Il blues si basa su una scala in cui la terza e la settima note vengono intonate in maniera imprecisa, quasi come se fossero abbassate di un semitono rispetto alla scala maggiore normale. L’uso di questa scala conferisce alle melodie un carattere più triste e indefinito, a metà strada fra maggiore e minore, che caratterizzerà tutti la musica jazz.
La struttura dei brani si basa su frasi di dodici battute, suddivise in tre gruppi di quattro battute ciascuno secondo lo schema AAB. Il testo si basa su due brevi frasi, la prima delle quali viene ripetuta. Su questo schema saranno costruiti moltissimi temi usati dai musicisti jazz.
I blues hanno una struttura responsoriale (cioè a domanda e risposta) che richiama quella dei canti di lavoro e degli spirituals; in questo caso però la domanda (che occupa circa due battute e mezzo) viene cantata (dal solista o dal coro), mentre la risposta (che occupa circa una battuta e mezzo) è affidata agli strumenti.
In un primo tempo si usava soltanto il banjo, strumento a corde di origine africana; in seguito si utilizzarono anche la chitarra e il pianoforte.
La struttura dei brani si basa su frasi di dodici battute, suddivise in tre gruppi di quattro battute ciascuno secondo lo schema AAB. Il testo si basa su due brevi frasi, la prima delle quali viene ripetuta. Su questo schema saranno costruiti moltissimi temi usati dai musicisti jazz.
I blues hanno una struttura responsoriale (cioè a domanda e risposta) che richiama quella dei canti di lavoro e degli spirituals; in questo caso però la domanda (che occupa circa due battute e mezzo) viene cantata (dal solista o dal coro), mentre la risposta (che occupa circa una battuta e mezzo) è affidata agli strumenti.
In un primo tempo si usava soltanto il banjo, strumento a corde di origine africana; in seguito si utilizzarono anche la chitarra e il pianoforte.