Riassunto:
Nasce a Roma nel 1912, da una maestra elementare ebrea e da un padre che non la riconosce. Alla fine degli studi liceali, lascia la famiglia; si mantiene dando lezioni private e collaborando a riviste e a giornali, tra cui il Corriere dei Piccoli. Non può però proseguire gli studi universitari di Lettere.
Nel 1936 conosce Alberto Moravia, che sposerà nel 1941. Lavora per il settimanale Oggi e, nel 1941, pubblica con Garzanti la raccolta di racconti Il gioco segreto; l'anno successivo esce il libro di fiabe Le bellissime avventure di Caterì dalla trecciolina, da lei stessa illustrato. nel 1943 inizia a scrivere il romanzo Menzogna e sortilegio, che interrompe per seguire il marito, in fuga dal fascismo, sulle montagne della Ciociara. Torna a Roma nell'estate del 1944.
Ottiene la notorietà con la pubblicazione di Menzogna e sortilegio (1948), vasto racconto della decadenza di un'aristocratica famiglia siciliana, con largo ricorso alla fantasia e con un tono quasi magico, favoloso. Nel 1957 esce il romanzo breve L'isola di Arturo: un racconto di formazione imperniato sulla figura del giovane protagonista omonimo. Il rapporto con Moravia oscilla tra momenti di comunicazione intensa e altri di distacco e malessere; il loro attico romano di via dell'Oca diviene un ritrovo culturale frequentatissimo dal mondo della nuova sinistra. Nel 1962 però i due si separano.
La Morante compie diversi viaggi, in Europa, nell'Urss e in Cina, negli Stati Uniti.
In questi anni escono le poesie di Alibi (1958), i racconti dello Scialle andaluso (1963), e una nuova opera in versi, Il mondo salvato dai ragazzini (1968). Il tema dei pericoli che minacciano l'umanità è al centro anche di numerosi suoi interventi su giornali e riviste.
Torna alla narrativa con due romanzi, La storia (1974), salutato da vivo successo di pubblico, pur tra polemiche, e Aracoeli (1982), il cui protagonista è un omosessuale ormai anziano, Emanuele, che vive nel ricordo della madre Aracoeli, di origine andalusa. Dopo la frattura di una gamba, l'autrice è costretta a letto; nel 1983 tenta il suicidio, ma viene salvata da una domestica. Muore a Roma nel 1985.
Nasce a Roma nel 1912, da una maestra elementare ebrea e da un padre che non la riconosce. Alla fine degli studi liceali, lascia la famiglia; si mantiene dando lezioni private e collaborando a riviste e a giornali, tra cui il Corriere dei Piccoli. Non può però proseguire gli studi universitari di Lettere.
Nel 1936 conosce Alberto Moravia, che sposerà nel 1941. Lavora per il settimanale Oggi e, nel 1941, pubblica con Garzanti la raccolta di racconti Il gioco segreto; l'anno successivo esce il libro di fiabe Le bellissime avventure di Caterì dalla trecciolina, da lei stessa illustrato. nel 1943 inizia a scrivere il romanzo Menzogna e sortilegio, che interrompe per seguire il marito, in fuga dal fascismo, sulle montagne della Ciociara. Torna a Roma nell'estate del 1944.
Ottiene la notorietà con la pubblicazione di Menzogna e sortilegio (1948), vasto racconto della decadenza di un'aristocratica famiglia siciliana, con largo ricorso alla fantasia e con un tono quasi magico, favoloso. Nel 1957 esce il romanzo breve L'isola di Arturo: un racconto di formazione imperniato sulla figura del giovane protagonista omonimo. Il rapporto con Moravia oscilla tra momenti di comunicazione intensa e altri di distacco e malessere; il loro attico romano di via dell'Oca diviene un ritrovo culturale frequentatissimo dal mondo della nuova sinistra. Nel 1962 però i due si separano.
La Morante compie diversi viaggi, in Europa, nell'Urss e in Cina, negli Stati Uniti.
In questi anni escono le poesie di Alibi (1958), i racconti dello Scialle andaluso (1963), e una nuova opera in versi, Il mondo salvato dai ragazzini (1968). Il tema dei pericoli che minacciano l'umanità è al centro anche di numerosi suoi interventi su giornali e riviste.
Torna alla narrativa con due romanzi, La storia (1974), salutato da vivo successo di pubblico, pur tra polemiche, e Aracoeli (1982), il cui protagonista è un omosessuale ormai anziano, Emanuele, che vive nel ricordo della madre Aracoeli, di origine andalusa. Dopo la frattura di una gamba, l'autrice è costretta a letto; nel 1983 tenta il suicidio, ma viene salvata da una domestica. Muore a Roma nel 1985.