L'inquietudine è lo stato d'animo di chi aspira al raggiungimento di qualche bene, avanza coraggiosamente, ma se ne torna con le mani in mano. La malinconia è il sentimento di chi soffre per un tormento interiore, dovuto anch'esso ad aspirazioni insoddisfatte. Manca lo slancio, il dinamismo, un ideale. Le cause sono molte, esaminiamone qualcuna nella speranza di colpire nel segno.
Tema Svolto:
La nostra gioventù specialmente quella studentesca adolescenziale, soffre di vari mali nella stragrande maggioranza, ma non mancano i giovani che si sono già configurati una meta e si sono costruiti una filosofia ottimistica sulla vita, guardano al lavoro con occhio sereno, hanno buoni principi e una condotta sana di vita. Questi giovani in numero ristretto, si tengono stretti alla famiglia e ai buoni principi tradizionali, compiono il loro dovere scolastico, non frequentano compagnie poco edificanti e tengono ovunque un buon comportamento. Essi sono propensi più a dare che a ricevere e considerano la vita un dovere e un sacrificio più che una festa o una baldoria.
Molti purtroppo sono gli insoddisfatti, che vivono alla giornata non pensando al domani, né al raggiungimento della personalità, non coltivano ideali, anzi disprezzano coloro che credono nei valori etico morali, rifiutano gli incarichi pesanti, pensano egoisticamente a se stessi, anziché prestarsi per chi ha bisogno.
I genitori per i figli adolescenti hanno viscere di carità giacché li vedono diventare uomini, mentre essi declinano nel viale del tramonto e perciò cercano con ogni mezzo, anche subendo il ricatto che il figliolo resti legato al ceto familiare. Ma spesso lo studente è vittima del consumismo, della superbia, della gloria e dell'ostentazione. Altri studenti sono frustrati perché non hanno trovato alcun lavoro, oppure è stata loro offerta un'occupazione precaria, oppure perché l'esame non preparato a fondo ha sortito un'esito negativo, oppure perché sono stati respinti o rifiutati dalla ragazza del 1° amore o della 1° illusione, oppure perché sentono quotidianamente le notizie sulla disoccupazione. C'è chi vorrebbe cambiare la facoltà di studio e chi vorrebbe interrompere addirittura gli studi, chi si demoralizza vedendo i casi di violenza e di emarginazione. A mio avviso la gioventù odierna soffre di crisi d'identità, essa avverte la mancanza di principi, il venir meno degli ideali, l'illusioni delle false mete: soprattutto l'eccessiva fretta o irruenza, nel voler giungere a capo di tutte le esperienze magari bruciando le tappe.
Quanta gioventù muore in incidenti d'auto a causa dell'eccessiva velocità. La mancanza di controllo, l'ingestione di alcolici o lo stress per aver fatto le ore piccole in una discoteca. Oggi mancano totalmente le voci forti che spingono i giovani verso la strada giusta, la famiglia fa quello che può ma non è sufficiente, i parroci ed i sacerdoti sono distanti come mentalità rispetto ai giovani e la crisi economica non è un buon alleato.
I giovani sono vittime degli slogan violenti ed erotici, di una pubblicità sempre più invadente dei modelli consumistici, di scuole, che funzionano in modo incompleto e superficiale, dello spettacolo di benessere eccessivo per pochi, contrapposti alla miseria dei diseredati, dei reietti e degli extracomunitari. Insomma sono vittime di un mondo senza meta, senza principi spirituali e morali tesi unicamente alla soddisfazione della sete di guadagno. E' il mondo del consumismo nel quale ognuno vuole essere più veloce di un altro e non bada ad altro se non ad avere una motocicletta o una macchina più veloce per poter sorpassare e porre alle proprie spalle il pacifico cittadino, che desidera viaggiare serenamente senza contese o nervosismi. Oggi ogni cittadino si illude di partecipare alla cosa pubblica ed invece subisce e lascia fare, non interviene quando si offende la morale e la coscienza e ritiene che il supremo dei beni sia quello dello stato di benessere che viene misurato in cifre economico-finanziarie e che non ha nulla a che fare con il benessere dello spirito.
Per poter essere felici, io crede che, nella vita non bisogna cercare la felicità la dove essa non è. E' bene essere uguali ad altri anche se si è giovani perché domani anche i giovani saranno vecchi. La vita è un susseguirsi di gioie e di dolori, e le gioie consistono nel fare il proprio, dovere, aiutare il prossimo, godere degli spettacoli naturali, raggiungere l'equilibrio psicofisico. Spesso la felicità e riposta negli altri e nel denaro: l'uno e l'altro sono flussi, ma la felicità, invece, sta dentro di noi: anche i successi possono tradirci, la coscienza non ci tradirà mai. La felicità per i giovani sta nel sopportare le avversità, nella costanza, nel bene e nel farsi scudo contro i mali con la virtù propria.
Tema Svolto:
La nostra gioventù specialmente quella studentesca adolescenziale, soffre di vari mali nella stragrande maggioranza, ma non mancano i giovani che si sono già configurati una meta e si sono costruiti una filosofia ottimistica sulla vita, guardano al lavoro con occhio sereno, hanno buoni principi e una condotta sana di vita. Questi giovani in numero ristretto, si tengono stretti alla famiglia e ai buoni principi tradizionali, compiono il loro dovere scolastico, non frequentano compagnie poco edificanti e tengono ovunque un buon comportamento. Essi sono propensi più a dare che a ricevere e considerano la vita un dovere e un sacrificio più che una festa o una baldoria.
Molti purtroppo sono gli insoddisfatti, che vivono alla giornata non pensando al domani, né al raggiungimento della personalità, non coltivano ideali, anzi disprezzano coloro che credono nei valori etico morali, rifiutano gli incarichi pesanti, pensano egoisticamente a se stessi, anziché prestarsi per chi ha bisogno.
I genitori per i figli adolescenti hanno viscere di carità giacché li vedono diventare uomini, mentre essi declinano nel viale del tramonto e perciò cercano con ogni mezzo, anche subendo il ricatto che il figliolo resti legato al ceto familiare. Ma spesso lo studente è vittima del consumismo, della superbia, della gloria e dell'ostentazione. Altri studenti sono frustrati perché non hanno trovato alcun lavoro, oppure è stata loro offerta un'occupazione precaria, oppure perché l'esame non preparato a fondo ha sortito un'esito negativo, oppure perché sono stati respinti o rifiutati dalla ragazza del 1° amore o della 1° illusione, oppure perché sentono quotidianamente le notizie sulla disoccupazione. C'è chi vorrebbe cambiare la facoltà di studio e chi vorrebbe interrompere addirittura gli studi, chi si demoralizza vedendo i casi di violenza e di emarginazione. A mio avviso la gioventù odierna soffre di crisi d'identità, essa avverte la mancanza di principi, il venir meno degli ideali, l'illusioni delle false mete: soprattutto l'eccessiva fretta o irruenza, nel voler giungere a capo di tutte le esperienze magari bruciando le tappe.
Quanta gioventù muore in incidenti d'auto a causa dell'eccessiva velocità. La mancanza di controllo, l'ingestione di alcolici o lo stress per aver fatto le ore piccole in una discoteca. Oggi mancano totalmente le voci forti che spingono i giovani verso la strada giusta, la famiglia fa quello che può ma non è sufficiente, i parroci ed i sacerdoti sono distanti come mentalità rispetto ai giovani e la crisi economica non è un buon alleato.
I giovani sono vittime degli slogan violenti ed erotici, di una pubblicità sempre più invadente dei modelli consumistici, di scuole, che funzionano in modo incompleto e superficiale, dello spettacolo di benessere eccessivo per pochi, contrapposti alla miseria dei diseredati, dei reietti e degli extracomunitari. Insomma sono vittime di un mondo senza meta, senza principi spirituali e morali tesi unicamente alla soddisfazione della sete di guadagno. E' il mondo del consumismo nel quale ognuno vuole essere più veloce di un altro e non bada ad altro se non ad avere una motocicletta o una macchina più veloce per poter sorpassare e porre alle proprie spalle il pacifico cittadino, che desidera viaggiare serenamente senza contese o nervosismi. Oggi ogni cittadino si illude di partecipare alla cosa pubblica ed invece subisce e lascia fare, non interviene quando si offende la morale e la coscienza e ritiene che il supremo dei beni sia quello dello stato di benessere che viene misurato in cifre economico-finanziarie e che non ha nulla a che fare con il benessere dello spirito.
Per poter essere felici, io crede che, nella vita non bisogna cercare la felicità la dove essa non è. E' bene essere uguali ad altri anche se si è giovani perché domani anche i giovani saranno vecchi. La vita è un susseguirsi di gioie e di dolori, e le gioie consistono nel fare il proprio, dovere, aiutare il prossimo, godere degli spettacoli naturali, raggiungere l'equilibrio psicofisico. Spesso la felicità e riposta negli altri e nel denaro: l'uno e l'altro sono flussi, ma la felicità, invece, sta dentro di noi: anche i successi possono tradirci, la coscienza non ci tradirà mai. La felicità per i giovani sta nel sopportare le avversità, nella costanza, nel bene e nel farsi scudo contro i mali con la virtù propria.