Davanti al pericolo di una guerra nucleare tutti i cittadini di ogni paese devono sentirsi coinvolti e adoperarsi per salvare la pace.
Tema Svolto:
A proposito del problema della pace e del disarmo Albert Einstein affermò che la scoperta dell'energia nucleare è destinata a cambiare il proprio modo di pensare, altrimenti è destinata a perire entro un breve tempo. E' una affermazione che ci deve far meditare perché ci coinvolge tutti: uomini comuni e governanti, politici, militari e uomini di scienze. Questi ultimi soprattutto debbono pretendere che vengono resi noti gli effetti disastrosi delle loro scoperte utilizzate a fini bellici, debbono rifiutare finanziamenti da enti militari e non devono continuare a fare ricerche se poi dietro a tutto questo c'è il segreto militare.
Ormai dopo 2 guerre mondiali ogni branco della scienza si è dedicata alle esigenze militari. Si ritiene che, grosso modo, oggi, nei paesi tecnologicamente avanzati due studiosi su 3 siano impegnati in ricerche che hanno direttamente o indirettamente finalità militari. Stando così le cose, noi tutti dobbiamo pretendere di conoscere quali siano le potenzialità distruttive degli arsenali militari e anche l'entità delle spese che il loro continuo aggiornamento richiede. Dobbiamo renderci conto che oggi si lavora molto di più per preparare la guerra e non per aprire le porte alla pace.
Quello dell'armamento o dell'eventuale disarmo e ormai un problema che tocca le coscienze di ognuno di noi. Se la questione non è facilmente risolvibile, in ogni caso, viene spontaneo domandarsi il perché delle armi e della guerra, come l'uomo sia arrivato a concepire macchine di morte sempre più perfette, sempre più terribili delle quali egli stesso è diventato schiavo senza rendersene conto. E' innegabile che l'istinto della lotta e la volontà della supremazia siano connaturali negli esseri umani così come nella gran parte degli animali. Se noi osserviamo gli uomini in diversi contesti sociali di diverso grado di civilizzazione, possiamo senz'altro constatare che in ogni luogo qualunque sia la razza, gli uomini combattono e lottano per il territorio, per la donna, per la conquista, per la difesa e per il potere. Queste cose devono farci riflettere ma non rassegnarci perché abbiamo la speranza per un futuro migliore e questa nessuno può togliercela. Forse se si riuscisse a creare un forte movimento di opinioni, si potrebbero costringere i governi a trovare soluzioni più immediate per il problema del disarmo. Per armamento dobbiamo intendere tutto il complesso di mezzi ed armi da guerra che uno stato possiede e la sua potenziale capacità di costruirne. Nel corso dei millenni l'uomo ha sempre più perfezionato i suoi mezzi di attacco: in un primo tempo si è limitato a sfruttare la propria forza muscolare, poi ha gradualmente messo a punto congegni e meccanismi, sempre più perfezionati e sofisticati. Ormai sono stati realizzati tipi di armi e mezzi di distruzione che hanno una potenza terrificante, strumenti di morte che potrebbero distruggere intere popolazioni e far scomparire grandi estensioni di terre e che potrebbero essere utilizzati da un momento all'altro. Esistono infatti armi adatti ad ogni tipo di terreno, armi che viaggiano in acqua e in aria e soprattutto armi che sfruttano la potenza dell'energia nucleare. Sono proprio quest'ultime data la loro immensa capacità distruttrice, che costituiscono il pericolo più grande per tutta l'umanità, minacciata fin nella sua stessa sopravvivenza.
Le due grandi di ieri USA e URSS, avevano dislocato il loro potenziale nucleare, sotto forma di missili, bombe atomiche in modo da cogliere in caso di guerra i punti nevralgici dell'ipotetico nemico e a questo incredibile gioco non si erano certo sottratte le nazioni alleate dell'una e dell'altra parte, compresa l'Italia che fa parte della NATO. Quando si dice che il mondo è un immensa polveriera pronta a scoppiare non c'è un termine più calzante per descrivere lo stato attuale delle cose. Basterebbe un ordine sbagliato, un errore degli uomini o delle macchine, e in pochi minuti gran parte del mondo civilizzato sarebbe spazzato via e la natura sconvolta per lunghissimo tempo.
E per questa serie di motivi che, specialmente dopo la 2° guerra mondiale in cui si videro gli effetti disastrosi del pur limitatissimo uso delle armi nucleari, si è cercato di attuare il disarmo, tramite una lunga serie di accordi e trattati. E' innegabile come a più riprese si siano susseguite riunioni e tentativi di ogni genere per arrivare al disarmo, ma i risultati sono stati assai deludenti, poiché in effetti non si è giunti ad una soluzione accettabile nei confronti di un problema "riduzione degli armamenti e sicurezza". Nessuno dei contendenti fino a poco tempo fa era disposto a limitare i propri armamenti nucleari per non indebolire la propria posizione; nel frattempo la scienza lavora per la guerra e si producono armi sempre più terribili per sostituire progressivamente quele già sorpassate tecnicamente. Mentre nella pubblica opinione dei Paesi più sensibili a questo tipo di problematica, si sta creando un vasto movimento che si prefigge il raggiungimento della pace stabile attraverso il disarmo, la crisi del comunismo ha determinato la fine della riduzione delle armi nucleari strategiche. Credo che sulla necessità di abolire le armi nucleari si sia tutti concordi in considerazione dei gravissimi pericoli che rappresentano, ma per quanto riguarda il disarmo totale, che mette in discussione l'esistenza delle forze armate, il discorso è quanto mai aperto.
Tema Svolto:
A proposito del problema della pace e del disarmo Albert Einstein affermò che la scoperta dell'energia nucleare è destinata a cambiare il proprio modo di pensare, altrimenti è destinata a perire entro un breve tempo. E' una affermazione che ci deve far meditare perché ci coinvolge tutti: uomini comuni e governanti, politici, militari e uomini di scienze. Questi ultimi soprattutto debbono pretendere che vengono resi noti gli effetti disastrosi delle loro scoperte utilizzate a fini bellici, debbono rifiutare finanziamenti da enti militari e non devono continuare a fare ricerche se poi dietro a tutto questo c'è il segreto militare.
Ormai dopo 2 guerre mondiali ogni branco della scienza si è dedicata alle esigenze militari. Si ritiene che, grosso modo, oggi, nei paesi tecnologicamente avanzati due studiosi su 3 siano impegnati in ricerche che hanno direttamente o indirettamente finalità militari. Stando così le cose, noi tutti dobbiamo pretendere di conoscere quali siano le potenzialità distruttive degli arsenali militari e anche l'entità delle spese che il loro continuo aggiornamento richiede. Dobbiamo renderci conto che oggi si lavora molto di più per preparare la guerra e non per aprire le porte alla pace.
Quello dell'armamento o dell'eventuale disarmo e ormai un problema che tocca le coscienze di ognuno di noi. Se la questione non è facilmente risolvibile, in ogni caso, viene spontaneo domandarsi il perché delle armi e della guerra, come l'uomo sia arrivato a concepire macchine di morte sempre più perfette, sempre più terribili delle quali egli stesso è diventato schiavo senza rendersene conto. E' innegabile che l'istinto della lotta e la volontà della supremazia siano connaturali negli esseri umani così come nella gran parte degli animali. Se noi osserviamo gli uomini in diversi contesti sociali di diverso grado di civilizzazione, possiamo senz'altro constatare che in ogni luogo qualunque sia la razza, gli uomini combattono e lottano per il territorio, per la donna, per la conquista, per la difesa e per il potere. Queste cose devono farci riflettere ma non rassegnarci perché abbiamo la speranza per un futuro migliore e questa nessuno può togliercela. Forse se si riuscisse a creare un forte movimento di opinioni, si potrebbero costringere i governi a trovare soluzioni più immediate per il problema del disarmo. Per armamento dobbiamo intendere tutto il complesso di mezzi ed armi da guerra che uno stato possiede e la sua potenziale capacità di costruirne. Nel corso dei millenni l'uomo ha sempre più perfezionato i suoi mezzi di attacco: in un primo tempo si è limitato a sfruttare la propria forza muscolare, poi ha gradualmente messo a punto congegni e meccanismi, sempre più perfezionati e sofisticati. Ormai sono stati realizzati tipi di armi e mezzi di distruzione che hanno una potenza terrificante, strumenti di morte che potrebbero distruggere intere popolazioni e far scomparire grandi estensioni di terre e che potrebbero essere utilizzati da un momento all'altro. Esistono infatti armi adatti ad ogni tipo di terreno, armi che viaggiano in acqua e in aria e soprattutto armi che sfruttano la potenza dell'energia nucleare. Sono proprio quest'ultime data la loro immensa capacità distruttrice, che costituiscono il pericolo più grande per tutta l'umanità, minacciata fin nella sua stessa sopravvivenza.
Le due grandi di ieri USA e URSS, avevano dislocato il loro potenziale nucleare, sotto forma di missili, bombe atomiche in modo da cogliere in caso di guerra i punti nevralgici dell'ipotetico nemico e a questo incredibile gioco non si erano certo sottratte le nazioni alleate dell'una e dell'altra parte, compresa l'Italia che fa parte della NATO. Quando si dice che il mondo è un immensa polveriera pronta a scoppiare non c'è un termine più calzante per descrivere lo stato attuale delle cose. Basterebbe un ordine sbagliato, un errore degli uomini o delle macchine, e in pochi minuti gran parte del mondo civilizzato sarebbe spazzato via e la natura sconvolta per lunghissimo tempo.
E per questa serie di motivi che, specialmente dopo la 2° guerra mondiale in cui si videro gli effetti disastrosi del pur limitatissimo uso delle armi nucleari, si è cercato di attuare il disarmo, tramite una lunga serie di accordi e trattati. E' innegabile come a più riprese si siano susseguite riunioni e tentativi di ogni genere per arrivare al disarmo, ma i risultati sono stati assai deludenti, poiché in effetti non si è giunti ad una soluzione accettabile nei confronti di un problema "riduzione degli armamenti e sicurezza". Nessuno dei contendenti fino a poco tempo fa era disposto a limitare i propri armamenti nucleari per non indebolire la propria posizione; nel frattempo la scienza lavora per la guerra e si producono armi sempre più terribili per sostituire progressivamente quele già sorpassate tecnicamente. Mentre nella pubblica opinione dei Paesi più sensibili a questo tipo di problematica, si sta creando un vasto movimento che si prefigge il raggiungimento della pace stabile attraverso il disarmo, la crisi del comunismo ha determinato la fine della riduzione delle armi nucleari strategiche. Credo che sulla necessità di abolire le armi nucleari si sia tutti concordi in considerazione dei gravissimi pericoli che rappresentano, ma per quanto riguarda il disarmo totale, che mette in discussione l'esistenza delle forze armate, il discorso è quanto mai aperto.