Ambito politico-giuridico
Tra i fondamentali diritti di libertà e storico pilastro della democrazia è la libertà di stampa. Lo studente scriva un breve saggio su come oggi la libertà di stampa, tutelata dall'articolo 21 della nostra Costituzione repubblicana, si completi con il diritto ad un’informazione corretta e rispettosa dei lettori, oggi purtroppo insidiata da alcuni pericoli.
Il saggio può articolarsi nei seguenti punti:
1) L’articolo 21 della Costituzione repubblicana italiana recita: “Tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censura”.
La legge prescrive inoltre che si possa procedere a sequestro dell’attività di stampa periodica solo in caso di delitti o di violazione delle norme che la legge stessa impone e previo l’intervento dell’autorità giudiziaria o, alla occorrenza della polizia giudiziaria, la quale deve sporgere immediata denuncia all’autorità giudiziaria che ha ventiquattro ore di tempo per convalidarla; alla scadenza di tale periodo prefissato, il sequestro può considerarsi revocato e privo di ogni effetto.
2) La libertà di stampa, uno dei diritti fondamentali che uno Stato democratico riconosce ai propri cittadini, fu codificata per la prima volta nel nostro Paese nel 1848 nell'ambito dello Statuto Albertino che, come si sa, successivamente fu assunto a fondamento della legislazione del Regno d’Italia. Tale regolamentazione non venne, però, riconosciuta dal fascismo che cancellò ogni libertà, inclusa ovviamente quella d'espressione, rilegittimata solo dopo la fine della seconda guerra mondiale, con la proclamazione della Repubblica italiana.
3) Parlare di libertà di stampa in termini costituzionali significa permettere a tutti di esprimere liberamente attraverso lo scritto il proprio pensiero, senza pericolo di censura o di alcuna sanzione penale; ma il pensiero scritto, per avere una qualche valenza politica e sociale, deve essere recepito da un gran numero di persone: ecco quindi il ricorso ai mass-media, che permettono la comunicazione delle idee ad un vasto pubblico.
Il passaggio, rapido ed obbligato, da una concezione personalistica della libertà di stampa ad una, per così dire, “mass-mediale” sembra quindi essere sancito, anche se in maniera implicita, dalla nostra Costituzione.
Quest’ultima favorisce inoltre il libero confronto d’idee, anche se diverse tra di loro, ai fini dell’elevazione culturale, civile e sociale dell’intera collettività nazionale; afferma il diritto di tutti ad esprimere il proprio pensiero mediante la stampa e gli altri mezzi di comunicazione ed infine esige trasparenza sulle fonti che finanziano gli organi di stampa.
Libertà di stampa vuol dire non solo libera trasmissione o circolazione d’idee, ma anche e soprattutto facoltà d’informare, di veicolare fatti e notizie in piena autonomia, di fornire cioè un servizio efficace ed affidabile all'utenza Se scrivere senza impedimenti di alcun tipo è un diritto dei giornalisti, farlo nel rispetto dei fruitori è un dovere: garantire un’informazione attendibile, completa, non faziosa,, spiegata nei minimi dettagli, è infatti il presupposto per uso corretto della libertà di stampa. Visto il ruolo di primo piano rivestito attualmente dai giornali, come mezzi d’informazione di massa, il problema fondamentale non è tanto difendere la libertà d’espressione come diritto individuale della persona, che rischierebbe di diventare qualcosa d’astratto, quanto piuttosto evitare che la proprietà delle testate giornalistiche sia concentrata in poche mani. Infatti, nonostante la tutela legislativa, in Italia, come in quasi tutti i paesi industrializzati dell’Occidente, la reale minaccia alla libertà di stampa è rappresentata proprio da un eventuale monopolio esercitato sugli organi di stampa dai grandi potentati economici e finanziari.
4) La stampa costituisce il quarto potere, dopo quelli tradizionali dello Stato, ed è pericoloso che esso venga gestito da pochi. Dietro i quotidiani a maggiore tiratura nazionale, vi sono noti colossi dell’economia italiana: ad esempio il gruppo FIAT è proprietario del quotidiano di Torino La Stampa, il gruppo Berlusconi de Il Giornale di Milano ecc.
Senza potenti finanziatori alle spalle, qualsiasi tentativo di offrire un’informazione alternativa ai lettori è destinato a fallire, come avvenuto, ad esempio, con il giornale satirico Cuore, molto apprezzato dai giovani, ma chiuso per mancanza di fondi.
Con gli interessi politici ed economici finiscono per condizionare il lavoro dei giornalisti ed i contenuti stessi dei giornali: non sempre è rispettata la reale opinione di chi scrive ed il modo, in cui alcune notizie vengono trattate, risente dell’influenza esercitata da chi finanzia.
5) Anche il potere politico può insidiare la libertà e la correttezza dell’informazione: pensiamo alle pressioni esercitate dalle forze politiche, sia di governo sia d’opposizione, su giornalisti, di giornali come di reti televisive per presentare certe notizie in modo favorevole alla propria parte politica. La faziosità è da sempre il rischio dell’informazione politica: conseguentemente i partiti dovrebbero poter far conoscere i loro orientamenti esclusivamente attraverso i propri organi di stampa ed i comunicati ufficialmente consegnati alle redazioni degli altri giornali e dei telegiornali, senza invadere altri spazi.
6) Nasce pertanto l’esigenza di un sostanziale pluralismo dell’informazione stampata che garantisca il rispetto dei lettori: affidare la gestione degli organi di stampa ad una pluralità di soggetti significa anche favorire una sana concorrenza tra le varie testate giornalistiche, spinte così ad un maggior impegno nella ricerca dell’oggettività, della correttezza dell’informazione e dell’attendibilità delle notizie riportate.
E’ senza dubbio necessario tutelare, attraverso la Costituzione, la libertà di stampa, ma è ancor più doveroso impedire che il cosiddetto quarto potere sia monopolizzato da pochi e non distribuito tra tanti soggetti.
Se la libertà di stampa si pone al servizio dei potentati dell’economia e della finanza, finisce per negare se stessa: non bisogna dimenticare che le sue radici affondano in quella libertà di pensiero e d’espressione che è alla base di ogni autentica democrazia.
7) In ultima analisi, quindi il diritto alla libertà di stampa deve perfezionarsi con il permettere, a chi ne è escluso per il fatto che non è chiamato ad esercitarlo professionalmente, di poter godere pienamente, oltre che del proprio diritto d’espressione, del libero accesso all'informazione condizione questa indispensabile per l’esercizio della libertà individuale e di gruppo, nonché tra i principi fondamentali di uno Stato democratico.
Tra i fondamentali diritti di libertà e storico pilastro della democrazia è la libertà di stampa. Lo studente scriva un breve saggio su come oggi la libertà di stampa, tutelata dall'articolo 21 della nostra Costituzione repubblicana, si completi con il diritto ad un’informazione corretta e rispettosa dei lettori, oggi purtroppo insidiata da alcuni pericoli.
Il saggio può articolarsi nei seguenti punti:
- L’art. 21 della nostra Costituzione.
- La libertà di stampa nel passato.
- Cosa s’intende per libertà di stampa.
- La stampa è il quarto potere.
- L’influenza del potere politico sulla stampa.
- L’esigenza di un pluralismo dell’informazione stampata.
- Conclusioni.
1) L’articolo 21 della Costituzione repubblicana italiana recita: “Tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censura”.
La legge prescrive inoltre che si possa procedere a sequestro dell’attività di stampa periodica solo in caso di delitti o di violazione delle norme che la legge stessa impone e previo l’intervento dell’autorità giudiziaria o, alla occorrenza della polizia giudiziaria, la quale deve sporgere immediata denuncia all’autorità giudiziaria che ha ventiquattro ore di tempo per convalidarla; alla scadenza di tale periodo prefissato, il sequestro può considerarsi revocato e privo di ogni effetto.
2) La libertà di stampa, uno dei diritti fondamentali che uno Stato democratico riconosce ai propri cittadini, fu codificata per la prima volta nel nostro Paese nel 1848 nell'ambito dello Statuto Albertino che, come si sa, successivamente fu assunto a fondamento della legislazione del Regno d’Italia. Tale regolamentazione non venne, però, riconosciuta dal fascismo che cancellò ogni libertà, inclusa ovviamente quella d'espressione, rilegittimata solo dopo la fine della seconda guerra mondiale, con la proclamazione della Repubblica italiana.
3) Parlare di libertà di stampa in termini costituzionali significa permettere a tutti di esprimere liberamente attraverso lo scritto il proprio pensiero, senza pericolo di censura o di alcuna sanzione penale; ma il pensiero scritto, per avere una qualche valenza politica e sociale, deve essere recepito da un gran numero di persone: ecco quindi il ricorso ai mass-media, che permettono la comunicazione delle idee ad un vasto pubblico.
Il passaggio, rapido ed obbligato, da una concezione personalistica della libertà di stampa ad una, per così dire, “mass-mediale” sembra quindi essere sancito, anche se in maniera implicita, dalla nostra Costituzione.
Quest’ultima favorisce inoltre il libero confronto d’idee, anche se diverse tra di loro, ai fini dell’elevazione culturale, civile e sociale dell’intera collettività nazionale; afferma il diritto di tutti ad esprimere il proprio pensiero mediante la stampa e gli altri mezzi di comunicazione ed infine esige trasparenza sulle fonti che finanziano gli organi di stampa.
Libertà di stampa vuol dire non solo libera trasmissione o circolazione d’idee, ma anche e soprattutto facoltà d’informare, di veicolare fatti e notizie in piena autonomia, di fornire cioè un servizio efficace ed affidabile all'utenza Se scrivere senza impedimenti di alcun tipo è un diritto dei giornalisti, farlo nel rispetto dei fruitori è un dovere: garantire un’informazione attendibile, completa, non faziosa,, spiegata nei minimi dettagli, è infatti il presupposto per uso corretto della libertà di stampa. Visto il ruolo di primo piano rivestito attualmente dai giornali, come mezzi d’informazione di massa, il problema fondamentale non è tanto difendere la libertà d’espressione come diritto individuale della persona, che rischierebbe di diventare qualcosa d’astratto, quanto piuttosto evitare che la proprietà delle testate giornalistiche sia concentrata in poche mani. Infatti, nonostante la tutela legislativa, in Italia, come in quasi tutti i paesi industrializzati dell’Occidente, la reale minaccia alla libertà di stampa è rappresentata proprio da un eventuale monopolio esercitato sugli organi di stampa dai grandi potentati economici e finanziari.
4) La stampa costituisce il quarto potere, dopo quelli tradizionali dello Stato, ed è pericoloso che esso venga gestito da pochi. Dietro i quotidiani a maggiore tiratura nazionale, vi sono noti colossi dell’economia italiana: ad esempio il gruppo FIAT è proprietario del quotidiano di Torino La Stampa, il gruppo Berlusconi de Il Giornale di Milano ecc.
Senza potenti finanziatori alle spalle, qualsiasi tentativo di offrire un’informazione alternativa ai lettori è destinato a fallire, come avvenuto, ad esempio, con il giornale satirico Cuore, molto apprezzato dai giovani, ma chiuso per mancanza di fondi.
Con gli interessi politici ed economici finiscono per condizionare il lavoro dei giornalisti ed i contenuti stessi dei giornali: non sempre è rispettata la reale opinione di chi scrive ed il modo, in cui alcune notizie vengono trattate, risente dell’influenza esercitata da chi finanzia.
5) Anche il potere politico può insidiare la libertà e la correttezza dell’informazione: pensiamo alle pressioni esercitate dalle forze politiche, sia di governo sia d’opposizione, su giornalisti, di giornali come di reti televisive per presentare certe notizie in modo favorevole alla propria parte politica. La faziosità è da sempre il rischio dell’informazione politica: conseguentemente i partiti dovrebbero poter far conoscere i loro orientamenti esclusivamente attraverso i propri organi di stampa ed i comunicati ufficialmente consegnati alle redazioni degli altri giornali e dei telegiornali, senza invadere altri spazi.
6) Nasce pertanto l’esigenza di un sostanziale pluralismo dell’informazione stampata che garantisca il rispetto dei lettori: affidare la gestione degli organi di stampa ad una pluralità di soggetti significa anche favorire una sana concorrenza tra le varie testate giornalistiche, spinte così ad un maggior impegno nella ricerca dell’oggettività, della correttezza dell’informazione e dell’attendibilità delle notizie riportate.
E’ senza dubbio necessario tutelare, attraverso la Costituzione, la libertà di stampa, ma è ancor più doveroso impedire che il cosiddetto quarto potere sia monopolizzato da pochi e non distribuito tra tanti soggetti.
Se la libertà di stampa si pone al servizio dei potentati dell’economia e della finanza, finisce per negare se stessa: non bisogna dimenticare che le sue radici affondano in quella libertà di pensiero e d’espressione che è alla base di ogni autentica democrazia.
7) In ultima analisi, quindi il diritto alla libertà di stampa deve perfezionarsi con il permettere, a chi ne è escluso per il fatto che non è chiamato ad esercitarlo professionalmente, di poter godere pienamente, oltre che del proprio diritto d’espressione, del libero accesso all'informazione condizione questa indispensabile per l’esercizio della libertà individuale e di gruppo, nonché tra i principi fondamentali di uno Stato democratico.