indugia a ritrarre i particolari della primavera che si ridesta indossando la sua veste smagliante intessuta di erbe di fior bianchi e vermigli, gialli e turchini, in una profusione di luci, di colori e di profumi. E' il suo dolce paese, la sua Maremma, con quel mare d'un purissimo azzurro su cui palpita il biancore di quattro vele che andavano cullandosi lente nel sole.
