Riassunto:
Nel novembre 1814 l’indomani dell’abdicazione di Napoleone i rappresentanti degli stati europei si riunirono a Vienna allo scopo di restaurare la situazione politica com’era prima della rivoluzione francese di Napoleone e pensarono di restaurare le vecchie monarchie.
In Francia fu restaurato una monarchia e la corona fu affidata al re Luigi XVIII di Borbone, ai suoi confini vi erano i Paesi Bassi (Olanda, Belgio e Lussembrurgo).
Gli stati tedeschi furono ridivisi e formarono la Confederazione Germanica guidata dagli austriaci, inoltre ebbero il controllo del lombardo Veneto della penisola italiana e di quella balcanica. L’impero russo si impossessò della Finlandia, Svezia e Polonia. L’Inghilterra dell’Irlanda e delle isole di Gibilterra, Malta, le Ionie.
In Spagna e Portogallo fu lo stesso. Riportando le cose com’erano prima c’era il rischio dello scoppio di nuove rivoluzioni. Così nel settembre 1815, alla fine del Congresso l’Austria, la Russia e la Prussia firmarono una santa alleanza con cui i sovrani si impegnarono contro chiunque era contro gli ideali del Congresso.
I loro ideali erano legittimi (cioè far tornare sui troni i sovrani che vi erano prima della rivoluzione francese) e l’equilibrio (cioè evitare che una nazione diventasse più potente delle altre). Austria, Prussia e Russia fecero dei governi assoluti, invece in Francia Luigi XVIII concesse la costituzione che prevedeva un parlamento in parte nominato dal sovrano stesso e in parte dai cittadini.
Il dibattito politico durante la restaurazione
I rappresentanti delle nazioni riunite a Vienna si illusero di cancellare le idee rivoluzionarie infatti cominciava a nascere un nuovo pensiero: il liberalismo.
Il liberalismo mirava alle libertà, al diritto di professare liberamente le proprie idee, di organizzarsi e di utilizzare le proprietà private e di essere considerati uguali di fronte alla legge. Quindi le monarchie assolute non erano gradite ai liberali perché essi non potendo partecipare al governo puntavano alla caduta delle monarchie.
I liberali furono perseguitati, incarcerati o esiliati. Essi si riunirono in società segrete diverse di nome da luogo a luogo (in Italia si chiamavano Carboneria), e miravano ad un unico scopo: realizzare un parlamento e una costituzione, conquistare l’indipendenza del dominio nemico e la distribuzione uguale dei beni. I membri delle società segrete non ebbero appoggio dal popolo e quindi vennero rapidamente sconfitte.
I primi moti rivoluzionari
Il 1° gennaio 1820 le società segrete (Comuneros e Massoneria) fecero scoppiare in Spagna una rivolta appoggiata alle forze liberali. Finì che il 7 marzo il re Ferdinando VIII dovette dare una costituzione (questo era il primo governo di liberali moderati. In seguito nel luglio 1820 a Nola un esercito comandato dagli ufficiali della Carboneria costrinsero il re Ferdinando I a dare una costituzione come la Spagna.
Invece nel Piemonte il conte Santatorre di Santarosa cercò di preparare un moto rivoluzionario facendosi appoggiare dal principe Carlo Alberto di Savoia Carignano, ma non accettò.
Le insurrezioni scoppiarono lo stesso ad Alessandria e a Pinarolo (Vercelli) e a Torino. Così il re che era al trono era Vittorio Emanuele I che abdicò in favore del fratello Carlo Felice, in suo assenza il regno fu retto dal nipote Carlo Alberto che il 14 marzo concesse la costituzione. Carlo Felice chiese aiuto all’Austria che nel 1821 sconfisse l’esercito degli insorti, instaurando una monarchia assoluta. Dopo furono repressi i movimenti rivoluzionari di Napoli, Piemonte e Spagna. Cominciarono ad esserci le censure dei giornali e degli spettacoli; molti patrioti persero la vita, soprattutto nel carcere dello Spiebbergin a Moravia. I liberali furono sconfitti perché non avevano piani precisi.
Siccome l’impero turco (ottomano) si era indebolito ne approfittarono i liberali greci grazie all’appoggio e la simpatia degli altri stati come la Russia (che voleva estendersi nei Balcani) così l’impero turco dopo una serie di sconfitte fu costretto alla pace (1829).
La Francia e l’Inghilterra siccome avevano politiche aperte, lasciarono all’Austria il compito dell’ordine europeo. Dal 1808 al 1823 gli stati coloniali dell’America latina cominciarono a liberarsi dalle pressioni degli stati d’Europa. E così dopo tre secoli il continente Americano con l’aiuto degli Stati Uniti si sconciò completamente dall’Europa.
Nel novembre 1814 l’indomani dell’abdicazione di Napoleone i rappresentanti degli stati europei si riunirono a Vienna allo scopo di restaurare la situazione politica com’era prima della rivoluzione francese di Napoleone e pensarono di restaurare le vecchie monarchie.
In Francia fu restaurato una monarchia e la corona fu affidata al re Luigi XVIII di Borbone, ai suoi confini vi erano i Paesi Bassi (Olanda, Belgio e Lussembrurgo).
Gli stati tedeschi furono ridivisi e formarono la Confederazione Germanica guidata dagli austriaci, inoltre ebbero il controllo del lombardo Veneto della penisola italiana e di quella balcanica. L’impero russo si impossessò della Finlandia, Svezia e Polonia. L’Inghilterra dell’Irlanda e delle isole di Gibilterra, Malta, le Ionie.
In Spagna e Portogallo fu lo stesso. Riportando le cose com’erano prima c’era il rischio dello scoppio di nuove rivoluzioni. Così nel settembre 1815, alla fine del Congresso l’Austria, la Russia e la Prussia firmarono una santa alleanza con cui i sovrani si impegnarono contro chiunque era contro gli ideali del Congresso.
I loro ideali erano legittimi (cioè far tornare sui troni i sovrani che vi erano prima della rivoluzione francese) e l’equilibrio (cioè evitare che una nazione diventasse più potente delle altre). Austria, Prussia e Russia fecero dei governi assoluti, invece in Francia Luigi XVIII concesse la costituzione che prevedeva un parlamento in parte nominato dal sovrano stesso e in parte dai cittadini.
Il dibattito politico durante la restaurazione
I rappresentanti delle nazioni riunite a Vienna si illusero di cancellare le idee rivoluzionarie infatti cominciava a nascere un nuovo pensiero: il liberalismo.
Il liberalismo mirava alle libertà, al diritto di professare liberamente le proprie idee, di organizzarsi e di utilizzare le proprietà private e di essere considerati uguali di fronte alla legge. Quindi le monarchie assolute non erano gradite ai liberali perché essi non potendo partecipare al governo puntavano alla caduta delle monarchie.
I liberali furono perseguitati, incarcerati o esiliati. Essi si riunirono in società segrete diverse di nome da luogo a luogo (in Italia si chiamavano Carboneria), e miravano ad un unico scopo: realizzare un parlamento e una costituzione, conquistare l’indipendenza del dominio nemico e la distribuzione uguale dei beni. I membri delle società segrete non ebbero appoggio dal popolo e quindi vennero rapidamente sconfitte.
I primi moti rivoluzionari
Il 1° gennaio 1820 le società segrete (Comuneros e Massoneria) fecero scoppiare in Spagna una rivolta appoggiata alle forze liberali. Finì che il 7 marzo il re Ferdinando VIII dovette dare una costituzione (questo era il primo governo di liberali moderati. In seguito nel luglio 1820 a Nola un esercito comandato dagli ufficiali della Carboneria costrinsero il re Ferdinando I a dare una costituzione come la Spagna.
Invece nel Piemonte il conte Santatorre di Santarosa cercò di preparare un moto rivoluzionario facendosi appoggiare dal principe Carlo Alberto di Savoia Carignano, ma non accettò.
Le insurrezioni scoppiarono lo stesso ad Alessandria e a Pinarolo (Vercelli) e a Torino. Così il re che era al trono era Vittorio Emanuele I che abdicò in favore del fratello Carlo Felice, in suo assenza il regno fu retto dal nipote Carlo Alberto che il 14 marzo concesse la costituzione. Carlo Felice chiese aiuto all’Austria che nel 1821 sconfisse l’esercito degli insorti, instaurando una monarchia assoluta. Dopo furono repressi i movimenti rivoluzionari di Napoli, Piemonte e Spagna. Cominciarono ad esserci le censure dei giornali e degli spettacoli; molti patrioti persero la vita, soprattutto nel carcere dello Spiebbergin a Moravia. I liberali furono sconfitti perché non avevano piani precisi.
Siccome l’impero turco (ottomano) si era indebolito ne approfittarono i liberali greci grazie all’appoggio e la simpatia degli altri stati come la Russia (che voleva estendersi nei Balcani) così l’impero turco dopo una serie di sconfitte fu costretto alla pace (1829).
La Francia e l’Inghilterra siccome avevano politiche aperte, lasciarono all’Austria il compito dell’ordine europeo. Dal 1808 al 1823 gli stati coloniali dell’America latina cominciarono a liberarsi dalle pressioni degli stati d’Europa. E così dopo tre secoli il continente Americano con l’aiuto degli Stati Uniti si sconciò completamente dall’Europa.