La poesia "Noia" è stata scritta dal poeta Giuseppe Ungaretti nel 1914 e fa parte della raccolta L'allegria.
Indice
Testo
Anche questa notte passeràQuesta solitudine in giro
titubante ombra dei fili tranviari
sull'umido asfalto
Guardo le teste dei brumisti
nel mezzo sonno
tentennare
Parafrasi
Questa notte, come le altre, finiràIntorno a questa solitudine
oscillante come l'ombra dei fili del tram
che si riflette sull'asfalto bagnato
Osservo le teste dei vetturini
che mezzi addormentati
oscillano (anche loro).
Analisi del testo
Metrica: versi liberi.La lirica vive di tre momenti diversi e divisi nel testo dalla spaziatura, che però sono legati con il
Il legame tra il verso iniziale e la prima terzina è presente per via dell'aggettivo dimostrativo "questa", che Ungaretti utilizza per mettere in evidenza delle realtà astratte (qui riferito a notte e solitudine).
Il punto di vista è ricondotto, in apertura dell'ultima terzina, alla persona del soggetto «guardo»
Figure retoriche
Enjambements: vv. 2-3; 3-4; 5-6; 6-7.Epifora: "questa" (vv. 1-2).
Sinonimia: "titubante" (v. 3) e "tentennare" (v. 7).
Spiegazione per parola
- Brumisti: vetturini di piazza, fiaccherai (è un termine lombardo, che deriva dall'inglese brougham, tipo di carrozza).
Curiosità
Fa parte della sezione Ultime, datata Milano 1914-15. La poesia rappresenta la riduzione a pochi versi di un componimento assai più ampio, stampato per la prima volta nel 1915 nella rivista Lacerba, con il titolo di Sbadiglio.Il testo in origine era il seguente:
Com'è immobile l'aria
anche questa notte passerà
passerà
questa vita in giro
titubante ombra di fili tranviari
sulla siccità del nebuloso asfalto
luna gioviale
perché s'è scomodata
guardo i faccioni dei brumisti tentennare.
Da notare come Ungaretti l'abbia ridotta e semplificata, eliminando ogni cadenza tipicamente crepuscolare, togliendo il verso iniziale che conteneva un'informazione troppo banale ed esteriore, sostituendo il termine piuttosto volgare e stonato in un contesto poetico "faccioni" con uno più generico "teste". Per lo stesso motivo elimina anche i termini "gioviale" e "scomodata".
Commento
Ungaretti sceglie come argomento centrale della poesia la condizione esistenziale della noia; questa nasce dall'idea della solitudine che c'è intorno, nell'ombra dei fili dei tram che attraversano uno spazio vuoto e si stagliano sull'umido asfalto. L'immagine della noia per il poeta, si concretizza nella figura dei brumisti, vetturini di piazza, che vacillano nel sonno.