Riassunto:
Il poema all'inizio si intitolava Commedia ma già Boccaccio lo definì Divina Commedia. Racconta un viaggio immaginario che Dante stesso, protagonista delle vicende, compie attraverso il mondo dei morti.
Egli narra di aver visitato, per volontà divina, l'Inferno, il Purgatorio, il Paradiso.
Egli immagina che questi luoghi dell'oltretomba abbiano una precisa collocazione fisica in un universo che gli uomini del Medioevo immaginano in modo profondamente diverso dal nostro. La Terra si trovava al centro di un universo mosso da Dio, "motore immobile". Attorno alla Terra ruotavano i pianeti e il Sole. Al centro della Terra si trovava Gerusalemme e sotto di essa si apriva l'Inferno. L'Inferno è descritto come un'immensa cavità che arriva, restringendosi come un'imbuto capovolto, fino al centro della Terra, dove, chiuso nel ghiaccio, sta Lucifero, la personificazione del Male.
Nell'Inferno si trovano gli spiriti dei peccatori dannati per l'eternità, il paesaggio è cupo e spaventoso e le anime soffrono il terribile dolore delle punizioni come se avessero ancora il corpo.
L'inferno è diviso in nove cerchi: il primo è il Limbo, dove stanno le anime dei giusti che non furono battezzati, e che rimpiangono di non vedere Dio. Seguono i diversi dannati: la loro pena è uguale o contraria alla colpa maggiore che commisero in vita.
Il Purgatorio è rappresentato come un'altissima montagna, che si alza dal mare in mezzo all'emisfero sud della Terra, agli antipodi di Gerusalemme, irraggiungibile dagli uomini vivi, e qui si trovano le anime di colore che, dopo aver scontato una pena per i loro peccati, potranno andare in Paradiso, perché da vivi si sono pentiti.
Il Paradiso si trova nei cieli, al cospetto di Dio; qui si trovano le anime dei beati, che hanno saputo dare il bene sulla Terra e guadagnarsi la salvezza in cielo. Dante racconta di aver percorso questi luoghi con l'aiuto di due guide: Virgilio, il grande poeta latino che lo accompagna nell'Inferno e nel Purgatorio e che simboleggia la Regione umana, e Beatrice, la donna da lui amata che lo conduce attraverso il Paradiso e che simboleggia la Grazia divina. Dante dice di aver parlato con molte anime, che gli hanno narrato la loro vita, i loro errori, le loro esperienze: in questi incontri, con l'aiuto delle sue guide egli ha potuto capire i difficili misteri e le regole volute da Dio per la vita nell'aldilà.
Un poema allegorico
Il viaggio di Dante ha un profondo significato allegorico, cioè dentro al significato letterale ne nasconde diversi altri. Esso rappresenta prima di tutto il cammino di Dante stesso verso la redenzione del peccato. Ma nel cammino di Dante si può vedere anche l'allegoria del cammino dell'umanità dalla condizione di errore e di ignoranza a quella di realizzazione della pace e della giustizia sulla Terra, fino alla conquista della beatitudine eterna.
Lo scopo del poema, infatti, secondo le parole di Dante è quello di rimuovere coloro che vivono in questa vita dallo stato di miseria e condurli allo stato di felicità.
La struttura dell'opera
Il poema, molto lungo e complesso nella sua struttura, è diviso in tre cantiche: Inferno, Purgatorio, Paradiso; ciascuna composta di trentatré canti, più uno nell'Inferno che serve da introduzione. Le cantiche sono tra loro unite da un filo conduttore narrativo, il viaggio, dal personaggio, Dante, e da molteplici elementi ricorrenti. Il numero tre, che rappresenta la Trinità di Dio, è uno di questi, infatti tre sono i luoghi, Inferno, Purgatorio e Paradiso, che corrispondono alle cantiche, tre i versi delle strofe (tutto il poema è scritto in terzine), trentatré (multipli di tre i canti in cui è divisa ogni cantica, nove (multipli di tre) le suddivisioni di luoghi nell'Inferno, nel Purgatorio e nel Paradiso.
In quest'epoca si esprimono le doti straordinarie di Dante, che ha inventato un'immensa varietà di ambienti, atmosfere, personaggi, situazioni anche avventurose, per realizzare la sua vena poetica, ma anche per svolgere un compito religioso e morale di uomo di fede che desidera aiutare gli altri uomini a evitare il peccato e a trovare la strada del bene e della salvezza: rappresentando i castighi e i premi assegnati all'uomo dopo la morte, egli spiega e descrive tutti gli aspetti e le sfumature del bene e del male.
Anche il linguaggio poetico usato è ricchissimo e complesso e dimostra il gusto raffinato e l'abilità fuori dal comune (pensiamo solo ai 14233 versi tutti endecasillabi in rima!) di Dante; lo stile cambia anche in relazione all'argomento: nell'Inferno, dove si parla di peccati, nel Paradiso, luogo della grazia, e più prezioso e difficile.
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