Prima di iniziare a spiegare il congiuntivo, inserisco delle frasi che analizzeremo in subito dopo:
- Prego, si sieda (presente).
- La fortuna ti assista (presente).
- Magari pagasse (imperfetto) il debito!
- Non so dove sia andata (passato).
- Poteva darsi che avesse avuto (trapassato) fretta.
- Se avessi (imperfetto) un lavoro, sarei più tranquillo.
- Ammettete che abbia avuto (passato) ragione.
Il modo congiuntivo può esprimere:
- esortazione (primo esempio)
- desiderio (secondo esempio)
- dubbio (quarto esempio)
- possibilità (quinto esempio)
- ipotesi (sesto esempio)
- concessione (settimo esempio)
I tempi del congiuntivo sono quattro:
Il presente: indica un fatto che si può realizzare nel presente, ed esprime anche un augurio, un comando, un invito: Si accomodi. Faccia presto! |
L'imperfetto: indica un fatto che si poteva realizzare nel passato, in relazione di contemporaneità con un altro fatto passato: Speravo che venisse! esprime anche un augurio, un desiderio: Si ricordasse almeno dell'anniversario! |
Il passato: indica un fatto che si poteva realizzare nel passato in relazione di anteriorità con un altro fatto collocato nel presente: Mi auguro che l'abbia aggiustato. |
Il trapassato: Indica un fato che si poteva realizzare nel passato, in relazione di anteriorità con un altro fatto passato: Temevo che fosse già partito. |
L'uso del congiuntivo
Come nella maggior parte delle lingue moderne, anche in italiano il congiuntivo tende lentamente a cedere il posto all'indicativo che è più facile da usare e non genera errori.
Spesso il congiuntivo ha il significato dell'indicativo, per cui sentono dire frequentemente frasi come:
Credo che tu hai (= abbia) ragione.
Penso che ce la fai (= faccia).
Se ero (= fossi) più giovane, venivo (= verrei) con voi.
E' l'unica persona che lo sa (= sappia).
Lo hanno promosso non perché era (= fosse) preparato ma perché aveva ormai sedici anni.
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