La poesia "Tu ti spezzasti" è stata scritta da Giuseppe Ungaretti e fa parte della raccolta Il dolore, pubblicata nell'immediato dopoguerra.
Indice
Testo
I molti, immani, sparsi, grigi sassiFrementi ancora alle segrete fionde
Di originarie fiamme soffocate
Od ai terrori di fiumane vergini
Ruinanti in implacabili carezze,
- Sopra l'abbaglio della sabbia rigidi
In un vuoto orizzonte, non rammenti?
E la recline, che s'apriva all'unico
Raccogliersi dell'ombra nella valle,
Araucaria, anelando ingigantita,
Volta nell'ardua selce d'erme fibre
Più delle altre dannate refrattaria,
Fresca la bocca di farfalle e d'erbe
Dove le radici si tagliava,
- Non la rammenti delirante muta
Sopra tre palmi d'un rotondo ciottolo
In un perfetto bilico
Magicamente apparsa?
Di ramo in ramo fiorrancino lieve,
Ebbri di meraviglia gli avidi occhi
Ne conquistavi la screziata cima,
Temerario, musico bimbo,
Solo per rivedere all'ilmo lucido
D'un fondo e quieto baratro di mare
Favolose testuggini
Ridestarsi fra le alghe.
Della natura estrema la tensione
E le subacquee pompe,
Funebri moniti.
2.
Alzavi le braccia come ali
E ridavi nascita al vento
Correndo nel peso dell'aria immota.
Nessuno mai vide posare
Il tuo lieve piede di danza.
3.
Grazia, felice,
Non avresti potuto non spezzarti
In una cecità tanto indurita
Tu semplice soffio e cristallo,
Troppo umano lampo per l'empio,
Selvoso, accanito, ronzante
Ruggito d'un sole d'ignudo.
Analisi del testo e Commento
In questa poesia Ungaretti presenta il figlio Antonietto come un bimbo svelto, curioso di voler scoprire gli aspetti "favolosi" della flora e della fauna. Il ricordo del figlioletto è rievocato in lui per via del paesaggio brasiliano, ricco di colori accesi, di alberi sospesi, di fondi marini, aspro e possente. Ma al padre pieno di ansia e apprensione, Antonietto appariva debole come un "semplice soffio" e delicato come il "cristallo" di fronte alla natura tropicale immane, selvaggia, opprimente: non avrebbe potuto reggere il confronto e, quindi, non avrebbe potuto non "spezzarsi"...Per Ungaretti la natura è spietata e vi è un qualcosa di crudele nella forza che sprigiona il paesaggio perché fa da contrasto alla fragilità del corpicino del figlioletto (morto a San Paolo, in Brasile, alla tenera età di 9 anni a causa di un'appendicite mal curata). E in un certo senso si chiede come sia possibile che vi sia così tanta forza da una parte e così tanta fragilità dall'altra.
Per il poeta è una coesistenza impossibile e, infatti, il suo bimbo cederà di fronte a questa natura spietata, giungendo audacemente di ramo in ramo alla cima per guardare il mare sottostante.
Figure retoriche
Personificazione = "sole ignudo" (v. 41).Climax ascendente = "I molti, immani, sparsi, grigi sassi" (v. 1). Evidenzia la durezza e la solitudine del paesaggio.
Similitudine = "Alzavi le braccia come ali" (v. 30).
Metafora = "Correndo nel peso dell'aria" (v. 32).