In Inghilterra i disoccupati che abbandonarono le campagne e si riversarono in città per cercare lavoro nelle fabbriche. Così la popolazione in breve tempo si concentrò in massa in città. La città mancando di servizi igienici, acquedotti, fogne coperte, da fumo e cattivi odori dalle fabbriche portò le epidemie di tifo, colera e malattie respiratorie. I salari rimasero bassi che a stento una famiglia operaia poteva sfamarsi. Si lavorava fino a sedici ore e bastava un licenziamento per far morire di fame una famiglia. Gli operai vivevano in case malsane e in una stanza vi stavano 15 persone. Nelle fabbriche tessili gli uomini furono sostituiti dalle donne e dai bambini, infatti essi erano pagati meno. Si cominciava a lavorare da 5 anni in poi, si lavorava dalle 8 di mattina sino alle 8 di sera, con brevi intervalli per i pasti. Quando gli affari andavano bene essi lavoravano ancora di più. I contadini che rimasero in campagna ebbero bene o male la situazione degli operai in città. Dopo 50 anni di sofferenza gli operai cominciarono a ribellarsi. Si formarono i trade unior che dal 1815 cominciarono a difendere i diritti dei lavoratori.
Un nuovo sistema economico: Il capitalismo industriale
Dal capitalismo industriale nascono due figure: l’imprenditore capitalista e l’operaio. Gli imprenditori capitalisti erano mercanti, commercianti o proprietari che dopo aver ricavato un capitale lo investivano nelle fabbriche, macchinari e materie prime. Gli operai erano invece i lavoratori che lavoravano con salari bassi. L’imprenditore vendeva le stoffe e quindi aveva un profitto (guadagno) che lo investiva comprando altre macchine o assumendo altri operai. Egli doveva però vendere i prodotti a basso prezzo per fare la concorrenza e per fare ciò licenziava gli operai che volevano aumentata la paga e assumevano quelli che si accontentavano di poco. Nelle industrie avveniva la suddivisione del lavoro, senza la quale le fabbriche non si sarebbe potuto organizzare.
Un nuovo sistema economico: Il capitalismo industriale
Dal capitalismo industriale nascono due figure: l’imprenditore capitalista e l’operaio. Gli imprenditori capitalisti erano mercanti, commercianti o proprietari che dopo aver ricavato un capitale lo investivano nelle fabbriche, macchinari e materie prime. Gli operai erano invece i lavoratori che lavoravano con salari bassi. L’imprenditore vendeva le stoffe e quindi aveva un profitto (guadagno) che lo investiva comprando altre macchine o assumendo altri operai. Egli doveva però vendere i prodotti a basso prezzo per fare la concorrenza e per fare ciò licenziava gli operai che volevano aumentata la paga e assumevano quelli che si accontentavano di poco. Nelle industrie avveniva la suddivisione del lavoro, senza la quale le fabbriche non si sarebbe potuto organizzare.