In Pascoli la poesia ha due volti perché fa emergere la voce del fanciullino nell'uomo ormai adulto. Quello della memoria che può essere regressione all'infanzia come ricordi che ritornano dal profondo e portano dolore (L'assiuolo) e come ritorno al profondo con ricordi di un'infanzia non toccata ancora (La mia sera). Può essere fissità di un ricordo che accompagna il poeta e lo fa meditare sul dolore umano a cui non trova una spiegazione (10 agosto). Conoscere significa riconoscere nel presente i segni del passato.
Quello dell'inquietudine perché l'adulto che torna all'infanzia porta con se le sue inquietudini adulte. Che in poesia comprende rimozione, attraverso il fanciullino Pascoli e la fanciullina Maria lontana dal fiore proibito che sono lontani dalla misteriosa sessualità e, la manifestazione attraverso il significato simbolico dei due fiori (il gelsomino notturno simbolo della sessualità maschile e la digitale purpurea simbolo della sessualità maschile).
I due volti della natura sono lo spazio sereno di meravigia aurorale e il ricordo di temporali, simbolo di inquietudine incombiente, perciò il nido e la regressione sono l'unica fuga (Il lampo, temporale) e, la visione inquietante del mondo reale tradotto in poesia con le immagini di temporali e della natura serena che nasconde la morte, fine ultimo di tutte le cose (Novembre).
Fonte: Mapper-Mapper