Odisseo, dopo aver brillantemente superato la prova, affiancato dal figlio in armi, e liberatosi dai cenci del suo travestimento, dà inizio alla strage dei pretendenti, colpendo per primo Antinoo, il più tracotante e insolente, che uccide colpendolo alla gola. Gli altri, ancora increduli, ma convinti che egli abbia sbagliato e colpito per caso uno di loro, lo insultano violentemente, finché non si rendono conto che è proprio lui l’antico padrone, ritornato per vendicarsi. Eurimaco allora gli propone un risarcimento dei beni dilapidati, ma viene anch’egli ucciso; gli altri cercano di reagire sguainando le spade; mentre Telemaco corre a prendere altre armi, Melanzio, a sua volta, fornisce armi ai Proci, prendendole da una sala che Telemaco non ha richiuso; ma, presto scoperto, viene catturato e appeso per i piedi fuori della sala. Nella lotta interviene anche Atena che, prima sotto le spoglie di Mentore, poi trasformatasi in rondine, rende vani i colpi dei pretendenti.
Odisseo, affiancato da Telemaco, Eumeo e Filezio, dopo una sanguinosa lotta, riesce a uccidere tutti i nemici, ma su consiglio di Telemaco risparmia il cantore Femio e l’araldo Medonte, che erano rimasti fedeli all’antico signore, pur essendo costretti a servire i pretendenti.
Quando ormai tutti giacciono a terra esangui, Odisseo manda a chiamare Euriclea e, dopo aver frenato la sua gioia, che sarebbe empia di fronte alla tragica scena di morte, le chiede chi fra le ancelle lo abbia tradito; quindi fa portare le infedeli nella sala e ordina loro di ripulirla dell’orrenda lordura del sangue sparso ovunque; ordina poi di giustiziarle uccidendole con la spada, anche se Telemaco deciderà invece di impiccarle; anche Melanzio viene orrendamente mutilato. Odisseo, quindi, chiede alla nutrice di portargli del fuoco e dello zolfo, per purificare la sala, e di chiamare le ancelle fedeli, prima di svegliare Penelope, che ancora giace addormentata.
Odisseo riconosce con gioia le ancelle, sciogliendo alla fine la tensione e le angosce in un pianto liberatore.
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CONTINUA SU: Riassunto Libro 23 Odissea
Odisseo, affiancato da Telemaco, Eumeo e Filezio, dopo una sanguinosa lotta, riesce a uccidere tutti i nemici, ma su consiglio di Telemaco risparmia il cantore Femio e l’araldo Medonte, che erano rimasti fedeli all’antico signore, pur essendo costretti a servire i pretendenti.
Quando ormai tutti giacciono a terra esangui, Odisseo manda a chiamare Euriclea e, dopo aver frenato la sua gioia, che sarebbe empia di fronte alla tragica scena di morte, le chiede chi fra le ancelle lo abbia tradito; quindi fa portare le infedeli nella sala e ordina loro di ripulirla dell’orrenda lordura del sangue sparso ovunque; ordina poi di giustiziarle uccidendole con la spada, anche se Telemaco deciderà invece di impiccarle; anche Melanzio viene orrendamente mutilato. Odisseo, quindi, chiede alla nutrice di portargli del fuoco e dello zolfo, per purificare la sala, e di chiamare le ancelle fedeli, prima di svegliare Penelope, che ancora giace addormentata.
Odisseo riconosce con gioia le ancelle, sciogliendo alla fine la tensione e le angosce in un pianto liberatore.
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