di Thomas Stearns Eliot
Riassunto:
Il poemetto La terra desolata (The Waste Land), pubblicato nel 1922, consta di 433 versi in tutto. Eliot partì dalle ricerche di due studiosi inglesi di antropologia, James G. Frazer e Jessie L. Weston, rielaborandole in forma poetica nel suo poemetto, coltissimo, ricco di citazioni, allusioni, simboli culturali e letterari.
Tra il 1890 e il 1915 Frazer aveva pubblicato Il ramo d'oro, uno studio sugli antichi riti propiziatori del rinnovamento primaverile della natura, dopo la sterilità invernale. Essi s'incentravano sulla vicenda di morte e risurrezione di un dio della vegetazione (Adone, Attis, o Osiride).
Anche nel poema di Eliot c'è un dio della vegetazione, seppellito o impiccato o affogato.
Nella IV parte del poemetto, Adone è immerso nell'acqua; poi diviene un marinaio fenicio, combattente a Milazzo con i romani durante la Prima guerra punica (260 a.C.).
Weston aveva invece scritto uno studio (Dal rito al romanzo 1920) sulla leggenda medievale della ricerca del Graal, episodio-chiave dei romani ispirati a re Artù e ai cavalieri della Tavola rotonda. La leggenda narrava di un paese maledetto perché il suo Re Pescatore era impotente.
Le messi non crescevano, gli animali e gli uomini non si riproducevano. In questa terra desolata si ambientano i versi di Eliot, come in una discesa nell'inferno contemporaneo. Ma la leggenda medievale proseguiva: narrava della ricerca del Graal, la Coppa in cui fu raccolto il sangue di Cristo i croce. Solo il cavaliere puro sarebbe riuscito a raggiungere la cappella, o il castello in cui era custodito il Graal.
Se avesse saputo risolvere i quesiti sul significato della coppa, avrebbe salvato il re e la sua terra desolata.
Il poemetto di Eliot racconta appunto un viaggio in cerca di salvezza. Si parte dalla triste profezia dell'indovino Tiresia sulla terra impura per finire con una pioggia ristoratrice, vicino al fiume Gange, fonte dei miti più antichi della vegetazione. Quando parla il tuono il lettore potrà essere iniziato ai misteri supremi. Le carte dei tarocchi annunciano l'ingresso di un dio impiccato. Il messaggio del tuono parla di una Pace che sorpassa l'intelligenza: conclusione mistica che supera, e nega, l'enorme lavoro compiuto dalla mente e dalla cultura.
L'ampia cultura di Eliot manipola e sconvolge i contenuti antichi, secondo il metodo mitico seguito anche da James Joyce nell'Ulisse (anch'esso pubblicato nel 1922): personaggi e situazioni del mondo antico e medievale sono attualizzati, ma in senso parodizzato e stravolto. Perciò nel poemetto di Eliot, il fertile mese di aprile appare il più crudele; la pioggia cade, ma il terreno resta arido; il viaggio conduce a una meta, ma il cercatore sembra divenire folle ecc.
Sul piano letterario, La terra desolata è costruita come un mosaico o un intarsio di numerosi frammenti di altri testi. Molti simboli si accavallano, la sintassi si spezza: a una prima lettura, l'opera pare priva di senso e unità. Il vero cercatore diviene il lettore, che resta sgomento di fronte a tanta stranezza. La caduta del linguaggio riflette la caduta dell'uomo nel peccato: il tema profondo di Eliot è il desiderio di una (impossibile) purificazione religiosa.
Riassunto:
Il poemetto La terra desolata (The Waste Land), pubblicato nel 1922, consta di 433 versi in tutto. Eliot partì dalle ricerche di due studiosi inglesi di antropologia, James G. Frazer e Jessie L. Weston, rielaborandole in forma poetica nel suo poemetto, coltissimo, ricco di citazioni, allusioni, simboli culturali e letterari.
Tra il 1890 e il 1915 Frazer aveva pubblicato Il ramo d'oro, uno studio sugli antichi riti propiziatori del rinnovamento primaverile della natura, dopo la sterilità invernale. Essi s'incentravano sulla vicenda di morte e risurrezione di un dio della vegetazione (Adone, Attis, o Osiride).
Anche nel poema di Eliot c'è un dio della vegetazione, seppellito o impiccato o affogato.
Nella IV parte del poemetto, Adone è immerso nell'acqua; poi diviene un marinaio fenicio, combattente a Milazzo con i romani durante la Prima guerra punica (260 a.C.).
Weston aveva invece scritto uno studio (Dal rito al romanzo 1920) sulla leggenda medievale della ricerca del Graal, episodio-chiave dei romani ispirati a re Artù e ai cavalieri della Tavola rotonda. La leggenda narrava di un paese maledetto perché il suo Re Pescatore era impotente.
Le messi non crescevano, gli animali e gli uomini non si riproducevano. In questa terra desolata si ambientano i versi di Eliot, come in una discesa nell'inferno contemporaneo. Ma la leggenda medievale proseguiva: narrava della ricerca del Graal, la Coppa in cui fu raccolto il sangue di Cristo i croce. Solo il cavaliere puro sarebbe riuscito a raggiungere la cappella, o il castello in cui era custodito il Graal.
Se avesse saputo risolvere i quesiti sul significato della coppa, avrebbe salvato il re e la sua terra desolata.
Il poemetto di Eliot racconta appunto un viaggio in cerca di salvezza. Si parte dalla triste profezia dell'indovino Tiresia sulla terra impura per finire con una pioggia ristoratrice, vicino al fiume Gange, fonte dei miti più antichi della vegetazione. Quando parla il tuono il lettore potrà essere iniziato ai misteri supremi. Le carte dei tarocchi annunciano l'ingresso di un dio impiccato. Il messaggio del tuono parla di una Pace che sorpassa l'intelligenza: conclusione mistica che supera, e nega, l'enorme lavoro compiuto dalla mente e dalla cultura.
L'ampia cultura di Eliot manipola e sconvolge i contenuti antichi, secondo il metodo mitico seguito anche da James Joyce nell'Ulisse (anch'esso pubblicato nel 1922): personaggi e situazioni del mondo antico e medievale sono attualizzati, ma in senso parodizzato e stravolto. Perciò nel poemetto di Eliot, il fertile mese di aprile appare il più crudele; la pioggia cade, ma il terreno resta arido; il viaggio conduce a una meta, ma il cercatore sembra divenire folle ecc.
Sul piano letterario, La terra desolata è costruita come un mosaico o un intarsio di numerosi frammenti di altri testi. Molti simboli si accavallano, la sintassi si spezza: a una prima lettura, l'opera pare priva di senso e unità. Il vero cercatore diviene il lettore, che resta sgomento di fronte a tanta stranezza. La caduta del linguaggio riflette la caduta dell'uomo nel peccato: il tema profondo di Eliot è il desiderio di una (impossibile) purificazione religiosa.