Il pensiero di Svevo è influenzato dalle letture di Schopenhauer, di Nietzsche e di Dostoevskij che accendono l'interesse per l'interiorità per capire cosa li muove ad agire. È influenzato anche dalle teorie di Freud che (curava suo cognato) che lo portano all'analisi dell'io e della psicoanalisi come strumento di introspezione mediante la teoria dell'inconscio (diffida della terapia psico analitica).
Il suo pensiero risente dell'umorismo di Joyce presente nella Coscienza di Zeno. Ha una figura centrale: quella dell'inetto, cioè un uomo incapace di vivere, privo di qualità per affermarsi, destinato al fallimento.
Nel 1° romanzo "Una vita" si sente l'influsso del naturalismo e del positivismo perché Svevo testimonia la crisi di fine secolo e non condivide il progresso, che portano nel 2° romanzo, alla Senilità: rinuncia alla vita autoesclusione, passività.
Dal 3° romanzo si allontana dal naturalismo e indaga la psiche dei suoi personaggi, adotta nuove forme narrative: nessun ordine cronologico, presenza dell'io narrante, sintassi spezzata, uso dell'ironia per staccarsi da se stesso, flashback tra passato e presente.
Fonte: Mapper-Mapper