Riassunto:
Marcovaldo, che era un dipendente di una ditta, aveva il compito di innaffiare quotidianamente la pianta che si trovava all’ingresso. Con tristezza, ogni mattina si rendeva sempre più conto che quella pianta soffriva per il fatto che stava continuamente al chiuso e non aveva abbastanza luce. Infatti le cadevano sempre le foglie e ingialliva con il passare del tempo. Marcovaldo, come un agricoltore, rivolgeva spesso i suoi pensieri a quella pianta, per cui provava compassione. Un giorno vedendo che pioveva, portò la pianta nel cortile e la lasciò lì. Gli sembrò di vederla diventare sempre più verde e provò una grande gioia. Gli tornarono in mente ricordi indistinti di boschi e prati. Finito l’orario di lavoro, Marcovaldo ottenne il permesso di tornare a casa con la pianta poiché non voleva rimetterla in quella stanza, all’ingresso. La pose dunque sulla bicicletta e andò a casa. I suoi bambini erano entusiasti, ma la moglie Domitilla, non era contenta di dover tenere una cosa in più nel loro appartamento già troppo stretto e la fece mettere sul davanzale. Durante la notte continuò a piovere e l’indomani Marcovaldo trovò la pianta più rigogliosa e verde che mai. La storia continuò in questo modo e riprese la pianta anche per il fine settimana. Ormai non pioveva più, ma lui la portò in giro per la città con la sua bicicletta cercando dei posti dove piovesse. Finì che il lunedì quella pianta era diventata un albero altissimo. Il capo si arrabbiò perché la pianta non entrava più nell’ingresso e chiese a Marcovaldo di portarla al vivaio e farsene dare un’altra più piccola. Mentre la trasportava non si accorse però che le sue foglie diventavano gialle-oro e cadevano lasciando una lunga striscia per la città. Quando si girò per controllare la pianta che trasportava, Marcovaldo constatò con amarezza che ormai era rimasto solo un stecco con un’unica foglia gialla.
Marcovaldo, che era un dipendente di una ditta, aveva il compito di innaffiare quotidianamente la pianta che si trovava all’ingresso. Con tristezza, ogni mattina si rendeva sempre più conto che quella pianta soffriva per il fatto che stava continuamente al chiuso e non aveva abbastanza luce. Infatti le cadevano sempre le foglie e ingialliva con il passare del tempo. Marcovaldo, come un agricoltore, rivolgeva spesso i suoi pensieri a quella pianta, per cui provava compassione. Un giorno vedendo che pioveva, portò la pianta nel cortile e la lasciò lì. Gli sembrò di vederla diventare sempre più verde e provò una grande gioia. Gli tornarono in mente ricordi indistinti di boschi e prati. Finito l’orario di lavoro, Marcovaldo ottenne il permesso di tornare a casa con la pianta poiché non voleva rimetterla in quella stanza, all’ingresso. La pose dunque sulla bicicletta e andò a casa. I suoi bambini erano entusiasti, ma la moglie Domitilla, non era contenta di dover tenere una cosa in più nel loro appartamento già troppo stretto e la fece mettere sul davanzale. Durante la notte continuò a piovere e l’indomani Marcovaldo trovò la pianta più rigogliosa e verde che mai. La storia continuò in questo modo e riprese la pianta anche per il fine settimana. Ormai non pioveva più, ma lui la portò in giro per la città con la sua bicicletta cercando dei posti dove piovesse. Finì che il lunedì quella pianta era diventata un albero altissimo. Il capo si arrabbiò perché la pianta non entrava più nell’ingresso e chiese a Marcovaldo di portarla al vivaio e farsene dare un’altra più piccola. Mentre la trasportava non si accorse però che le sue foglie diventavano gialle-oro e cadevano lasciando una lunga striscia per la città. Quando si girò per controllare la pianta che trasportava, Marcovaldo constatò con amarezza che ormai era rimasto solo un stecco con un’unica foglia gialla.