I più antichi documenti sulla storia del Giappone datano dal III secolo d.C. ma si tratta di racconti densi di leggende perciò poco attendibili. Secondo queste leggende alcune divinità avrebbero creato i primi abitatori del Giappone ed esse stesse avrebbero governato il primo popolo.
Secondo gli storici, invece il Giappone fu abitato, nei tempi più antichi, da alcune tribù nomadi che provenivano dall’Asia Centrale perché il rilievo era poco accogliente e così il clima quindi si spostavano verso le cose, dove potevano pescare, una delle attività principali tutt’ora.
Alcune di queste tribù si stabilirono nell’isola di Houshu, altre nell’isola di Kyushu. Le tribù che si erano trasferite nell’isola di Houshu divennero le più potenti poiché si raggrupparono nell’isola più grande e più ricca, e sotto il comando dell’imperatore Jimmu assoggettarono le altre tribù.
Jimmu fu venerato come figlio della Dea del Sole, egli fu il fondatore dell’impero Giapponese e la dinastia che da lui ebbe origine è quella che ancor oggi regge l’Impero del Sol Levante. Ecco il motivo dinastico per cui il popolo giapponese ha sempre ritenuto la persona del proprio imperatore di origine divina. La storia del Giappone comincia nel 538 d.C. Quando gli Europei cominciarono a commerciare con il Giappone che produceva una grande quantità di riso, spezie ecc. Il Giapponese era ancora sotto il dominio feudale, con vari signori in guerra fra loro. I primi a visitare il Giappone furono i Gesuiti con San Francesco Saverio, nonostante le vie di comunicazioni non erano né facili né comuni. Nel 1868 un giovane imperatore, Mutsuhito, abolì il dominio feudale, proclamò una costituzione sul modello europeo e aprì le relazioni con l’estero che prima avevano interrotto.
I Giapponesi assimilarono rapidamente la civiltà europea tanto lontana che per molto tempo era stata ingrata.
Già nei primi anni del ‘900 si erano diffuse in Giappone alcune teorie che volevano il Paese del Sol Levante a capo di tutte le nazioni dell’Asia. Gli Stati Uniti e la Russia che avevano interessi commerciali in quel continente, si opposero a queste tendenze espansionistiche. Quando nel 1939 scoppiò in Europa la seconda guerra mondiale, il Giappone ritenne giunto il momento di vendicarsi dell’ostilità che gli Stati Uniti avevano dimostrato contro i suoi piani di espansione. Il 7-12 1941 il Giappone attaccò di sorpresa e distrusse la flotta americana ancorata a Pearl Harbour, un porto americano delle isole Hawaii.
Gli Stati Uniti reagirono all’attacco dichiarando guerra al Giappone. La guerra durò quattro anni, finché nell’agosto 1945 gli Americani lanciarono sul Giappone le prime bombe atomiche (che furono la causa dello sviluppo economico ritardato). Il 10 agosto il Giappone si arrese incondizionatamente. Gli Americani occuparono il paese ed imposero una nuova Costituzione democratica. L’attuale Costituzione differisce da quella precedente soprattutto perché nega all’imperatore l’origine divina del suo potere, precisando che spetta interamente al popolo.
Oggi il Giappone, abbandonati i sogni militari, cerca di soddisfare i bisogni della sua abbondante popolazione che il poco terreno non riesce a dare. Infatti, su un territorio poco più grande dell’Italia, vivono molto più di 92 milioni di persone. Perciò i Giapponesi hanno cercato di trarre profitto da tutte le risorse naturali del paese. Ogni metro quadrato di terreno coltivabile è utilizzato: i campi sembrano giardini, tanto sono curati e lavorati, ma non solo per sviluppare l’alimentazione dei giapponesi insufficiente anche per il loro immenso amore verso la natura.
Secondo gli storici, invece il Giappone fu abitato, nei tempi più antichi, da alcune tribù nomadi che provenivano dall’Asia Centrale perché il rilievo era poco accogliente e così il clima quindi si spostavano verso le cose, dove potevano pescare, una delle attività principali tutt’ora.
Alcune di queste tribù si stabilirono nell’isola di Houshu, altre nell’isola di Kyushu. Le tribù che si erano trasferite nell’isola di Houshu divennero le più potenti poiché si raggrupparono nell’isola più grande e più ricca, e sotto il comando dell’imperatore Jimmu assoggettarono le altre tribù.
Jimmu fu venerato come figlio della Dea del Sole, egli fu il fondatore dell’impero Giapponese e la dinastia che da lui ebbe origine è quella che ancor oggi regge l’Impero del Sol Levante. Ecco il motivo dinastico per cui il popolo giapponese ha sempre ritenuto la persona del proprio imperatore di origine divina. La storia del Giappone comincia nel 538 d.C. Quando gli Europei cominciarono a commerciare con il Giappone che produceva una grande quantità di riso, spezie ecc. Il Giapponese era ancora sotto il dominio feudale, con vari signori in guerra fra loro. I primi a visitare il Giappone furono i Gesuiti con San Francesco Saverio, nonostante le vie di comunicazioni non erano né facili né comuni. Nel 1868 un giovane imperatore, Mutsuhito, abolì il dominio feudale, proclamò una costituzione sul modello europeo e aprì le relazioni con l’estero che prima avevano interrotto.
I Giapponesi assimilarono rapidamente la civiltà europea tanto lontana che per molto tempo era stata ingrata.
Già nei primi anni del ‘900 si erano diffuse in Giappone alcune teorie che volevano il Paese del Sol Levante a capo di tutte le nazioni dell’Asia. Gli Stati Uniti e la Russia che avevano interessi commerciali in quel continente, si opposero a queste tendenze espansionistiche. Quando nel 1939 scoppiò in Europa la seconda guerra mondiale, il Giappone ritenne giunto il momento di vendicarsi dell’ostilità che gli Stati Uniti avevano dimostrato contro i suoi piani di espansione. Il 7-12 1941 il Giappone attaccò di sorpresa e distrusse la flotta americana ancorata a Pearl Harbour, un porto americano delle isole Hawaii.
Gli Stati Uniti reagirono all’attacco dichiarando guerra al Giappone. La guerra durò quattro anni, finché nell’agosto 1945 gli Americani lanciarono sul Giappone le prime bombe atomiche (che furono la causa dello sviluppo economico ritardato). Il 10 agosto il Giappone si arrese incondizionatamente. Gli Americani occuparono il paese ed imposero una nuova Costituzione democratica. L’attuale Costituzione differisce da quella precedente soprattutto perché nega all’imperatore l’origine divina del suo potere, precisando che spetta interamente al popolo.
Oggi il Giappone, abbandonati i sogni militari, cerca di soddisfare i bisogni della sua abbondante popolazione che il poco terreno non riesce a dare. Infatti, su un territorio poco più grande dell’Italia, vivono molto più di 92 milioni di persone. Perciò i Giapponesi hanno cercato di trarre profitto da tutte le risorse naturali del paese. Ogni metro quadrato di terreno coltivabile è utilizzato: i campi sembrano giardini, tanto sono curati e lavorati, ma non solo per sviluppare l’alimentazione dei giapponesi insufficiente anche per il loro immenso amore verso la natura.