di Italo Calvino
Commento:
Uscito nel 1972 Le città invisibili fa convivere due dimensioni, che in teoria dovrebbero confliggere tra loro, ma che l'autore riesce ad armonizzare e ad arricchire reciprocamente. La prima di tali dimensioni è il desiderio di raccontare. A parere di Calvino questo è un bisogno profondamente umano, che si presenta in forme diverse, senza cessare mai: Gli schemi del romanzo sono quelli d'un rito d'iniziazione, d'un addestramento delle nostre emozioni e paure e dei nostri processi conoscitivi. Calvino riproporrà questa riflessione nei saggi raccolti in Una pietra sopra (1980).
L'altra dimensione viva e operante nelle città invisibili chiama in causa non le emozioni, l'intelletto. L'autore infatti invita a leggere il mondo a partire dai suoi segni. Agiva qui la cultura strutturalistica e semiotica che Calvino stava respirando nella Parigi dell'epoca: essa lo induceva ad ascoltare alla Sorbona (1968) i seminari del narratologo Roland Barthes e a frequentare gli amici scrittori del gruppo dell'Oulipo. Ovviamente un romanzo sorto dai segni e dal linguaggio, invece che dalla realtà comune cara al Neorealismo, non poteva che portare alla dissoluzione delle tradizionali strutture romanzesche; la combinazione dei segni porta a un'evocazione di mondi alternativi a quelli reali.
Una parte importante del libro, la cosiddetta cornice, è costituita dai dialoghi tra Marco Polo e Hublai Kan, che racchiudono alcune riflessioni tra le più rilevanti dell'opera: esse riguardano il tema del linguaggio e della comunicazione, le relazioni tra il soggetto e ciò che lo circonda, la possibilità di conoscere e trasmettere la conoscenza. Emerge pian piano il messaggio finale dell'opera: non esiste in nessun luogo la città perfetta, giacché gli uomini abitano inevitabilmente in un inferno quotidiano; possono però riconoscerlo come tale e, quindi, sforzarsi di migliorarlo.
Il libro è diviso in 9 capitoli, le cinquantacinque città sono ripartite in undici serie, ciascuna comprendente cinque città. Tali serie sono: Le città e la memoria, Le città e il desiderio, Le città e i segni, Le città sottili, Le città e gli scambi, Le città e gli occhi, Le città e il nome, le città e i morti, Le città e il cielo, le città continue, le città nascoste.
Le prime quattro serie cominciano nel capitolo 1, mentre le altre iniziano quando termina una delle serie precedenti (la quinta serie comincia quando si esaurisce la prima; la sesta quando finisce la seconda ecc.).
Commento:
Uscito nel 1972 Le città invisibili fa convivere due dimensioni, che in teoria dovrebbero confliggere tra loro, ma che l'autore riesce ad armonizzare e ad arricchire reciprocamente. La prima di tali dimensioni è il desiderio di raccontare. A parere di Calvino questo è un bisogno profondamente umano, che si presenta in forme diverse, senza cessare mai: Gli schemi del romanzo sono quelli d'un rito d'iniziazione, d'un addestramento delle nostre emozioni e paure e dei nostri processi conoscitivi. Calvino riproporrà questa riflessione nei saggi raccolti in Una pietra sopra (1980).
L'altra dimensione viva e operante nelle città invisibili chiama in causa non le emozioni, l'intelletto. L'autore infatti invita a leggere il mondo a partire dai suoi segni. Agiva qui la cultura strutturalistica e semiotica che Calvino stava respirando nella Parigi dell'epoca: essa lo induceva ad ascoltare alla Sorbona (1968) i seminari del narratologo Roland Barthes e a frequentare gli amici scrittori del gruppo dell'Oulipo. Ovviamente un romanzo sorto dai segni e dal linguaggio, invece che dalla realtà comune cara al Neorealismo, non poteva che portare alla dissoluzione delle tradizionali strutture romanzesche; la combinazione dei segni porta a un'evocazione di mondi alternativi a quelli reali.
Una parte importante del libro, la cosiddetta cornice, è costituita dai dialoghi tra Marco Polo e Hublai Kan, che racchiudono alcune riflessioni tra le più rilevanti dell'opera: esse riguardano il tema del linguaggio e della comunicazione, le relazioni tra il soggetto e ciò che lo circonda, la possibilità di conoscere e trasmettere la conoscenza. Emerge pian piano il messaggio finale dell'opera: non esiste in nessun luogo la città perfetta, giacché gli uomini abitano inevitabilmente in un inferno quotidiano; possono però riconoscerlo come tale e, quindi, sforzarsi di migliorarlo.
Il libro è diviso in 9 capitoli, le cinquantacinque città sono ripartite in undici serie, ciascuna comprendente cinque città. Tali serie sono: Le città e la memoria, Le città e il desiderio, Le città e i segni, Le città sottili, Le città e gli scambi, Le città e gli occhi, Le città e il nome, le città e i morti, Le città e il cielo, le città continue, le città nascoste.
Le prime quattro serie cominciano nel capitolo 1, mentre le altre iniziano quando termina una delle serie precedenti (la quinta serie comincia quando si esaurisce la prima; la sesta quando finisce la seconda ecc.).