Qui di seguito trovate tutte le figure retoriche del sesto canto del Paradiso. In questo canto l'imperatore Giustiniano si presenta a Dante e racconta la sua storia, poi spiega perché i Guelfi e i Ghibellini sono le cause dei mali di Firenze e fa sapere che nel Cielo di Mercurio sono collocati gli spiriti che in vita agirono per la gloria e per la fama (tra questi Romeo di Villanova). Per una migliore comprensione del testo vi consigliamo di leggere la parafrasi del Canto 6 del Paradiso.
Le figure retoriche
L’aquila volse = anastrofe (v. 1). Cioè: "portò l'aquila".Aquila = allegoria (v. 1). Cioè: "la capitale dell'impero".
Volse / contr’al corso del ciel = enjambement (vv. 1-2).
Contr' al corso del ciel = allitterazione della c (v. 2).
L’antico che Lavina tolse = perifrasi (v. 3). Per indicare Enea.
Cento e cent’anni e più = iperbole (v. 4). Cioè: "per più di 200 anni".
L’uccel di Dio = perifrasi (v. 4). Cioè: "aquila = impero".
Vicino a’ monti de’ quai prima uscìo = perifrasi (v. 6). I monti citati sono quelli della Troade.
‘l mondo lì di mano in mano = allitterazione della m e della n (v. 8).
Cesare fui e son Iustiniano = chiasmo (v. 10).
Cesare fui = anastrofe (v. 10). Cioè: "fui imperatore".
Del primo amor ch’i’ sento = perifrasi (v. 11). Per indicare lo spirito santo o Dio.
Il troppo e ‘l vano = endiadi (v. 12).
Che fue / sommo pastore = enjambement (vv. 16-17).
Sommo pastore = perifrasi (v. 17). Per indicare la carica di papa.
Parole sue = anastrofe (v. 18). Cioè: "sue parole".
’n sua fede era = anastrofe (v. 19). Cioè: "era nella sua fede".
Vegg’io or chiaro sì, come tu vedi = chiasmo (v. 20).
Come tu vedi / ogni contradizione e falsa e vera = similitudine (vv. 20-21). Cioè: "come tu distingui il falso e il vero in ogni tipo di contraddizione".
L’alto lavoro = perifrasi (v. 24). Per indicare il Corpus iuris civilis.
Commendai l’armi = metonimia (v. 25). Cioè: "affidai le imprese militari", il concreto per l'astratto.
La destra del ciel = metafora (v. 26).
Che segno fu = anastrofe (v. 27). Cioè: "che fu segno".
La question prima = anastrofe (v. 28). Cioè: "prima domanda".
S’appunta / la mia risposta = enjambement (vv. 28-29).
Con quanta ragione = ironia (v. 31). Cioè: "poco giusto, ingiustamente".
Sacrosanto segno = perifrasi (v. 32). Per indicare l'impero.
E chi ‘l s’appropria e chi a lui s’oppone = perifrasi (v. 33). Per indicare i Ghibellini e i Guelfi.
Degno / di reverenza = enjambement (vv. 34-35).
Tu sai ch’el fece / E sai ch’el fè = anafora (v. 37 e v. 40).
Egregi / Romani = enjambement (vv. 43-44).
Cirro / negletto = enjambement (vv. 46-47).
Mirro = neologismo (v. 48).
Aràbi = anacronismo (v. 49). Invece di dire Cartaginesi.
Triunfaro / Scipione e Pompeo = enjambement (vv. 52-53).
Quel colle sotto ’l qual tu nascesti = perifrasi (vv. 53-54). Cioè: "Fiesole".
’l ciel volle / redur lo mondo = enjambement (vv. 55-56).
Fu di tal volo = metafora (v. 86). Cioè: "di grande importanza, l'aquila".
Che nol seguiteria lingua né penna = iperbole (v. 63). Cioè: "che né la parola né la scrittura potrebbero descriverlo".
Lingua = metonimia (v. 63). Per indicare la parola, il concreto per l'astratto.
Penna = metonimia (v. 63). Per indicare la scrittura, il concreto per l'astratto.
Scese folgorando a Iuba = similitudine (v. 70). Cioè: "piombò come un fulmine su Giuba".
Pompeana tuba = metonimia (v. 72).
La morte prese = anastrofe (v. 78). Cioè: "prese la morte".
Fatto avea = anastrofe (v. 83). Cioè: "aveva fatto".
Terzo Cesare = perifrasi (v. 86). Per indicare il terzo imperatore Tiberio.
Si mira / con occhio chiaro = enjambement (vv. 86-87).
Quel ch’i’ dico = perifrasi (v. 89). Per indicare Tiberio.
A far vendetta corse = anastrofe (v. 92). Cioè: "corse a vendicare".
Peccato antico = anastrofe (v. 93). Cioè: "antico peccato, il peccato originale".
Il dente longobardo = metafora (v. 94). Cioè: "la violenza dei Longobardi".
Morse la Santa Chiesa = enjambement (vv. 94-95).
Gigli gialli / oppone = enjambement (vv. 100-101).
Coi Guelfi suoi = anastrofe (v. 107). Cioè: "coi suoi Guelfi".
Ma tema de li artigli ch’a più alto leon trasser lo vello = metafora (vv. 107-108). Cioè: "ma abbia timore dei suoi artigli che scuoiarono leoni più feroci di lui" per indicare l'impero che affronta pericoli più gravi.
I raggi / del vero amore = enjambement (vv. 116-117).
Non si puote torcer = enjambement (vv. 122-123).
Diverse voci fanno dolci note; così diversi scanni in nostra vita rendon dolce armonia tra queste rote = similitudine (vv. 124-126). Cioè: "Note diverse creano armoniosi accordi; così i diversi gradi della nostra beatitudine rendono una dolce armonia in questi Cieli".
La presente margarita = metafora (v. 127). Cioè: "gemma di Mercurio".
Luce la luce = polittoto (v. 128). Cioè: "risplende la luce".
Luce la luce = allitterazione della L (v. 128).
A questo giusto = perifrasi (v. 137). Per indicare Romeo.
Povero e vetusto = endiadi (v. 139).