Schönberg a Los Angeles nel 1948 - Foto di Florence Homolka - Schoenberg Archives at USC. |
Biografia:
Nato a Vienna nel 1874, Schonberg iniziò gli studi musicali con l’aiuto della madre e, in seguito, del compositore Alexander Zemlinsky, suo amico, che gli impartì lezioni di armonia e composizione. Ma Schonberg lavorò anche molto come autodidatta, studiando i compositori classici e romantici. Influenzato inizialmente da Wagner e da Mahler, egli si affermò con caratteri decisamente personali nel 1912 con l’opera Pierrot lunaire che rappresenta una svolta decisiva nel panorama della musica contemporanea.
In questo lavoro, basato su ventun poesie ispirate al clown Pierrot, Schonberg introduce un nuovo modo di cantare in cui al canto tradizionale viene opposto il “canto parlato”: si tratta di una tecnica in cui la voce intona le note, ma conserva anche le inflessioni tipiche della recitazione parlata. E’ la realizzazione di un linguaggio musicale che non si riconosce più nelle regole tradizionali, ma che si riorganizza in una nuova costruzione di suoni. Questo nuovo linguaggio andò perfezionandosi in seguito, quando dopo la prima guerra mondiale, Schonberg elaborò una tecnica compositiva che prese il nome di “dodecafonia” e che ebbe moltissima influenza sui compositori che vennero dopo di lui: i dodici suoni (dodecafonia vuole dire appunto dodici suoni) di cui è composta la scala cromatica (in cui l’intervallo fra i suoni è sempre di un semitono) vengono utilizzati in modo indipendente l’uno dall'altro.
Dodecafonici sono i più importanti lavori di Schonberg quali la maestosa opera teatrale Mosè e Aronne e la Suite op. 25 per pianoforte.
Con l’avvento del nazismo, a causa della sua origine ebrea egli fu costretto a trasferirsi in America; insegnò a Boston, a New York e infine a Los Angeles: qui morì nel 1951.