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Riassunto vita: Leonardo Sciascia

Riassunto:
Nato a Racalmuto, presso Agrigento, nel 1921, dopo il diploma magistrale conseguito a Caltanissetta, s'impiega (1941) nell'ufficio dell'ammasso del grano del paese natale: viene così a stretto contatto con il mondo contadino siciliano. Nel 1944 sposa Maria Andronico, maestra nella scuola di Racalmuto; da lei avrà due figlie, Laura e Anna Maria.
Nel 1948, rimane scosso dal suicidio del fratello Giuseppe. L'anno seguente inizia a insegnare nella medesima scuola elementare di Racalmuto. Amante della letteratura fin da giovane (era entrato presto in contatto con Vitaliano Brancati), nel 1950 pubblica le poesie di Favole della dittatura. Più tardi si impiega a Caltanissetta in un ufficio del patronato scolastico.
Come narratore, Sciascia esordisce con cronache scolastiche, cui seguono il libro inchiesta Le parrocchie di Regalpetra (1956), dedicato a una prima messa a fuoco del tema della mafia. Segue Gli zii di Sicilia (1958), raccolta di quattro racconti, bene accolta dalla critica. Impegno civile e intrigo giallo caratterizzavano i romanzi Il giorno della civetta (1961) e A ciascuno il suo (1966), imperniati su delitti di mafia. Un giallo irrisolto è anche Todo modo (1974), imperniato sulla denuncia dei potenti che tramano alle spalle dell'Italia. Sciascia coltiva poi il genere del libro inchiesta con Morte dell'inquisitore (1964), sul tema dell'Intolleranza religiosa, e La scomparsa di Majorana (1975), dedicato alla vita del fisico nucleare misteriosamente scomparso ai tempi del fascismo.
Altro ambito a lui caro è la critica letteraria attenta agli aspetti della cultura regionale e folkloristica: nascono così i saggi Pirandello e il pirandellismo (1953) e Pirandello e la Sicilia (1961), l'antologia, curata con Salvatore Guglielmino, Narratori di Sicilia (1967) e infine il libro La corda pazza.
Scrittori e cose della Sicilia (1970). Direttore della rivista Nuovi argomenti e collaboratore della casa editrice Sellerio, Sciascia è eletto al Consiglio comunale di Palermo nel 1975 come indipendente nelle liste del Pci, e poi alla Camera nel 1979, tra i radicali. Rimane in parlamento sino al 1983, occupandosi soprattutto dei lavori della Commissione d'inchiesta sulla morte di Aldo Moro (argomento che gli aveva ispirato, nel 1978, il libro inchiesta L'affaire Moro). Specie nell'ultimo periodo, Sciascia ha incarnato il ruolo pubblico dell'intellettuale impegnato, coscienza critica dell'Italia in forme disobbedienti, senza mai identificarsi in un'ideologia precisa. Nell'ultimo suo anno di vita, il 1989, sono usciti Il cavaliere e la morte e Una storia semplice, due romanzi brevi ancora ispirati dalla denuncia del potere mafioso.



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