La ricca produzione novellistica italiana del Cinquecento, la più ricca in Europa, imita spesso il modello di Boccaccio. Riveste tuttavia interesse, tra l'altro, anche per un aspetto particolare:
perché ispirò soggetti e trame al grande teatro inglese del Cinquecento e dei primi decenni del Seicento e in particolare quello di William Shakespeare (1564-1616) uno dei maggiori drammaturghi di tutti i tempo.
Alcuni soggetti furono ricavati da novelle italiane di Matteo Bandello, ecclesiastico e cortigiano di Castelnuovo Scrivia, in provincia di Alessandria (1485-1561), autore di 214 novelle in quattro libri, insolitamente indipendenti dal modello boccanesco, tra le migliori del Cinquecento.
Da una di esse, intitolata La sfortunata morte di due infelicissimi amanti, William Shakespeare ricavò pochi anni dopo la trama della sua notissima tragedia Giulietta e Romeo.
perché ispirò soggetti e trame al grande teatro inglese del Cinquecento e dei primi decenni del Seicento e in particolare quello di William Shakespeare (1564-1616) uno dei maggiori drammaturghi di tutti i tempo.
Alcuni soggetti furono ricavati da novelle italiane di Matteo Bandello, ecclesiastico e cortigiano di Castelnuovo Scrivia, in provincia di Alessandria (1485-1561), autore di 214 novelle in quattro libri, insolitamente indipendenti dal modello boccanesco, tra le migliori del Cinquecento.
Da una di esse, intitolata La sfortunata morte di due infelicissimi amanti, William Shakespeare ricavò pochi anni dopo la trama della sua notissima tragedia Giulietta e Romeo.