Tema Svolto: Abiti puliti, coscienze sporche.
Abiti Puliti (Clean Clothes) è una campagna nata per migliorare le condizioni dei lavoratori tessili, soprattutto donne, in tutto il mondo, attraverso la sensibilizzazione e la mobilitazione dei consumatori, la pressione sulle imprese e i governi.
Questa campagna, consecutivamente alla tragedia del 24 aprile, il crollo del Rana Plaza (Dacca, Bangladesh), dove lavoravano numerosi laboratori tessili, la maggior parte donne, con la morte di oltre mille persone e un elevato numero di dispersi, hanno sponsorizzato il protocollo "Bangladesh Fire and Building Safety Agreement" per migliorare le condizioni degli edifici del posto.
Infatti hanno aderito oltre venti milioni di lavoratori e imprenditori, ottenendo circa trenta tra le più importanti firme di Imprese, come Benetton (Italiana), Inditex e Mango (Spagnole), Marks and Spencer (Britannica), H&M (Svedese) e Calvin Klein (Americana).
Però c'è un problema di fondo: se non fosse avvenuta questa tragedia , nessuno avrebbe mosso un dito! Tanto è vero che le più grande imprese che hanno una succursale in Bangladesh, consecutivamente a questa disgrazia, hanno realizzato di avere la coscienza sporca e si sono affrettati ad unirsi a questa Campagna.
Alla fine conta relativamente poco quando e perché hanno agito, ma bisogna considerare che fortunatamente l'hanno fatto! Se solo avessero preso posizione precedentemente a questo fatto, non sarebbe morto nessuno.
Risponde il Premio Nobel per la Pace e economista Muhammad Yunus, scrivendo sul quotidiano britannico "TheGuardian":
"Oggi le anime di coloro che hanno perso la loro vita stanno guardando cosa facciamo e sentono cosa diciamo. L'ultimo respiro delle loro anime ci circonda. Non ha senso abbandonare un paese che ha beneficiato molto per loro attività"
Yunus chiede alle imprese un aumento dei salari ad almeno cinquanta centesimi di dollaro ad ora, il doppio della media di ciò che percepiscono ora in Bangladesh.
E' grave il fatto che le imprese non hanno ancora fatto niente in questo ambito, cinquanta centesimo sono una cifra veramente bassa, non cambierebbe niente se noi spendessimo 50 centesimi in più, salvando così delle vite umane! Questo leggero aumento sarebbe un piccolo passo per il miglioramento delle condizioni degli edifici, dei lavoratori e delle rispettive famiglie!
Infatti Yunus ha anche un'idea di banca basata, non sulla solvibilità, ma sulla fiducia, fondando per l'appunto la Grameen Bank, la quale concede microprestiti alle popolazioni povere senza richiedere garanzie collaterali, permettendo così il loro accesso al credito.
Purtroppo al giorno d'oggi è molto complicato fidarsi, anche se è vero che moltissimi paesi nel mondo, inclusa la nostra Italia, sono in condizioni critiche e bisogna fare qualcosa.
I maggiori imprenditori potrebbero tirarsi in dietro, pensando "Chi me lo fa fare di aiutare i paesi più poveri", e effettivamente è vero, già si hanno problemi interni, e poi bisogna aiutare anche gli altri paesi. Bisognerebbe pensare prima di tutto a se stessi, oppure non se ne esce fuori da questa crisi. Invece le potenti e ricche imprese statunitensi, appaiono riluttanti verso questo progetto, dovrebbero esseri i primi ad agire! L'unica impresa americana a firmare è Calvin Klein!
Io non sono un economista e non me intendo di economia, ma posso dire che tutto dovrebbe partire da chi ha più disponibilità di denaro, e non dai lavoratori con un salario medio, se non basso! Purtroppo i ricchi vogliono vivere nel benessere senza preoccuparsi di chi non ha niente! Ora bisogna solo sperare che questa campagna dia i suoi frutti!
Fonti: Abiti Puliti, Wikipedia, Guardian
Abiti Puliti (Clean Clothes) è una campagna nata per migliorare le condizioni dei lavoratori tessili, soprattutto donne, in tutto il mondo, attraverso la sensibilizzazione e la mobilitazione dei consumatori, la pressione sulle imprese e i governi.
Questa campagna, consecutivamente alla tragedia del 24 aprile, il crollo del Rana Plaza (Dacca, Bangladesh), dove lavoravano numerosi laboratori tessili, la maggior parte donne, con la morte di oltre mille persone e un elevato numero di dispersi, hanno sponsorizzato il protocollo "Bangladesh Fire and Building Safety Agreement" per migliorare le condizioni degli edifici del posto.
Infatti hanno aderito oltre venti milioni di lavoratori e imprenditori, ottenendo circa trenta tra le più importanti firme di Imprese, come Benetton (Italiana), Inditex e Mango (Spagnole), Marks and Spencer (Britannica), H&M (Svedese) e Calvin Klein (Americana).
Però c'è un problema di fondo: se non fosse avvenuta questa tragedia , nessuno avrebbe mosso un dito! Tanto è vero che le più grande imprese che hanno una succursale in Bangladesh, consecutivamente a questa disgrazia, hanno realizzato di avere la coscienza sporca e si sono affrettati ad unirsi a questa Campagna.
Alla fine conta relativamente poco quando e perché hanno agito, ma bisogna considerare che fortunatamente l'hanno fatto! Se solo avessero preso posizione precedentemente a questo fatto, non sarebbe morto nessuno.
Risponde il Premio Nobel per la Pace e economista Muhammad Yunus, scrivendo sul quotidiano britannico "TheGuardian":
"Oggi le anime di coloro che hanno perso la loro vita stanno guardando cosa facciamo e sentono cosa diciamo. L'ultimo respiro delle loro anime ci circonda. Non ha senso abbandonare un paese che ha beneficiato molto per loro attività"
Yunus chiede alle imprese un aumento dei salari ad almeno cinquanta centesimi di dollaro ad ora, il doppio della media di ciò che percepiscono ora in Bangladesh.
E' grave il fatto che le imprese non hanno ancora fatto niente in questo ambito, cinquanta centesimo sono una cifra veramente bassa, non cambierebbe niente se noi spendessimo 50 centesimi in più, salvando così delle vite umane! Questo leggero aumento sarebbe un piccolo passo per il miglioramento delle condizioni degli edifici, dei lavoratori e delle rispettive famiglie!
Infatti Yunus ha anche un'idea di banca basata, non sulla solvibilità, ma sulla fiducia, fondando per l'appunto la Grameen Bank, la quale concede microprestiti alle popolazioni povere senza richiedere garanzie collaterali, permettendo così il loro accesso al credito.
Purtroppo al giorno d'oggi è molto complicato fidarsi, anche se è vero che moltissimi paesi nel mondo, inclusa la nostra Italia, sono in condizioni critiche e bisogna fare qualcosa.
I maggiori imprenditori potrebbero tirarsi in dietro, pensando "Chi me lo fa fare di aiutare i paesi più poveri", e effettivamente è vero, già si hanno problemi interni, e poi bisogna aiutare anche gli altri paesi. Bisognerebbe pensare prima di tutto a se stessi, oppure non se ne esce fuori da questa crisi. Invece le potenti e ricche imprese statunitensi, appaiono riluttanti verso questo progetto, dovrebbero esseri i primi ad agire! L'unica impresa americana a firmare è Calvin Klein!
Io non sono un economista e non me intendo di economia, ma posso dire che tutto dovrebbe partire da chi ha più disponibilità di denaro, e non dai lavoratori con un salario medio, se non basso! Purtroppo i ricchi vogliono vivere nel benessere senza preoccuparsi di chi non ha niente! Ora bisogna solo sperare che questa campagna dia i suoi frutti!
Fonti: Abiti Puliti, Wikipedia, Guardian