L'apposizione (da apporre = mettere accanto) è un sostantivo che viene riferito a un altro sostantivo per precisarlo meglio.
Esempio con frasi:
- Ho letto la storia di Napoleone, imperatore dei francesi.
- Le opere dello scrittore Italo Calvino sono tradotte anche in giapponese.
Imperatore e scrittore in grammatica sono dei nomi, in analisi logica si chiamano apposizioni perché aggiungono una precisazione al nome a cui si riferiscono.
Esempio di analisi logica:
Il cantante Lucio Dalla ha inciso un nuovo disco.
Il cantante = apposizione del soggetto
Lucio Dalla = soggetto
ha inciso = predicato verbale
un nuovo disco = complemento oggetto
L'apposizione è un elemento accessorio; quindi non è obbligatoria per comprendere il senso della frase.
Potremo infatti dire:
Lucio Dalla ha inciso un nuovo disco.
e la frase non zoppicherebbe per nulla.
L'apposizione può essere accompagnata da attributi:
Questo è Carlo, il mio simpaticissimo cugino.
L'apposizione può trovarsi prima del nome a cui si riferisce:
il fiume Po
o dopo, divisa dal nome per mezzo della virgola.
Virgilio, poeta latino, scrisse l'Eneide.
L'apposizione può essere riferita a qualsiasi elemento della frase:
Arriverà Marisa, mia sorella. (apposizione del soggetto)
Vedrò Marisa, mia sorella. (apposizione del complemento oggetto)
Quella signora è Marisa, mia sorella. (apposizione del nome del predicato.
Differenza tra apposizione e denominazione
Un particolare tipo di apposizione si ha con i nomi geografici città, paese, isola ecc. o con parole come nome, cognome, soprannome, mese ecc.:
la città di Firenze, l'isola di Malta, il mese di gennaio ecc.
Tali frasi vanno analizzate così:
Firenze = soggetto
la città = apposizione del soggetto
Molti, però, preferiscono chiamare complemento di denominazione il nome proprio che denomina una città, un paese, un'isola, un mese, ecc. e analizzano la frase precedente in questo modo:
La città = soggetto