Presso la tomba di Papa Anastasio, illustrazione di Gustave Doré |
In questo che è il canto più breve di tutta la Divina Commedia, Virgilio, approfittando della breve sosta (per abituarsi alla terribile puzza proveniente dal basso), spiega a Dante la gerarchia dei peccati e la loro collocazione nell'Inferno.
Analisi del canto
Questo canto serve a dare modo a Dante di riprendere il tema dottrinario. L'Inferno è strutturato secondo l'etica Aristotele e tratta ampiamente le tre disposizioni d'animo che portano al peccato: incontinenza (lussuria, gola, avarizia, prodigalità e ira), violenza e malizia (frode).Il prossimo cerchio (il settimo, VII) è quello dei violenti, dove per ciascuno dei peccati vi è un sottogirone:
- Violenti contro gli altri e le sostanze degli altri (tiranni, omicidi, rapinatori, predoni...)
- Violenti contro sé stessi e contro le proprie sostanze (suicidi e scialacquatori)
- Violenti contro Dio e contro la natura (bestemmiatori, sodomiti e usurai)
I due cerchi successivi riguardano la frode, che è il peccato più grave perché l'uomo usa la sua capacità di ragionare per compiere volutamente con l'inganno un'azione malvagia. La frode si divide inoltre in due categorie, a seconda che venga messa in atto contro chi non si fida o contro chi si fida.
L'ottavo cerchio è legato alla frode contro chi non si fida. È meno grave poiché viola solo il vincolo naturale che lega gli uomini. Comprende 10 peccati anche se Viriglio ne elenca solamente otto di questi.
Il nono cerchio è legato alla frode contro chi si fida, cioè tradimenti veri e propri organizzati da persone con cui si ha un rapporto speciale e dalla quale non ci si aspetterebbe alcun inganno (tra parenti, amici, compatrioti...). Si tratta del cerchio più piccolo dove siede Dite, cioè Lucifero.
Le figure retoriche
Qui di seguito trovate tutte le figure retoriche del undicesimo canto dell'Inferno. Per una migliore comprensione del testo vi consigliamo di leggere la parafrasi del Canto 11 dell'Inferno.Anastasio papa guardo = anastrofe (v. 8). Sta a significare "Custodisco papa Anastasio".
De l’uom proprio male = anastrofe (v. 25). Sta a significare "è un male proprio dell'uomo".
Di violenti il primo cerchio è tutto = anastrofe (v. 28). Sta a significare "il primo cerchio è totalmente riservato ai violenti".
E chi, spregiando Dio col cor, favella = iperbato (v. 51). Sta a significare "e chi parla disprezzando in cuore Dio".
Che Dite siede = anastrofe (v. 65). Sta a significare "dove ha sede Lucifero".
E che s’incontran con sì aspre lingue = metonimia (v. 72). Sta a significare "e che si rivolgono parole ingiuriose". Con il termine lingue si sta facendo riferimento agli avari e ai prodighi, ovvero la materia per l'oggetto.
Divina vendetta = anastrofe (v. 90). Sta per "giustizia divina".
O sol che sani ogni vista turbata... = apostrofe (v. 91).
Non dopo molte carte = metonimia (v. 102). Sta a significare "troverai quasi all'inizio", il concreto per l'astratto.
L’arte vostra quella, quanto pote, segue, come ’l maestro fa ’l discente; sì che vostr’arte a Dio quasi è nepote = similitudine (vv. 103-105). Sta a significare "a vostra operosità segue quella di Dio come può, come il discepolo segue il maestro; così che questa vostra operosità è quasi discendente da Dio.".
Enjambements = vv. 4-5; 6-7; 23-24; 26-27; 31-32; 40-41; 42-43; 57-58; 64-65; 67-68; 83-84; 95-96; 106-107.