Biografia:
Nacque a Metz nel 1844 da un'agiata famiglia borghese, di costumi rigidi e tradizionalisti, a cui cercò sempre di ribellarsi. Specialmente dopo che fu trasferito a Parigi per studiare, condusse una vita sregolata e inquieta, ansioso di liberarsi degli antichi pregiudizi e troppo debole per liberarsene del tutto. Nel 1870, l'anno della sconfitta di Sedan e della comune, si sposò, tentando di cambiar vita, e si arruolò nella guardia nazionale per morire insieme col popolo, ma fu espulso ben presto per ubriachezza. E' di questo periodo la sua amicizia con Rimbaud insieme al quale il rapporto con l'amico divenne sempre più difficile tanto che in una lite Verlaine ferì gravemente Rimbaud e finì in carcere per due anni. Nel 1874, uscito dal carcere e disintossicato dall'alcool, in seguito ad una crisi spirituale che lo riavvicinò al cattolicesimo, ebbe un periodo di intima quiete, purtroppo di breve durata. Nuovamente in preda all'alcool e al vizio, si dibatté, negli ultimi anni della sua vita, in una sempre maggiore abiezione che logorò il suo fisico e il suo spirito sempre ansioso di redenzione. Morì a Parigi nel 1896.
Le idee e la poetica
La poesia di Verlaine, che per l'affinità di idee e di sentimenti si può mettere in relazione con quella di Baudelaire, è caratterizzata dal gusto del vago e del malinconico, dell'inquietudine e del contrasto fra il bene il male. Più che in Baudelaire vi sentiamo l'emozione soggettiva e il potere simbolico del linguaggio che diviene sempre più evocativo e musicale, privo di ogni retorica, con versi brevi e fluidi, nei quali è costante l'impegno di rendere le sensazioni immateriali e trasparenti. Verlaine prelude a molti aspetti del simbolismo e anche se non ebbe la statura di un maestro, certo contribuì non poco all'evoluzione della poesia verso forme nuove.
Ecco le più importanti raccolte delle sue opere:
Poemi saturnini (1866): opera giovanile in cui già sono individuabili i temi fondamentali della sua poesia di sempre: malinconia, tenerezza, intimità.
Romanze senza parole (1874): raccoglie liriche scritte nel periodo del carcere; esse, come esprime il titolo, tendono a manifestare la pura musicalità della poesia che diventa simbolo della profonda intimità delle cose.
Saggezza (1881): frutto di una crisi spirituale; dopo un periodo di dolorose meditazioni, il poeta sembrò ritrovare la pace dell'anima nella appassionata adesione alla religione cattolica, di cui sono testimonianza i versi di questa raccolta.
I poemi maledetti (1884): raccolta di saggi su alcuni poeti del tempo (Rimbaud, Mallarmé, Baudelaire...) in cui Verlaine esprime il suo concetto anticonvenzionale e anticonformista sul poeta, in lotta contro la società mediocre che non lo comprende, spregiudicato sia nella poesia sia nella vita.
Nacque a Metz nel 1844 da un'agiata famiglia borghese, di costumi rigidi e tradizionalisti, a cui cercò sempre di ribellarsi. Specialmente dopo che fu trasferito a Parigi per studiare, condusse una vita sregolata e inquieta, ansioso di liberarsi degli antichi pregiudizi e troppo debole per liberarsene del tutto. Nel 1870, l'anno della sconfitta di Sedan e della comune, si sposò, tentando di cambiar vita, e si arruolò nella guardia nazionale per morire insieme col popolo, ma fu espulso ben presto per ubriachezza. E' di questo periodo la sua amicizia con Rimbaud insieme al quale il rapporto con l'amico divenne sempre più difficile tanto che in una lite Verlaine ferì gravemente Rimbaud e finì in carcere per due anni. Nel 1874, uscito dal carcere e disintossicato dall'alcool, in seguito ad una crisi spirituale che lo riavvicinò al cattolicesimo, ebbe un periodo di intima quiete, purtroppo di breve durata. Nuovamente in preda all'alcool e al vizio, si dibatté, negli ultimi anni della sua vita, in una sempre maggiore abiezione che logorò il suo fisico e il suo spirito sempre ansioso di redenzione. Morì a Parigi nel 1896.
Le idee e la poetica
La poesia di Verlaine, che per l'affinità di idee e di sentimenti si può mettere in relazione con quella di Baudelaire, è caratterizzata dal gusto del vago e del malinconico, dell'inquietudine e del contrasto fra il bene il male. Più che in Baudelaire vi sentiamo l'emozione soggettiva e il potere simbolico del linguaggio che diviene sempre più evocativo e musicale, privo di ogni retorica, con versi brevi e fluidi, nei quali è costante l'impegno di rendere le sensazioni immateriali e trasparenti. Verlaine prelude a molti aspetti del simbolismo e anche se non ebbe la statura di un maestro, certo contribuì non poco all'evoluzione della poesia verso forme nuove.
Ecco le più importanti raccolte delle sue opere:
Poemi saturnini (1866): opera giovanile in cui già sono individuabili i temi fondamentali della sua poesia di sempre: malinconia, tenerezza, intimità.
Romanze senza parole (1874): raccoglie liriche scritte nel periodo del carcere; esse, come esprime il titolo, tendono a manifestare la pura musicalità della poesia che diventa simbolo della profonda intimità delle cose.
Saggezza (1881): frutto di una crisi spirituale; dopo un periodo di dolorose meditazioni, il poeta sembrò ritrovare la pace dell'anima nella appassionata adesione alla religione cattolica, di cui sono testimonianza i versi di questa raccolta.
I poemi maledetti (1884): raccolta di saggi su alcuni poeti del tempo (Rimbaud, Mallarmé, Baudelaire...) in cui Verlaine esprime il suo concetto anticonvenzionale e anticonformista sul poeta, in lotta contro la società mediocre che non lo comprende, spregiudicato sia nella poesia sia nella vita.