Qui di seguito trovate tutte le figure retoriche del ventiduesimo canto del Purgatorio. Dante e Virgilio riprendono la salita verso la VI Cornice insieme a Stazio, che gli spiega di essere penitente per prodigalità e di essersi convertito alla fede cristiana. Inoltre nel corso della conversazione si viene a conoscenza che grandi poeti latini come terenzio, Cecilio Stazio, Plauto, Lucio Vario, Persio, Omero e Euripide si trovano nel Limbo. Per una migliore comprensione del testo vi consigliamo di leggere la parafrasi del Canto 22 del Purgatorio.
Le figure retoriche
Detto n’avea = anastrofe (v. 5). Cioè: "aveva detto".Mi perdona = anastrofe (v. 19). Cioè: "perdonami".
Seno = metonimia (v. 22). Il concreto per l'astratto, il seno (inteso come petto o cuore) anziché l'animo.
L’umana natura = anastrofe (v. 39). Cioè: "la natura umana".
O sacra fame de l’oro = apostrofe (vv. 40-41).
O sacra fame / de l’oro = enjambement (vv. 40-41).
Pente’mi = anastrofe (v. 44). Cioè: "mi pentii".
Per lo contrario suo = anastrofe (v. 54). Cioè: "per il suo contrario".
De la doppia trestizia di Giocasta = perifrasi (v. 56). Per indicare la doppia sciagura di Giocasta, ovvero i due figli Eteocle e Polinice.
Buccolici carmi = anastrofe (v. 57). Cioè: "carmi bucolici".
Fedele la fede = figura etimologica (v. 59-60).
Al pescator le vele = perifrasi (v. 63). Cioè: "San Pietro".
Facesti come quei che va di notte, che porta il lume dietro e sé non giova, ma dopo sé fa le persone dotte = similitudine (v. 67-69). Cioè: "Hai fatto come quello che cammina di notte, portando il lume dietro di sé non giovando a se stesso, ma illuminando le persone che lo seguono".
Poeta fui = anastrofe (v. 73). Cioè: "fui poeta".
Li messaggi de l’etterno regno = perifrasi (v. 78). Cioè: "i messaggeri del regno eterno sono gli apostoli".
La parola tua = sineddoche (v. 79). Cioè: "le tue parole".
Parola tua = anastrofe (v. 79). Cioè: "tua parola".
Sanza mio lagrimar non fur lor pianti = metonimia (v. 84). Cioè: "provai per loro compassione", l'effetto per la causa.
Fiumi / di Tebe = enjambement (vv. 88-89).
Terrenzio nostro antico = anastrofe (v. 97). Cioè: "il nostro vecchio Terenzio".
Il duca mio = anastrofe (v. 101). Cioè: "il mio duca".
Siam con quel Greco che le Muse lattar più ch’altri mai = perifrasi (vv. 101-102). Per indicare Omero.
Carcere cieco = perifrasi (v. 103). Per indicare la prigione priva di luce, l'Inferno.
Le genti tue = anastrofe (v. 109). Cioè: "le tue genti, i tuoi personaggi".
Le suore sue = anastrofe (v. 114). Cioè: "le sue sorelle".
Soletto / di retro = enjambement (vv. 126-127).
Soavi e buoni = endiadi (v. 132). Cioè: "buoni e profumati".
E come abete in alto si digrada di ramo in ramo, così quello in giuso = similitudine (vv. 133-134). Cioè: "e come l’abete restringe i rami verso l’alto, così quell’albero si restringeva in basso".
Cammin nostro = anastrofe (v. 136). Cioè: "nostro cammino".