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Riassunto vita: Giosue Carducci

La Versilia prima e la Maremma poi sono i luoghi dell’infanzia di Giosue Carducci, nato a Valdicastelo nel 1835, al seguito del padre, medico condotto. La figura paterna orienta anche l’educazione e le scelte politiche del giovane: gli studi classici, la passione liberale e patriottica, l’accesso anticlericalismo.

Laureatosi alla Normale di Pisa, Giosue comincia a pubblicare raccolte poetiche e scritti polemici che, tra l’altro, impediranno la sua nomina a insegnante nel liceo di Arezzo, proprio per ragioni politiche. Si mantiene allora con lezioni private, traduzioni, edizioni di classici.
Il suo atteggiamento è fortemente polemico nei confronti di una letteratura romantica ormai attardata: per il giovane essa manca di vigore, di energia e passione; occorre innestare sulla forma e sulla tradizione classica lo spirito risorgimentale, i grandi temi storici e patriottici.
A essi si dedica con passione, mentre la sua vita privata è funestata dal suicidio del fratello e dalla morte del padre.
I suoi meriti di studioso sono riconosciuti dopo il 1860, quando è nominato professore di eloquenza all’Università di Bologna. La fama si accresce, con la pubblicazione di Giambi ed epodi in cui è raccolta la produzione poetica dal 1867 al 1879, e poi con le Odi barbare (1887) e Rime e ritmi (1898).
Le sue posizioni politiche sono progressivamente mutate, avvicinandosi alla monarchia in politica interna e con motivi nazionalisti in politica estera. La nomina a senatore a vita nel 1890, e il premio Nobel per la letteratura nel 1906 coronano una vita di grande attività e produttività culturale e letteraria: Carducci non solo è il poeta ufficiale, il più note e apprezzato nell’Italia unita, ma è anche un grande storico della letteratura, un ottimo critico, filologo, studioso riconosciuto delle letterature classiche.
Nella vita sentimentale e privata Carducci ha mostrato la stessa inesausta vitalità della sua opera poetica, unita all’inquietudine e ai motivi di amara stanchezza che caratterizzano le ultime opere.
Morì settantaduenne, nella sua amata Bologna, nel 1907.



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