Il sonetto "Tanto gentile e tanto onesta pare" è un breve componimento poetico scritto da Dante Alighieri e incluso nella sua opera "Vita Nuova", nel capitolo XXVI. Questo sonetto è considerato uno dei più importanti della Vita Nuova e rappresenta un modello della scuola stilnovistica trecentesca. Il poema è composto da 14 versi ed è interamente dedicato alla vita di Beatrice, la musa ispiratrice di Dante. Nel sonetto, Dante elogia Beatrice, descrivendola come una figura di donna angelica. La bellezza e l'onestà di Beatrice sono fonte di ispirazione e di elevazione spirituale per Dante. La donna viene descritta non tanto fisicamente, ma piuttosto nella sua forma angelica, essendo una manifestazione divina salvifica per gli uomini.
Indice
Tutte le figure retoriche
In questa pagina trovate tutte le figure retoriche del sonetto "Tanto gentile e tanto onesta pare" di Dante Alighieri. Le figure retoriche più presenti sono l'anastrofe e l'allitterazione ma le più importanti sembrano essere le metafore iperboliche che meglio illustrano l'effetto che questa donna ha sulle altre persone. Per leggere il testo e la parafrasi vi rimandiamo alla sezione principale di Tanto gentile e tanto onesta pare.Endiadi
Nel v.1 gli aggettivi "gentile" e "onesta" si completano a vicenda per indicare per la gentilezza e la virtuosità della donna amata.Tanto gentile e tanto onesta
Allitterazione
Allitterazione di T e N (v.1)tanto gentile e tanto onesta
Allitterazione della A (v.2)
la donna mia quand'ella altrui saluta
Allitterazione di M e R (vv. 8-9)
in terra a miracol mostrare. / Mostrasi sì piacente a chi la mira
Anastrofe
Nel v.2 l'ordine corretto è "la mia donna".la donna mia
Nel v.2 l'ordine corretto è "quand'ella saluta altrui".
quand'ella altrui saluta
Nel v.6 le due parole sono invertite e l'ordine corretto è "vestuta d'umiltà".
d'umiltà vestuta
Nel v.8 l'ordine corretto è "a mostrare miracol".
a miracol mostrare
Iperbole
Nel v.3 scrive che quando questa donna salute, tutti coloro che stavano parlando fanno silenzio.ch'ogne lingua deven tremando muta
Nel v.4 continua l'iperbole dicendo che non osano nemmeno guardarla negli occhi.
e li occhi no l'ardiscon di guardare
Metafora
Nel v.6 definisce l'umiltà come se fosse un vestito che si può indossare. Chiaramente è una metafora essendo l'umiltà una parola astratta.d'umiltà vestuta
Similitudine
Nei vv. 7-8 scrive che la donna sembra che sia una creatura discesa sulla terra per compiere un miracolo, cioè la paragona a una dea.e par che sia una cosa venuta / da cielo in terra a miracol mostrare
Nei vv.12-13 scrive che dal suo volto sembra fuoriuscire uno spirito dolce ricolmo d'amore.
e par che de la sua labbia si mova / un spirito soave pien d'amore
Poliptoto
Nei versi 8 e 9 è presente lo stesso verbo coniugato in modo diverso.mostrare
mostrasi
Sineddoche
Nel v.3 viene menzionata la lingua che diventa muta quando la donna saluta le genti, ma in realtà sono le persone che diventano mute. La parte per il tutto.lingua
Nel v. 12 vengono menzionate le labbra della donna ma s'intende tutto il suo volto. La parte per il tutto.
labbia
Personificazione
Nei versi 12-14 viene personificato il sentimento d'amore della donna, che è in grado di muoversi e di parlare.si mova / uno spirito
che va dicendo
Enjambement
Sono presenti tre enjambement, ovvero tre interruzioni del verso che proseguono nel verso seguente.pare / la donna mia (vv. 1-2)
venuta / da cielo (vv. 7-8)
si mova / uno spirito (vv. 12-13)