Nell'agosto del 1943, nel pieno della seconda guerra mondiale, la città di Milano è stata vittima di numerosi bombardamenti che provocarono distruzione e morte. L'autore di fronte a tanto orrore è pervaso da un sentimento di sgomento e di profondo dolore, perché non ha più speranza, infatti, sembra che il poeta scriva questa poesia per commemorare le persone morte nel bombardamento.
Tutte le figure retoriche
In questa pagina trovate tutte le figure retoriche della poesia Milano, agosto 1943 di Salvatore Quasimodo. Tra le figure retoriche più importanti vi sono quelle di ripetizione, ovvero l'anafora, l'anadiplosi e l'epizeusi. Per leggere testo, parafrasi e commento vi rimandiamo alla sezione principale → Milano, agosto 1943 - Quasimodo.Sineddoche
Nel v.1 la sineddoche è di tipo la parte per il tutto, infatti con la parola "polvere" il poeta sta ad indicare le macerie, che ovviamente includono anche la polvere.polvere
Nel v.2 è presente ancora una volta una sineddoche del tipo la parte per il tutto, infatti si parla solamente della mano ma in realtà è una persona, nel caso specifico si tratta di un sopravvissuto al bombardamento.
povera mano"è morta. È morta" (vv. 2-3).
Anadiplosi
Nei versi vv. 2-3 l'espressione "è morta" si ripete alla fine di un verso e poi all'inizio del verso successivo. La figura retorica in questione è l'anadiplosi.è morta. / È morta
Metafora
Nel v.4 il sostantivo cuore è usato metaforicamente per indicare il centro della città di Milano.sul cuore del naviglio
Nel v.4 l'usignolo, che è un uccello, è il simbolo della bellezza della natura, morta (come è morto lui) durante il bombardamento.
L'usignolo
Iperbole
Nel v.8 è presente un'esagerazione dato. Sta ad indicare che i vivi non vogliono più acqua, il simbolo della vita e che quindi non vogliono più vivere.i vivi non hanno più sete
Personificazione
Nel v.11 la città viene definita morta, ma il morire appartiene agli esseri viventi, dunque è un aggettivo che personifica la città.la città è morta
Anafora
Nel v.7 e nel v.9 i versi iniziano entrambi con l'avverbio di negazione "Non". L'utilizzo di questa figura retorica serve a esortare in modo molto forte (con l'uso anche degli imperativi) i vivi a non cercare i morti.Non scavate i pozzi
Non toccate i morti
Epizeusi
Nel v.11 è di nuovo presente la stessa ripetizione vista in precedenza, ma stavolta non si trova in due versi differenti bensì è ripetuta immediatamente, senza alcun intervallo, o meglio l'intervallo c'è ma è solamente una virgola leggera.è morta, è morta
Enjambement
Solamente in due casi il verso si interrompe per poi riprendere in quello successivo.cerchi tra la polvere, / povera mano (vv. 1-2)
l'ultimo rombo / sul cuore del Naviglio (vv. 4-5)