La poesia "Risvegli" è stata scritta da Giuseppe Ungaretti, porta l'indicazione "Firenze, Vallecchi 1919" e fa parte della raccolta L'allegria, all'interno della sezione Il porto sepolto.
Indice
Testo
Ogni mio momentoio l'ho vissuto
un'altra volta
in un'epoca fonda
fuori di me
Sono lontano colla mia memoria
dietro a quelle vite perse
Mi desto in un bagno
di care cose consuete
sorpreso
e raddolcito
Rincorro le nuvole
che si sciolgono dolcemente
cogli occhi attenti
e mi rammento
di qualche amico
morto
Ma Dio cos'è?
E la creatura
atterrita
sbarra gli occhi
e accoglie
gocciole di stelle
e la pianura muta
E si sente
riavere.
Parafrasi
Ho rivissuto un'altra volta ogni momento della mia vita, in un'epoca profonda e lontana da me.Fatico a ricordare le altre vite vissute e perdute nel passato.
Riaffioro in un bagno di ricordi familiari a me cari e mi sento più tranquillo.
Osservo le nuvole finché non si frantumano lentamente e mi tornano in mente ricordi di amici defunti.
Cos'è Dio?
E la creatura impaurita, con gli occhi spalancati, accoglie con lo sguardo la rugiada cosmica e il cambiamento della pianura.
E si sente rinascere.
Analisi del testo e commento
Schema metrico: versi liberi.Questa è una delle poesie più religiose de Il Porto Sepolto insieme a Dannazione, Peso, Destino. Presenta un linguaggio ermetico e frammentato. Dall'esperienza della guerra Ungaretti, sia come uomo che come poeta, non ha estratto solamente gli aspetti negativi (come la sofferenza) ma anche altre emozioni importanti per riflettere sul proprio io, sugli uomini e sul mondo, una sorta di continua ricerca di un mistero da scoprire e rivelare, che in questo caso prende la strada del sogno. Ad ogni orrore della guerra corrisponde per contrasto una rinascita e la lirica in questione si traduce in una forte volontà di continuare a vivere. Il titolo Risvegli sta ad indicare il risveglio della coscienza ed è un qualcosa che si ripete nel tempo, e non è casuale il verso conclusivo che termina con "riavere", che rafforza il concetto di ripetizione.
Qui di seguito andremo a spiegarla verso per verso:
Ogni mio momento io l'ho vissuto un'altra volta in un'epoca fonda fuori di me = In questa lirica il poeta sente di aver vissuto altre vite, cioè ricorda che certe cose gli sono già accadute in passato (sensazione della preesistenza), in un'epoca lontana, e vaga in esse, tra sogno e ricordo, alla ricerca di un mistero da rivelare a se stesso e agli altri. Qui è possibile intravedere la profondità del porto sepolto, e da ciò si può percepire che il proprio essere non è soltanto la persona legata al proprio corpo, ma un lungo viaggio della propria anima.
Sono lontano colla mia memoria dietro a quelle vite perse = nel tentativo di ricostruire la percezione di quelle esistenze perdute, il poeta si "allontana", nel senso che si cala in una dimensione di profondità del suo essere. L'aggettivo "perse" sta a significare che inizialmente queste vite le stava "inseguendo!, fino a quando non le ha perse di vista.
Mi desto in un bagno di care cose consuete sorpreso e raddolcito = da questo continuare a perdersi nelle profondità, egli riemerge nelle cose familiari, che lo riportano nel presente. Si viene a creare un clima di tranquillità tranquilla (egli è raddolcito) perché può rimettere piede su un un punto fermo e stabile: la sua vita attuale.
Rincorro le nuvole che si sciolgono dolcemente cogli occhi attenti e mi rammento di qualche amico morto = la nuvola rappresenta il mutare degli eventi, perché si compone e si scompone. Ragione per cui il suo pensiero va agli amici che c'erano e frequentava (forse Mohammed Scead) e che adesso non ci sono più (in quanto defunti).
Ma Dio cos'è? = Dopo aver vissuto su di sé l'esperienza della preesistenza, si chiede: "ma Dio cos'è?". Se la vita degli uomini ha un inizio e una fine, proprio come le nuvole che si generano dal nulla e poi vengono dissolte nel vento, è anche vero che, per contrapposizione, l'essere eterno esiste ed è Dio. Dio deve essere per forza qualcosa di enorme e allo stesso tempo non ha confini precisi (altra contrapposizione), e questo è un pensiero che lo inquieta.
E la creatura atterrita = si sente come un animale terrorizzato. Però non usa il termine "animale", bensì "creatura" (creato da Dio), perché si sente piccolo (es. un insignificante pezzo di un puzzle) ma è un piccolo che fa parte di un tutto (il puzzle senza quel piccolo pezzo non può essere terminato).
Atterrita sbarra gli occhi e accoglie gocciole di stelle e la pianura muta = E come se una rugiada cosmica (gocciole di stelle) scendesse su di noi e la pianura mutasse, la vastità e, quindi, l'infinito.
E si sente riavere = la rugiada celeste è vista come una forza che rianima (ridà vita). Quindi la creatura impaurita da questo punto di vista si sente confortata.
Figure retoriche
Ossimoro = "sorpreso e raddolcito" (vv. 10-11).Metafora = "rincorro le nuvole" (v. 12).
Analogia = "gocciole di stelle" (v. 23).
Enjambements = vv. 10-11; 16-17; 19-20; 25-26.