La poesia di Pascoli è inquieta e torbida, apparentemente ingenua, rispecchia una doppiezza dell'Io del poeta, tipica della crisi della ragione. L'uomo è diviso in due parti: l'adulto che diviene e si trasforma e il fanciullino.
Il fanciullino rimane uguale nel tempo ed è fonte di poesia, per cui fare poesia è uguale a regredire all'infanzia. La poesia è come ricordo che trova nel presente segni del passato.
È diverso dall'adulto a livello:
- Conoscitivo: in quanto ha un approccio pre-razionale al mondo, rapporto anmistico con cose e animali, la sua conoscenza è dominata da una meraviglia aurorale. Per cui il fanciullino è definito il nuovo Adamo che denomina il mondo.
- Delle sensazioni: perché vede, ode, percepisce ciò che l'adulto non percepisce e traduce con sinestesie e onomatopee.
- Dei sentimenti: con un duplice ruolo, ideologico e intimo. Ideologico diventa interclassismo poetico dei sentimenti perché il fanciullino e in ogni uomo senza differenze di classe. Intimo perché diventa catarsi (sollievo) dai turbamenti di un'anima a disagio nel mondo degli adulti.
- Della poesia: che deve essere pura, cioè senza fini morali, pedagoggici, sociali, politici. Il che richiama il concetto dell'arte per l'arte, ovvero ricerca del rigore formale del linguaggio, oppure estetismo borghese fra arte e vita.
Fonte: Mapper-Mapper