Scrivi una lettera ad un personaggio del passato (non dello spettacolo).
Tema Svolto:
Caro Dante,
non ci conosciamo personalmente ma solo attraverso i libri, e questo è già tanto perché significa che dopo diverse centinaia di anni quello che lei sperava è diventato realtà: la sua opera è entrata nelle menti di tutti noi. Innanzitutto la voglio ringraziare perché con la sua Divina Commedia è riuscita a farmi innamorare della poesia, che è la cosa più bella del mondo, mi ha fatto sentire il bene e il male, mi ha fatto andare a letto impaurita, mi ha portato con lei dappertutto. Mi ha fatto piangere e allo stesso tempo sorridere anche se il suo modo di scrivere pur essendo ottimo all'epoca, adesso risulta antiquato ed incomprensibile e c'è voluto tanto impegno per parafrasarla, certamente ne è valsa la pena. Dicono che la "Divina Commedia" sia l'opera più ardita dell'ingegno umano, che il suo insegnamento è così profondo che può essere disceso nel pensiero umano solo per rivelazione e che per la prima volta, nella storia del mondo, ci ha fatto esplorare la remota regione dell'Eterno, "fisicamente e corporalmente".
Con la Divina Commedia lei ci ha fatto capire che:
"che Dio ha bisogno degli uomini;
che ogni volta che l’uomo fa del male, Dio trattiene il respiro;
che non c’è male che non possa essere consolato;
che ognuno di noi è qui per completare e complicare l’affresco;
che la poesia è canto e racconto;
che le donne sono l’apice della creazione, la rugiada dell’altissimo;
che ti sei occupato di questo strano dono che abbiamo avuto in sorte: la vita;
che, dopo averti letto, non si guardano più le persone con distrazione
ma come scrigni di un mistero, depositari di un destino immenso;
che l’arte si deve interessare alla vita;
che la vita è molto di più di quanto possiamo capire, per questo resiste;
che nessuno è troppo strano per essere capito;
che ognuno di noi è unico, e fa la differenza;
che si può parlare degli altri quando parliamo di noi;
che cosa ci rende felici;
che cosa amiamo e odiamo davvero;
che noi tutti siamo qui per il sì di una donna;
che siamo intrisi del duro desiderio di durare;
che ci hai reso possibile vivere in un mondo più grande;
che ci hai reso il mondo meno estraneo e nemico;
che ogni persona è l’eroe della propria storia, anche se i suoi giorni e le sue notti non appaiono eccezionali a nessuno;
che i fatti del mondo non sono la fine della questione;
che in poesia si usa lo stesso amore e lo stesso numero di parole per descrivere gli ordini angelici
e il gesto di un sarto che con poca luce introduce il filo nella cruna di un ago;
che si può dare del tu all’ignoto;
che il paradiso è colmo dell’accecante bellezza del verbo Essere;
che la vita è destino e viaggio, conoscenza e amore;
che qualcuno non distoglie mai lo sguardo da noi, perchè ci ama;
che la bellezza nasce terribilmente;
che l’arte è un dono......."
Dopo questa lettera avendone l'occasione le potrebbe venire un senso di malinconia ma anche se potesse non gli converrebbe ritornare sulla Terra e nella sua Firenze perché tutto non è più come prima e ogni persone appartiene a un periodo storico da cui non può sottrarsi e quello che ci ha donato e trasmesso ha lasciato un solco in ognuno di noi, se invece la vedessero in giro per le strade le farebbero mille domande e potrebbero ingannarla per tranne benefici personali e quello che ha creato e ci ha aiutato a immaginare e riflettere sulla vita potrebbe svanire in un nulla perdendone valore. Non serve neanche che mi risponda, mi basta semplicemente immaginare che quando gli arriva questa lettera gli sia piaciuto il mio modo di scrivere. Grazie di tutto!
Tema Svolto:
Caro Dante,
non ci conosciamo personalmente ma solo attraverso i libri, e questo è già tanto perché significa che dopo diverse centinaia di anni quello che lei sperava è diventato realtà: la sua opera è entrata nelle menti di tutti noi. Innanzitutto la voglio ringraziare perché con la sua Divina Commedia è riuscita a farmi innamorare della poesia, che è la cosa più bella del mondo, mi ha fatto sentire il bene e il male, mi ha fatto andare a letto impaurita, mi ha portato con lei dappertutto. Mi ha fatto piangere e allo stesso tempo sorridere anche se il suo modo di scrivere pur essendo ottimo all'epoca, adesso risulta antiquato ed incomprensibile e c'è voluto tanto impegno per parafrasarla, certamente ne è valsa la pena. Dicono che la "Divina Commedia" sia l'opera più ardita dell'ingegno umano, che il suo insegnamento è così profondo che può essere disceso nel pensiero umano solo per rivelazione e che per la prima volta, nella storia del mondo, ci ha fatto esplorare la remota regione dell'Eterno, "fisicamente e corporalmente".
Con la Divina Commedia lei ci ha fatto capire che:
"che Dio ha bisogno degli uomini;
che ogni volta che l’uomo fa del male, Dio trattiene il respiro;
che non c’è male che non possa essere consolato;
che ognuno di noi è qui per completare e complicare l’affresco;
che la poesia è canto e racconto;
che le donne sono l’apice della creazione, la rugiada dell’altissimo;
che ti sei occupato di questo strano dono che abbiamo avuto in sorte: la vita;
che, dopo averti letto, non si guardano più le persone con distrazione
ma come scrigni di un mistero, depositari di un destino immenso;
che l’arte si deve interessare alla vita;
che la vita è molto di più di quanto possiamo capire, per questo resiste;
che nessuno è troppo strano per essere capito;
che ognuno di noi è unico, e fa la differenza;
che si può parlare degli altri quando parliamo di noi;
che cosa ci rende felici;
che cosa amiamo e odiamo davvero;
che noi tutti siamo qui per il sì di una donna;
che siamo intrisi del duro desiderio di durare;
che ci hai reso possibile vivere in un mondo più grande;
che ci hai reso il mondo meno estraneo e nemico;
che ogni persona è l’eroe della propria storia, anche se i suoi giorni e le sue notti non appaiono eccezionali a nessuno;
che i fatti del mondo non sono la fine della questione;
che in poesia si usa lo stesso amore e lo stesso numero di parole per descrivere gli ordini angelici
e il gesto di un sarto che con poca luce introduce il filo nella cruna di un ago;
che si può dare del tu all’ignoto;
che il paradiso è colmo dell’accecante bellezza del verbo Essere;
che la vita è destino e viaggio, conoscenza e amore;
che qualcuno non distoglie mai lo sguardo da noi, perchè ci ama;
che la bellezza nasce terribilmente;
che l’arte è un dono......."
Dopo questa lettera avendone l'occasione le potrebbe venire un senso di malinconia ma anche se potesse non gli converrebbe ritornare sulla Terra e nella sua Firenze perché tutto non è più come prima e ogni persone appartiene a un periodo storico da cui non può sottrarsi e quello che ci ha donato e trasmesso ha lasciato un solco in ognuno di noi, se invece la vedessero in giro per le strade le farebbero mille domande e potrebbero ingannarla per tranne benefici personali e quello che ha creato e ci ha aiutato a immaginare e riflettere sulla vita potrebbe svanire in un nulla perdendone valore. Non serve neanche che mi risponda, mi basta semplicemente immaginare che quando gli arriva questa lettera gli sia piaciuto il mio modo di scrivere. Grazie di tutto!